Mister Jinx è un tipo molto affascinante.
Non certo per il suo aspetto, vagamente diabolico (barbetta a pizzo, folte sopracciglia, sguardo penetrante), sul quale ci marcia: se foste un suo potenziale cliente, lui si divertirebbe molto ad impressionarvi accendendosi un sigaro con uno schiocco di dita. Nulla di sovrannaturale, si tratta di un trucco da prestigiatore ottenuto cospargendo le dita di una sostanza infiammabile, ma tant’è.
No, Jinx è affascinante per quello che avrebbe da dirvi. Con la sua accattivante parlantina vi parlerebbe di qualcosa che vi assilla. Lui vi conosce benissimo, infatti: se ha contattato proprio voi è perché ha studiato attentamente il vostro profilo. Vi direbbe che ha una proposta da farvi per risolvere i vostri problemi e vi inviterebbe a seguirlo per un giro senza impegno, probabilmente su una lussuosa limousine dai vetri oscurati. Ancora non lo sapete, ma giunti a quel punto non potrete più tirarvi indietro.
Durante la trasferta vi tratterebbe con il dovuto riguardo e con un servizio di prima qualità. E giunti alla destinazione, che per voi resterà sconosciuta, vi parlerebbe più in dettaglio della sua offerta, con una capacità di affabulazione che convincerebbe anche la persona più titubante, della quale ha già studiato le possibili obiezioni.
Voi non crederete a quello che sentirete, poiché il “servizio” in vendita vi sembrerà qualcosa di impossibile da ottenere, ma dopo avere fatto la prova gratuita non saprete più farne a meno, nonostante il prezzo sia molto caro. Anche perché, se proprio voi siete stati contattati da Jinx, significa che sa già che i tanti zero del vostro conto in banca vi permetteranno di pagarlo.
Mister Jinx è infatti una sorta di “Mefistofele” moderno e tecnologico, capace di esaudire i desideri impossibili dell’uomo, ma molto più interessato ai beni materiali che alle anime di chi si rivolge a lui.
“Cosa sono poche decine di migliaia di dollari per quello che vi offro in cambio? Vi assicuro che, in altri tempi, per ottenere quello che io sono in grado di darvi, sarebbero stati necessari ben altri contratti… e, ve lo posso garantire, con ben altre contropartite…”
Il catalogo prodotti
Sin dal suo esordio (1, l’elenco degli episodi è in coda all’articolo), Mister Jinx si è contraddistinto come il più geniale avversario di Martin Mystère concepito dal suo creatore letterario, Alfredo Castelli. In quell’occasione è particolarmente divertente vedere Jinx applicare il modus operandi che abbiamo descritto con il Detective dell’Impossibile, nel quale ha intravisto un potenziale nuovo cliente, qualcosa a cui non sa proprio resistere. Martin Mystère è infatti angosciato perennemente dalla propria incapacità di gestire efficacemente il tempo ed accumula continui ritardi nella sua professione di scrittore (un aspetto introdotto per la prima volta in quell’occasione). Non riesce ad evitare di mettersi a lavorare seriamente soltanto all’ultimo momento utile, anche perché isolarsi da tutto per “mettersi in pari” lo tormenterebbe: avrebbe infatti la sensazione di perdersi qualcosa di importante mentre il mondo continua ad andare avanti.
Jinx ha la soluzione: “Tempo Zero”, una lussuosa struttura avveniristica dotata di ogni servizio, dove i suoi clienti, grazie ad un siero che accelera i ritmi biologici, hanno la possibilità di trascorrere l’equivalente di un mese in un solo giorno.
I momenti in cui Jinx spiega le caratteristiche dei suoi servizi esclusivi e come è riuscito, tramite la scienza e la tecnologia, a trasformare in realtà i grandi desideri dell’uomo resteranno sempre quelli più accattivanti delle sue apparizioni. E per Jinx parlarne con una persona come Martin Mystère rappresenterà sempre una grande soddisfazione.
“Ah, signor Mystère… voi non immaginate che piacere mi fa avere proprio voi qui con noi. Infatti con gli altri spesso non c’è soddisfazione a parlare di argomenti scientifici e filosofici… mentre sono certo che voi capirete… e apprezzerete!”
Il “piacere” in realtà è reciproco, anche se in seguito Martin, suo malgrado, si ritroverà costretto ad ascoltare Jinx mentre è immobilizzato e in procinto di subire la raffinata vendetta dell’avversario.
