Mister No Revolution

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Ambiziosa ed emozionante, questa rivisitazione del personaggio di Mister No porta a perfetto compimento la visione dell’avventura di Sergio Bonelli e consegna una profonda identità alla testata Audace fissandone canoni e stilemi con una freddezza ed una sicurezza notevoli.

Masiero non prende un personaggio a caso, prende il personaggio che meglio conosce e che ha curato e traghettato fino alla sua ultima avventura. E non si ferma. Lo riscrive, lo trasla di venticinque anni in avanti, e dimostra come il concept sognato da Sergio Bonelli sia davvero immortale. I contenitori cambiano, ma l’avventura resta tale.

Vi e il carisma di un personaggio che eroe non è,  è anzi vittima di un tempo, di una guerra, di un’amore e di una solitudine. Vi e il fascino di un’epoca tanto contraddittoria e tanto passionale. Tutto questo in Mister No Revolution è creato e gestito con disegni e dialoghi che spiazzano e ripensano il concetto di violenza e dolore con una leggerezza amara, quasi inevitabile, come inevitabile è il passato di cui raccontano.

Mister No Revolution è un bellissimo fumetto d’avventura. Maturo, asciutto, puntuale, intenso. Mai prosopopeico o forzato, godibile ed intelligente, misurato in tutto, nell’eroismo e nell’antieroismo, nella violenza e nel sesso. Perfettamente a suo agio nel mood della nuova collana Audace che non spreca, non travalica e non forza in nessun modo.

Purtroppo il limitato numero degli albi rende tronche alcune storie ed alcuni passaggi della vita del giovane Drake.
La narrazione concisa ed organizzata per scomparti lascia un senso di non detto molto forte in più di un’occasione

Queste cesoie narrative fanno quasi perdere unità alla serie per quanto velocemente ci trasportano da un contesto all’altro. Talvolta pesa più il non raccontato di quello che viene detto.

Se è questa espressione e conferma di un’ottima prosa ben venga, eppure una più lunga e accurata narrazione di alcuni passaggi della vita di Mister No avrebbe forse reso più completo il quadro finale.

Abbiamo comunque, al netto di tutto questo, il ritratto di un personaggio senza tempo, che anche dopo tanti anni, riesce a perdersi in un sogno tra le acque dell’Amazzonia come Corto Maltese si era perso tra le rovine della Città perduta di Mu e che tiene il lettore incollato ad ogni singola pagina.

Pasquale Laricchia

Cominciai a correre. Finché i muscoli non mi bruciarono e le vene non pomparono acido da batteria. Poi continuai a correre.

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