La famiglia Forger è una famiglia meravigliosa con quei veniali segretucci che tutte le famiglie hanno.
Loid Forger è un giovane e simpatico psichiatra residente nello stato orientale di Ostania, sposato da due anni con Yor Briar una deliziosa ventisettenne un po’ impacciata e padre della piccola Anya, che a breve si spera venga accettata dal più esclusivo istituto scolastico della nazione.
Ma, in realtà Loid Forger è solo una delle tante identità fasulle di “Twilight”, la spia più famosa della nazione occidentale Westalia: infallibile pianificatore, elusivo uomo dai mille volti, invincibile ogni qual volta le circostanze richiedano l’uso della forza.
Con le sue mani ha contribuito ad evitare più e più volte che le tensioni tra Est ed Ovest degenerassero in guerra aperta, coprendo scandalucci che avrebbero terminato la carriera dei politici moderati dei due schieramenti e debellando organizzazioni che dalla guerra avrebbero tratto profitti e potere.
Ora la sua missione gli chiede di avvicinare l’anima nera dei nazionalisti dell’Ostania e l’unico modo di farlo è partecipare alle feste dei genitori organizzate dal prestigioso istituto dove studia il figlio di questi, per fare questo ha recuperato da un orfanatrofio clandestino una ragazzina sveglia… che però è una telepate.

Poi ha avvicinato una bella nubile impacciata ed un po’ fuori dal mondo e con la fortunata occasione di un fratello protettivo che assilla la ragazza affinché trovi un brav’uomo è riuscito a convincerla a reggere la finzione di una famiglia e di un matrimonio fasullo… che a lei viene molto comodo per coprire il suo lavoro di assassina al soldo di un misterioso “gestore”.
Veniali segretucci, come si diceva.
Tatsuya Endo, che avevamo conosciuto qualche anno fa con Tista , ritorna ad un tema che sembra essergli congeniale: raccontare le vicissitudini che toccano a coloro che appartengono al “dietro le quinte” della società quando per vari motivi si trovano a camminare alla luce del sole.
Rispetto al drammatico manga di esordio, però, questo primo volume mostra un tono più scanzonato e avventuroso rifacendosi in maniera esplicita alla “commedia action di famiglia” hollywoodiana in stile Mr & Mrs Smith e Undercover Blues (da noi “Coppia d’Azione”… BRICIOLE! BRICIOLE NEL LETTO DEI TITOLISTI ITALIANI!!) e questo lo rende accattivante.

Tatsuya Endo aveva già dimostrato un buon senso registico e della sceneggiatura, con una capacità di gestire il ritmo quasi istintiva ed ora che vediamo il suo tratto affinato, forse persino un po’ banalizzato dalla perdita delle asperità della sua opera precedente, la narrazione scorre liscia tra un equivoco volontario, una menzogna detta a fin di bene, scene sanguinose lasciate alle spalle come “inconvenienti lavorativi” e momenti in cui quello che è un traballante castello di carte di falsità si mostra, a sorpresa, emotivamente solido e “affidabile”.
La sceneggiatura ed i dialoghi sono infatti cialtronamente svergognati nel costruire situazioni ad hoc per cui le tre menzogne convinte non solo non entrano in crisi ma, anzi arrivano a sostenersi a vicenda quanto tre sentimenti sinceri e la mia aspettativa è che pur essendo fin troppo ovvi e telefonati gli sviluppi futuri, non si cada nella tentazione di virare in dramma, ma si scelga di spingere senza pudore sulle soluzioni improbabili ed i giochi di prestigio.
Tenetemi questo livello di intrattenimento e con la sospensione di incredulità ci parlo io.