“Confesso che i suoi discorsi mi hanno affascinato al punto che ho persino dimenticato la situazione in cui mi trovavo…”
Il Detective dell’Impossibile, puntualmente, finirà infatti con il mettere il bastone fra le ruote alle attività imprenditoriali di Jinx che, lungi dal voler diventare un benefattore dell’umanità, le conduce nella segretezza più assoluta, anche perché nei suoi prodotti non mancano sporadici (ma tragici) effetti collaterali che finiscono con l’attirare l’attenzione della polizia. Del resto, come sostiene il detto popolare, “il diavolo fa le pentole ma non i coperchi“.
Jinx è geniale per conoscenze tecnologiche e talento commerciale, ma non al punto da inventare personalmente i suoi prodotti: preferisce “rubare” le idee di altri scienziati.
La prima volta (1) ci è stato presentato come l’assistente del chimico che aveva inventato il siero alla base di Tempo Zero e che, a differenza di lui, non era affatto interessato al profitto. E poiché tra i clienti di Tempo Zero, oltre a VIP che si rilassano dal loro ritmo di vita frenetico, vi sono anche eminenti scienziati che usano la struttura per sviluppare più rapidamente le proprie ricerche, Jinx ha sin dall’inizio un importante “catalogo” da cui attingere per le sue successive apparizioni, dopo averne eliminato i creatori.
La prima idea “presa in prestito” è stata l’ “Operazione Dorian Gray” (2), tramite la quale Jinx ha proposto l’eterna giovinezza a clienti anziani che nella loro professione hanno “sfondato” ma che ormai vedono prossimo l’arrivo della “Signora con la falce”. Ci è riuscito grazie ad un bio-computer a proteine viventi, capace di copiare l’intera memoria di una persona in formato elettronico e di riversarla nel cervello di un altro corpo: una trovata narrativa molto “versatile” che non solo, nel tempo, ha reso Jinx praticamente immortale, ma ha avuto conseguenze anche al di fuori della serie del Detective dell’Impossibile. Torneremo su questo punto in seguito.
Un’altra invenzione rubata grazie a “Tempo Zero” è stata l’ “Operazione D” (4), dove la D sta per Dream (Sogno), con cui è possibile vivere l’esperienza onirica plasmandola con la propria volontà e percependola in modo indistinguibile dalla realtà. In pratica, una droga che dà la possibilità di evadere dal grigiore della vita di tutti i giorni, diventando onnipotenti.
In seguito Jinx ha dimostrato di non essere soltanto un “ladro” di idee, ma di avere anche le capacità per portarle verso nuovi orizzonti. Ad esempio, lo studio delle memorie archiviate nel bio-computer ha permesso a Jinx di sviluppare il “ricordo totale” (5), con cui fare rivivere letteralmente ai propri clienti un momento piacevole della propria vita, come se si trovassero nuovamente in quella specifica situazione. Un’offerta irresistibile per ogni persona agiata che ha appena perduto qualcuno di importante.
Il suo servizio successivo non è stato da meno: Jinx è riuscito ad entrare in contatto con le anime di estinti violenti che attendono la loro “destinazione finale” in un luogo intermedio tra la vita e l’aldilà (7), e a procurare loro i corpi per tornare temporaneamente sulla cara, vecchia Terra e chiudere nel sangue i conti rimasti in sospeso. Ovviamente, i “resuscitati” a tempo determinato, prima di vendicarsi, devono trovare il modo di procurare nuova “liquidità” a Jinx.
In seguito il diabolico personaggio ha lanciato il “Programma Multilife” (8), con cui i suoi clienti oberati dagli impegni in agenda hanno ricevuto il dono dell’ubiquità, moltiplicandosi letteralmente in quattro per non dover più scegliere cosa sacrificare tra il lavoro, la famiglia o gli svaghi. Per riuscirci, Jinx ha unito alle potenzialità del bio-computer (corpi con gli stessi ricordi) alcune maschere sintetiche degne di Diabolik (ottenute uccidendo lo scienziato che le ha concepite), mentre il corpo “originale”, grazie alle nanotecnologie, è in grado di acquisire in tempo reale le esperienze dei suoi “duplicati”.
Il “Programma Multilife” ha consentito a Jinx, già virtualmente immortale, di fare il salto “definitivo” verso uno status di sostanziale onnipotenza.
