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“Suicide risk” di Mike Carey e Elena Casagrande

Da grandi poteri derivano grandi casini (soprattutto familiari)

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7.5/10

Non si contano gli “extra round of applause” per i tipi di Bao, che tra il 2014 e il 2016 hanno dato alle stampe questa mini-serie di taglio supereroistico scritta da Mike Carey (universalmente noto come autore di Lucifer) e illustrata dalla “nostra” Elena Casagrande.

Carey imbastisce una trama non banale, che parte dall’intreccio di due spunti classici: (i) cosa può fare un “normale” poliziotto di fronte al dilagare di super–criminali? (ii) cosa faresti se qualcuno potesse (a pagamento) attivarti dei superpoteri?

Suicide Risk di Mike Carey Elena Casagrande B scaled

La macrotrama evolve attraverso diverse fasi che si muovono su personaggi, tempi e luoghi apparentemente distanti tra di loro, per poi configurarsi in maniera compiuta nello scontro tra due terre di due distinti universi, in un crescendo che – seppur non arrivando alle vette di compatta e complessa epicità di un Warren Ellis – presenta trovate non banali che testimoniano della bravura dell’autore.

L’apporto della Casagrande non persegue necessariamente virtuosismi registici o caratterizzazioni ipertrofiche, ma punta di più a far recitare i personaggi in maniera convincente, ponendosi così con efficacia al servizio della trama.

Un’opera in definitiva da recuperare, nonostante l’inevitabile carattere derivativo.

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Oscar Tamburis

Da sempre convinto sostenitore della massima mysteriana "L'importante non è sapere le cose, ma fare finta di averle sempre sapute"

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