Classici di Walt Disney I Serie n.45
“Pippo alle Olimpiadi”

Le storie degli anni '70 che hanno creato il mio immaginario fumettistico

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In tutti i gruppi di ragazzini (oddio, a pensarci bene, anche in quelli di adulti…) spunta sempre fuori, prima o poi, la figura più temuta da tutti: il SAPUTELLO.
È proprio quello che ci successe al rientro al paesello dal campo-scuola del 1976, in cui – come spiegavo in questo articolo – il Classico Disney Paperolimpiadi era stato letto, riletto e commentato da tutti i presenti, sia per la storia “tripla” inedita di Dalmasso & Gatti, sia per la sezione divulgativa in cui venivano (rapidamente) raccontate le origini delle Olimpiadi nell’antichità e le edizioni svoltesi a partire da Atene 1896.

Tornati a casa, ne parlammo subito con chi era rimasto al paesello, spiegando che era sicuramente da leggere perché non si trattava (come per tutti gli altri Classici) di un volumetto che ristampava storie già conosciute… ed ecco arrivare LUI, il saputello, che con aria sprezzante ci liquidò dicendo “Guardate che non è mica una novità… la Disney l’aveva già fatto per le Olimpiadi del 1972, con una storia inedita e una sezione divulgativa”.

Una delle caratteristiche dei saputelli di tutto il mondo è quella di enunciare, con tono da oracolo, una verità assoluta… spesso non suffragata da prove certe, solide, subito disponibili. Infatti, quando gli chiedemmo di mostrarci il Classico di cui parlava, si limitò a dire che lui lo sapeva, anche se in quel momento non aveva l’albo, ma gli era stato raccontato dal fratello più grande, che l’aveva saputo da un amico che conosceva un tipo che lavorava alla Disney che al mercato mio padre comprò. Risultato: il saputello fu spernacchiato con ignominia.
E tuttavia il tarlo del dubbio aveva iniziato a fare il suo lavoro… ma non avevamo, come ora, San Google a cui porre domande e ottenere risposte in pochi secondi.

La risposta al quesito “sarà vero o no?” la ebbi mesi e mesi dopo quando, nell’àmbito dei consueti scambi di giornalini tra amici, mi capitò in mano il Classico di Walt Disney n.45, dall’inequivocabile titolo Pippo alle Olimpiadi: il saputello aveva ragione, perché il volume conteneva una lunga storia inedita – ben 134 pagine – del Maestro Romano Scarpa e una sezione divulgativa sui vari sport che si sarebbero disputati a Monaco 72.

La storia di Scarpa, intitolata Pippo e i parastinchi di Olympia, era godibilissima: Pippo e Topolino, in vacanza in Grecia, trovano i parastinchi di Pipponte (un antenato pippide?) che trasformano il goffo Pippo in un imbattibile atleta, prontamente “reclutato” dal Presidente del Comitato Olimpico Averell Bombage – nome con cui viene parodiato il vero Presidente a quell’epoca, Avery Brundage.
Naturalmente non tutto fila liscio per Pippo, sia per l’intervento del solito Gambadilegno (che vorrebbe sfruttarne le nuovi doti atletiche a suo guadagno), sia per la scoperta secondo cui Pipponte NON era un suo antenato, notizia che deprime Pippo e “azzera” i suoi exploit sportivi: quando si scoprirà, invece, che l’antenato era effettivamente tale e quindi i parastinchi funzionano su Pippo, le Olimpiadi sono già finite… ma l’importante è che torni il sereno tra lui e Topolino, furibondo per essere stato “soppiantato” da Gambadilegno in una girandola di continui, divertenti colpi di scena.

Davvero una bella storia, poi ristampata più volte (anche nel n° 26 del collaterale dedicato all’opera omnia di Scarpa, preceduta da un approfondito editoriale)… ma con il saputello, per anni, facemmo finta di niente.

La Short dedicata a Paperolimpiadi (Montreal 76)

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