Nella sua ultima apparizione (9), infatti, abbiamo visto all’opera un suo “duplicato”, controllato a distanza dall’ “originale”. In questa storia il mefistofelico personaggio è la guest-star del team-up tra Martin Mystère e “L’ombra”, un giustiziere invisibile creato da Alfredo Castelli per “Il corriere dei ragazzi” negli anni ’70: l’invisibilità è, appunto, il nuovo servizio che Jinx vorrebbe aggiungere al suo catalogo.
Strategie di uscita
Ancora prima di diventare praticamente invincibile, Jinx aveva già dimostrato di avere soluzioni di emergenza per ogni situazione, grazie alle quali non è mai finito in prigione.
Ad esempio, la prima volta in cui Jinx ha cambiato corpo lo ha fatto per evitare l’arresto. La polizia lo trovò suicida con un colpo sparato alla tempia, ma nel frattempo all’insaputa di tutti la sua memoria era stata copiata nel corpo dell’industriale Rockford (2), il suo cliente, un uomo vecchio e malato, con pochi anni da vivere.
In quei panni lo abbiamo ritrovato anche nel prologo ed epilogo di un successivo episodio (3): una storia atipica, in cui il coinvolgimento di Rockford-Jinx con gli eventi narrati (in cui un amico di Martin, angosciato dallo scorrere del tempo, iniziava a ringiovanire sino a tornare bambino e infine sparire) non è mai stato chiarito. “Rockford” si limitò a concludere che quel metodo non era adatto per risolvere la sua situazione. Il racconto ci lasciò con un interrogativo paragonabile a quello che tormentò, a suo tempo, gli spettatori al termine di “Ritorno al Futuro 2” o, più recentemente, di “Avengers: Infinity War“: quale trucco sarà escogitato per fare tornare le cose a posto?
Alla fine, come in quei film, la soluzione è stata più semplice di quanto si potesse pensare, ma non per questo meno geniale: Jinx si procurò un corpo giovane in cui trasferire la sua memoria (4), sfruttando un laboratorio di emergenza dotato di bio-computer e l’avidità del suo assistente Richard che, nei panni di Rockford, aveva lusingato con promesse di carriera dal duplice significato.
“Calmo, Richard, calmo… ti ho detto che prenderai il mio posto… E Mr. Jinx mantiene sempre la parola… letteralmente!”
Una sequenza particolarmente vibrante e intensa, poiché il corpo di Rockford, ormai moribondo, ebbe l’attacco cardiaco fatale pochi istanti dopo che il bio-computer aveva terminato di copiare la memoria di Jinx. Una volta lasciate calmare le acque, Richard-Jinx riprese le sue sembianze abituali grazie alla chirurgia plastica: un metodo che in seguito ha utilizzato altre volte.
Altri guai a Mister Jinx sono stati procurati dalle sue debolezze. Ad esempio, non può fare a meno di circondarsi di avvenenti assistenti. L’importanza che dà loro Jinx non è molto diversa da quella di un piacevole passatempo, ed è pronto sacrificarle senza troppi scrupoli all’arrivo delle sirene della polizia (2). Ma è anche capitato che una di loro tentasse di “fargli le scarpe” per impossessarsi delle sue ricchezze (5). Il destino di Jinx, quella volta, rimase ignoto per alcuni anni, finché non lo ritrovammo vivo e vegeto nella foresta amazzonica (6), nella vignetta conclusiva di un racconto fuoriserie in cui ha rappresentato il nemico senza volto che stava studiando un cibo capace di conferire poteri straordinari: un’apparizione poco più che simbolica.
Sarebbe servito ancora qualche anno per sapere come erano andate le cose tra Jinx e la sua ex-assistente, Molly. Abbandonato per morto, Jinx si era in realtà salvato per miracolo (ovviamente 😉) e, dopo l’esperienza sudamericana, nel “presente” del nuovo episodio fece ritorno negli Stati Uniti (7). La sua vendetta nei confronti di Molly fu terribile e raffinata: Jinx sperimentò su di lei una nuova scoperta che aveva rubato e perfezionato ogni oltre previsione, riguardante la decodifica delle caratteristiche dei più “grandi” di un particolare campo. Molly, dopo che la sua memoria fu svuotata dal “bio-computer”, venne pertanto “riprogrammata” da Jinx con un telecomando capace di conferirle, a seconda del bisogno, le abilità e le cognizioni tecniche della migliore segretaria possibile, della migliore cuoca possibile e così via. E quando Jinx selezionò l’opzione “amante”, fu sorpreso dal risultato che si trovò di fronte entrando nella camera da letto.
