Ci siamo occupati spesso nell’ultimo periodo delle opere di Paco Roca, prima con la recensione della riedizione dei Solchi del destino e poi con la Short Review dedicata a El abismo del olvido, volume non ancora pubblicato in Italia.
Ci sembra naturale, quindi, soffermarci sulla riedizione – sempre ad opera della benemerita Tunué, casa editrice storica dell’artista spagnolo – del graphic novel Le Strade di Sabbia, la sua opera forse più surreale, pubblicata per la prima volta nel 2009 e riproposta lo scorso maggio.
La trama è velocemente riassunta: un uomo qualunque, che si segnala esclusivamente per la sua immaturità, si perde nella zona più vecchia della propria città (in un quartiere chiamato appunto Strade di Sabbia) dove la vita sembra ripetersi sempre uguale e da dove, misteriosamente, non riesce ad uscire. Tra citazioni letterarie e un cast di inconsueti personaggi, con vampiri cortesi e rapaci Doppelgänger, il protagonista senza nome vivrà un’avventura ai limiti del tempo e della ragione, trovando però la via per sentirsi finalmente appagato della propria esistenza.
Paco Roca scatena la sua fantasia costruendo un cast di improbabili comprimari – tra cui la postina muta che scrive le lettere che deve consegnare per non sentirsi sola, oppure l’aspirante vedova Carmen che aspetta la morte del marito invocando tutte le divinità conosciute – e divertendosi a progettare una città impossibile.
Una storia che si apre con una citazione di Alice nel Paese delle Meraviglie, ma che passa in maniera disinvolta da Borges a Buñuel, da Escher e Kafka e tanti altri, sottilmente angosciosa, ma anche con molti momenti comici, che fanno sorridere, con personaggi memorabili come l’esploratore agorafobico o il vampiro che sbaglia a radersi perché lo specchio non riflette la sua immagine.
A completare il volume troviamo una sezione dedicata agli schizzi, ai bozzetti e alle prove di copertina con cui Roca ha composto l’albo.