Il blu è un colore caldo

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Jul’ Maroh pubblica questa sua graphic novel, intima e personale, nel 2010, dopo cinque anni di lavoro. L’anno seguente vince il premio Fnac al Festival di Angoulême. Nel 2013, l’adattamento cinematografico del regista Abdellatif Kechiche, La vita di Adele, vince la Palma d’Oro al festival di Cannes consacrando la carriera di Léa Seydoux.
La forza di questo racconto, in una manciata di anni, ha conquistato pubblico e critica e reso iconiche le sue protagoniste. Ne avevamo già parlato sul nostro storico sito proprio a seguito del suo adattamento cinematografico. 

Semplificando, Il blu è un colore caldo è un racconto di formazione adolescenziale che parla di una ragazzina, Clementine, che si innamora di una ragazza poco più grande di lei, Emma, e che soffre per cercare il suo spazio nel mondo e per capire se stessa.

Eppure la narrazione posata e misurata di Jul’ Maroh riesce ad emozionare sin dalle prime pagine. Le tematiche universali e le necessità generazionali sono narrate con intimità e dolcezza: l’amore, l’accettazione di se stessi, l’adolescenza, la famiglia, l’approvazione sociale sono temi complessi e articolati. Ci si aspetterebbe che venissero argomentati, sviscerati, contestualizzati e analizzati, invece l’autrice rinuncia a definirli e ad etichettarli, salvo in rare occasioni di rabbia concesse ad alcuni personaggi. La routine scolastica, il diploma di maturità, le amicizie, il rapporto con i genitori, il primo bacio, il coming out, i litigi e la passione. In poche pagine la vita di Clementine, letta da Emma attraverso il suo diario, si dipana in maniera tanto intima e onesta da riuscire, sempre, ad arrivare a scuotere l’animo del lettore.

Il racconto di Clementine è incentrato sul suo amore per Emma, ma la sua vita è fatta anche di rapporti di amicizia, di dinamiche familiari e di un contesto sociale nel quale vivere. Il sostegno e la comprensione che un amico può darti è fondamentale in un periodo di consapevolezza e crescita quale quello dell’adolescenza, così come l’ostracismo borghese e bigotto di alcuni compagni ed il conseguente allontanamento dal gruppo può fare tanto, troppo male. Medesimo discorso sulla difficoltà di dialogo e comprensione che in una età complessa come questa si vive in famiglia. Tutti elementi per nulla secondari nel racconto di Jul’ Maroh che realizza un quadro completo ed esaustivo della vita della sua giovane protagonista. Per quanto un contesto sociale e politico ci sia, latente, per tutto il racconto sceglie di lasciarlo ai margini, come sfondo, per concentrarsi sulle emozioni delle protagoniste con l’intento forte di far intendere al lettore la futilità della differenza di genere, facendoci capire chiaramente invece che il fulcro di tutto è la libertà di amare. 

Il tratto acerbo e monocromatico di Jul’ Maroh, fatto di matite e acquerelli, accompagna delicatamente nella lettura, anche delle pagine più passionali, dando un ritmo forte e deciso al racconto concedendo un trasporto ed una perfetta sintonia con le emozioni dei corpi e degli sguardi delle giovani protagoniste che sono divenute oggi iconiche. La narrazione per flashback data dalla lettura del diario lasciato da Clementine ad Emma permette un gioco di colori e tonalità che crea un netto contrasto fra il passato ed il presente, fra la ricerca e la consapevolezza, fra la speranza e la tristezza.

Il blu che compare qua e la nel racconto è una piccola scintilla di luce e amore.

 

Il blu è un colore caldo
di Jul’ Maroh
2013 Rizzoli Lizard, f.to 17x24cm, colori, 158 pagine, €15,00
Il blu è un colore caldo – Artist Edition
di Jul’ Maroh

2018 Panini Comics, f.to 22.5×32, colori, 178 pagine, €25,00

Pasquale

Cominciai a correre. Finché i muscoli non mi bruciarono e le vene non pomparono acido da batteria. Poi continuai a correre.

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