“Molly… ora ne sono certo, questa volta divento miliardario sul serio: ho realizzato il sogno inconfessato di poco meno della metà del genere umano!”
Il corpo di Molly fu anche il colpo di genio che consentì a Jinx, sconfitto, di sfuggire un’altra volta all’arresto, dopo essersi sbarazzato del proprio (che poi era quello di Richard) ed avere puntato tutto sulla previsione delle mosse di Martin Mystère, che in buona fede avrebbe usato il bio-computer per restituire alla ragazza la sua memoria. Senza immaginare che Jinx avesse sostituito i ricordi di Molly con i propri.
La vendetta è un piatto che va servito freddo
Un’altra debolezza di Jinx sono i suoi sentimenti ambivalenti per Martin Mystère.
Come ha spiegato bene Meggan O’Brien, la brillante scienziata che ha affiancato Jinx (di cui è innamoratissima) nelle ultime apparizioni (8 e 9), infatti…
“Vi odia perché avete più volte mandato a monte i suoi piani, ma vi ammira con eguale intensità, e vi ritiene l’unico in grado di misurarsi con il suo genio…”
Jinx non può pertanto resistere alla tentazione di riservare al Detective dell’Impossibile gli aspetti più pericolosi e subdoli delle sue invenzioni (spesso dopo essersene vantato con lui), ma in questo modo finisce per creare da solo le premesse per una nuova sconfitta.
Durante l’Operazione Dorian Gray (2), Jinx ha riversato la memoria di Martin in un barbone all’ultimo stadio dell’alcolismo, mentre quello “originale” era suo prigioniero, in attesa di diventare il nuovo corpo per Rockford. Ma anche se prigioniero di un corpo ormai in fin di vita e in preda alla schiavitù dell’alcool, questo “Martin”, prima di morire, riuscì a mettere l’ispettore Travis sulla strada giusta per arrivare al laboratorio di Jinx.
Ai tempi dell’Operazione D (4), Martin fu invece costretto ad un viaggio nel mondo del sogno con il modulo “incubi” attivato, capaci di uccidere il viaggiatore in sogno e nella realtà.
Nel caso del “ricordo totale” (5), Jinx trasformò Martin in un vegetale, facendogli rivivere di continuo il ricordo più traumatico della sua vita: il momento in cui aveva appreso la morte dei suoi genitori.
Successivamente, Martin ha dovuto prestare il proprio corpo alla coscienza di un antico nemico nell’aldilà per permettergli di avvicinare e uccidere Mary Ann Ferguson (7), una figura importante nelle storie di Paolo Morales.
Il modo in cui Martin sventò la minaccia fu sorprendente: dall’aldilà la sua coscienza riuscì a tornare sulla terra tramite il corpo di Molly, ridotta a un “guscio vuoto” dopo la vendetta di Jinx, suscitando l’ironia di Travis.
“A proposito di ‘corpo’, Martin… l’ultima volta quel demonio ti aveva ‘trasferito’ in un povero vecchio alcolizzato… devo dire che stavolta…”
“Travis… non dire una parola di più.”
Jinx nel futuro di Nathan Never
La sostanziale immortalità raggiunta grazie al bio-computer (2) ha fatto arrivare Jinx anche nella serie fantascientifica di Nathan Never, che si svolge circa due secoli dopo quella di Martin Mystère.
Nella Bonelli attuale, sempre più lanciata nella creazione di un universo narrativo comune ai propri personaggi, “incroci” di questo tipo ormai non fanno più notizia (abbiamo visto Dylan Dog e Martin Mystère affrontare lo scienziato pazzo Hellingen, nemesi di Zagor), ma quella volta la cosa non era così frequente.
Quando Jinx estese il suo raggio d’azione anche su Nathan Never, sulla serie regolare avevamo saputo da poco che era sopravvissuto al coltello di Molly (5), ma non conoscevamo ancora come aveva fatto a salvarsi (7).
Il Jinx del futuro ha ancora il suo aspetto originale (11): come spiega ad uno storico nemico dell’Agente Alfa, infatti…
“Caro Raven, questo è l’aspetto che preferisco… il mio apparire mefistofelico mi diverte non poco, e mette in soggezione i miei clienti… ma ti assicuro che in questi duecento anni ho provato un po’ di tutto… e sto ancora provando!”
