Dopo due anni di uscite si può affermare tranquillamente che Tex Willer rappresenta la serie migliore pubblicata attualmente dalla Sergio Bonelli editore, superando a livello qualitativo perfino Tex, la testata ammiraglia. La collana nata in occasione dei festeggiamenti per i 70 anni dalla prima avventura pubblicata del Ranger del Texas risalente al 1948, tra mostre e ristampe, non poteva essere celebrato meglio che con una nuova serie a fumetti. D’altra parte Tex rappresenta sempre il miglior investimento per la casa editrice milanese, considerate le tirature smisurate dei suoi albi rispetto al resto del catalogo, naturale allora che si cerchi di “sfruttarlo” in maniera più massiccia.
E’ particolare l’operazione scelta dalla casa editrice e dal curatore Mauro Boselli, con la proposta delle avventure giovanili del personaggio, quando fuorilegge si aggirava per il west ricercato dagli sceriffi, proprio come in quel leggendario primo numero uscito nell’autunno del 1948. Si tratta di un ritorno alle origini per Tex, in una sorta di omaggio alle prime avventure realizzate da Gianluigi Bonelli e da Galep, riproposte però con ritmi e situazioni contemporanei. Intendiamoci, non vengono riscritte le origini della serie, ma vengono in qualche modo raccontati i retroscena tra un’avventura e l’altra, andando quasi a colmare quel che i due creatori del personaggio non narrarono. Si tratta di un’iniziativa particolare, alquanto raffinata, non un semplice remake delle prime storie e assolutamente non un rifacimento completo, un reboot, e neppure uno spin off con le storie di qualche personaggio secondario.
Anticipata da un riuscito numero zero, la collana ospita storie lunghe divise in albi mensili di 64 pagine, scelta equilibrata della casa editrice che evita di sovraccaricare i vari autori con la richiesta di produrre troppe pagine, e le stesse copertine non vengono affidate allo storico copertinista Claudio Villa, ma al quasi altrettanto abile Maurizio Dotti. Se gran parte delle storie sono scritte da Mauro Boselli, il cast dei disegnatori è impressionante, a testimonianza dell’investimento della Bonelli sulla nuova collana, con Roberto De Angelis, Bruno Brindisi e Pasquale Del Vecchio, probabilmente il massimo che possa presentare la Bonelli in edicola attualmente, per realizzare storie così lunghe.
Si ritrova nelle avventure un Tex più giovane di quello che si è abituati ad incontrare mensilmente, in sella al fedele Dinamite, altrettanto abile della sua versione matura e sicuro nel porsi sempre al fianco degli indifesi e degli oppressi, ma sicuramente meno scafato, più scavezzacollo e a tratti quasi ingenuo. Con lui ritornano anche i comprimari delle prime storie, anticipati anche dal riuscito frontespizio come la giovane indiana Tesah, e gli antagonisti come il laido Coffin e il letale Mefisto. Rispetto a quest’ultimo è interessante come gli autori riescano a giostrare un’intera avventura, basata su un attentato al candidato Abraham Lincoln, senza mai far incrociare Tex e l’illusionista, dato che il primo incontro tra i due arcinemici viene già raccontato nella Bonelli e Galep nella serie originale.
E’ forse questo il merito maggiore della serie, riuscire a rispettare quanto definito dai creatori del personaggio, senza sovrascriverlo. D’altra parte da tempo Boselli stava lavorando sul passato del personaggio sulle varie testate, partendo dal romanzo in prosa Tex Willer. Il Romanzo della Mia Vita, del 2011, sistematizza la cronologia delle avventure del ranger, anche cercando di colmare alcune incongruenze presenti inevitabilmente in una saga così lunga. Nelle storie successive, uscite in vari albi speciali, tra Texoni, Maxi e cartonati alla francese Boselli si era già dedicato a riempire parecchi vuoti presenti nella biografia di Tex, arrivando addirittura a presentarci i suoi genitori quando come coloni arrivarono in Texas nella Nueces Valley, dove Tex nasce e cresce.
La scelta di Boselli di andare a riempire gli spazi lasciati vuoti nelle prime bellissime storie di G.L. Bonelli, senza riscrivere le origini del personaggio, differenzia la collana Tex Willer da altre iniziative dedicate praticamente a quasi tutti i personaggi storici bonelliani, da Zagor Le Origini a Mister No Revolution, dalle nuove Avventure a Colori di Martin Mystère ai cicli di Dylan Dog e alle miniserie di Nathan Never. Ogni personaggio bonelliano ha visto, in forma differente, la riproposizione e la riscrittura, quando non lo stravolgimento, delle proprie origini, e probabilmente a Tex è toccata fortunatamente la versione più attenuata possibile.
L’impegno di Boselli nella collana è percepibile, è come se per la nuova testata avesse ritrovato una nuova ispirazione, tanto da realizzare alcune delle migliori storie della sua carriera, anche sfruttando la presenza al suo fianco, come già detto, da disegnatori tutti molto bravi e esperti nella narrativa texiana. I risultati sono ottimi anche dal punto di vista delle vendite, dato che alla collana mensile si è aggiunto il classico speciale annuale, che quest’anno vede raccontata un’avventura in solitaria di Sam, il fratello minore di Tex, mentre il prossimo anno dovrebbe vedere un incontro storico, atteso da decenni da gran parte dei lettori di fumetti western italiani.
Forse solo i lettori più tradizionalisti non hanno apprezzato la nuova serie, qualcuno ha affermato perfino di considerare alla stregua di un reato di lesa maestà riprendere le prime storie di Bonelli e Galep, arrivando a sostenere che il personaggio raccontato non è più Tex, non negando magari la qualità delle storie, ritenute però un vuoto esercizio di stile non necessario alla crescita del personaggio. Lasciamo a tutti i lettori la libertà di farsi il proprio giudizio sulla collana e sulle storie che contiene, solo una cosa non si può negare, il successo di questa nuova collana dimostra una volta di più che anche dopo 70 anni Tex Willer è un personaggio che mostra ancora una vitalità senza limiti e confini.