L’accenno al fatto che stia “ancora provando” si riferisce alla soluzione che Jinx ha trovato per un’altra sua debolezza, la sua scarsa propensione a delegare compiti (non a caso lo abbiamo sempre visto muoversi in prima persona). La sua organizzazione del futuro sembrerebbe composta da molte più persone di un tempo, ma in realtà si tratta sempre e solo di lui. Infatti…
“Ho imparato a fidarmi solo di me stesso… e ‘copiare’ la mia mente in corpi diversi […] mi permette di essere in diversi luoghi contemporaneamente…”
E dopo ogni missione, Jinx assorbe i ricordi dei suoi duplicati, per non perderne mai il pieno controllo. Una situazione che ha “anticipato”, sostanzialmente, il Programma Multilife (8) e il successivo impiego che ne ha fatto lo stesso Jinx con se stesso (9).
Il bio-computer aveva rappresentato, in precedenza, anche il colpo di scena finale con cui Alfredo Castelli aveva trovato il modo per fare incontrare Martin Mystère e Nathan Never (10) senza viaggi nel tempo: il Detective dell’Impossibile nell’epoca dell’Agente Speciale Alfa non è infatti quello originale, ma una sua versione robotica con i ricordi dell’originale fermi ai tempi dell’Operazione Dorian Gray (2).
Lo stesso Antonio Serra, che sceneggiò in prevalenza quell’incontro fuoriserie partendo dall’idea di Castelli, prese a prestito ben volentieri quell’espediente: con la presenza di Jinx e del suo bio-computer nella serie di Nathan Never ha potuto spiegare (11) l’origine di Nemo, il clone dell’Agente Alfa che ha combattuto i tecnodroidi nello storico ciclo creato dall’autore, in un qualche futuro parallelo della complessa cronologia della serie di fantascienza per definizione della Bonelli.
Due Mister Jinx alternativi
Oltre a quello conosciuto sulla serie regolare di Martin Mystère, vanno ricordati anche due Mister Jinx alternativi.
Il primo è apparso in due brevi racconti pubblicati su rivista alla fine degli anni ’80, quando il Jinx originale aveva nel suo curriculum soltanto due scontri con il Detective dell’Impossibile.
I racconti, entrambi di Castelli e Alessandrini, sono “Dream Travel” (1988, da “L’Espresso”) e “Tempo zero!” (1989, da “Tic Tac”), che sin dai titoli richiamano le vicende dell’Operazione D (4) e, ovviamente, Tempo Zero (1), in ordine cronologico invertito rispetto alla testata madre. Si tratta di due racconti fuoriserie nel senso pieno della parola: lo svolgimento, condensato e rielaborato, è infatti incompatibile con gli episodi della serie regolare, e lo stesso Jinx presenta fattezze differenti da quelle note. Nel primo, “Dream Travel”, il diabolico personaggio non era neppure nominato, anche perché quel racconto era realmente “inedito”, avendo anticipato di qualche anno il corrispondente racconto della serie regolare. Gli “sfortunati” lettori, come il sottoscritto, che lo lessero prima del 1991 si videro “spoilerati” gli stupefacenti sviluppi che l’albo conclusivo dell’Operazione D (4) avrebbe riservato.
Il secondo Mister Jinx alternativo è comparso, fugacemente, in “Martin Mystère – Le nuove avventure a colori”, il reboot in dodici albi del Detective dell’Impossibile con un protagonista più giovane. Qui Jinx ha le sue fattezze tradizionali ma è rappresentato come una sorta di demone/automa dalle origini antiche e imprecisate, sempre alla ricerca di upgrade tecnologici con cui attraversare le varie epoche (12): del suo capostipite ha ripreso, pertanto, l’abilità con la tecnologia e la sostanziale immortalità, ma non il modus operandi che ha contraddistinto le sue apparizioni più celebri.
C’è ancora posto per Mister Jinx?
Le storie con Mister Jinx sono state una delle tante frecce all’arco del Martin Mystère “classico” del primo decennio di episodi, quelli che hanno definito e caratterizzato la serie.
Le sue prime apparizioni, pubblicate con regolarità tra il 1986 e il 1992, furono ricche di un fascino che, per i cosiddetti “millenials”, “bombardati” da forme di intrattenimento seriale per tutti i gusti e su tanti dispositivi differenti, potrebbe essere difficile da capire. Farebbero fatica a rendersi conto che quelle storie furono concepite in un’epoca in cui l’impatto della tecnologia sulla nostra quotidianità non era neppure lontanamente paragonabile a quello odierno e gli (ingombranti) computer erano ancora oggetti misteriosi e dal funzionamento complesso. Termini come rivoluzione digitale e big data erano sconosciuti. La capacità immaginifica delle invenzioni tecnologiche di Jinx rappresentava qualcosa di stimolante e di diverso, ed alcuni prodotti del suo catalogo hanno sostanzialmente anticipato i contenuti di film di fantascienza entrati nell’immaginario comune come “Strange Days” (1995), “Matrix” (1999) e “Inception” (2010). La serie di Martin Mystère, nella sua accezione originaria, aveva infatti la capacità di proporre ipotesi affascinanti sul nostro futuro, alcune delle quali si sono anche realizzate.
La fama di genialità che precede Jinx ne ha reso, di fatto, sempre più difficile la riproposizione con nuove trovate all’altezza delle precedenti, e non a caso le sue apparizioni si sono diradate nel tempo, anche se su questo aspetto non è probabilmente estranea la prolungata fase di declino narrativo della serie del Detective dell’Impossibile.
Soltanto in un’occasione, nel 2001 (7), abbiamo ritrovato un Mister Jinx in gran forma, in un racconto che ha aggiunto una brillante ironia ai colpi di scena ed alla tensione drammatica degli episodi classici.
In seguito, invece, il problema di mantenere alta l’asticella a cui il personaggio ha abituato è stato “risolto” aggirandolo.
Nella penultima storia (8) Jinx ha proposto l’ubiquità, già anticipata in precedenza su Nathan Never (11), e in quell’occasione c’è stato un primo “tradimento” del suo metodo classico: il disinteresse dal vantarsi con Martin della sua nuova invenzione, con l’assunzione di un killer per eliminare il Detective dell’Impossibile.
Dopo ben quindici anni di silenzio, Jinx è invece ritornato, a sorpresa, come “guest-star” di un episodio in cui non è stato protagonista assoluto (9) e senza l’esigenza di rispettare i consolidati modus operandi: lo abbiamo infatti visto in una fase differente dal solito, lo studio di un nuovo prodotto.
L’ultimo Jinx è una sorta di gangster tecnologico che comanda un’organizzazione temuta e rispettata dalla malavita e che ha imparato a “capitalizzare” al massimo i prodotti precedenti (non solo il bio-computer), con cui ha al suo servizio una squadra di super-collaboratori. Può permettersi di accantonare l’ “etica professionale”, poiché ha gli strumenti per convincere i suoi clienti della bontà di prodotti che neppure esistono: è infatti ormai padrone assoluto dell’inconscio e dei ricordi di una persona, che può manipolare a proprio piacimento, anche tramite prigioni virtuali.
Insomma, l’ultimo Jinx sembra essersi stancato di fare il “Mister Jinx”.
Probabilmente si tratta della sola modalità che gli autori hanno saputo trovare per riproporre questo personaggio, in un panorama della testata che da tempo ha smarrito una direzione progettuale appagante come ai “bei tempi”.
Se di evoluzione voluta si tratta, è probabilmente realistica per un Jinx che nel tempo si è avvicinato sempre di più alle soglie dell’onnipotenza.
Inevitabilmente, tuttavia, questo Jinx è molto meno affascinante di quell’uomo dall’aspetto diabolico che, schioccando le dita per accendersi un sigaro, conquistava i clienti parlando delle sue soluzioni geniali ai grandi desideri dell’uomo.
Elenco degli episodi
Serie di Martin Mystère
(1) “Tempo Zero!” (n.46-48, di Castelli e Freghieri, gennaio-marzo 1986)
(2) “Operazione Dorian Gray” (n.62-64, di Castelli e Freghieri, maggio-luglio 1987)
(3) “Una storia di Natale” (n.93-94, di Castelli e Vercelli, dicembre 1989-gennaio 1990)
(4) “Il paese dell’incubo” (n.106-108, di Castelli e Vercelli, gennaio-marzo 1991)
(5) “Ricordo senza fine” (n.122, di Castelli e Vercelli, maggio 1992)
(6) “Il cibo degli Dei” (Speciale n.14, di Castelli e Alessandrini, giugno 1997)
(7) “Mister Jinx ritorna!” (Almanacco Mistero 2002, di Castelli-Morales e Morales-Grimaldi, novembre 2001)
(8) “Programma ‘Multilife’” (n.268-269, di Chiaverotti-Castelli e Romanini, luglio-agosto 2004)
(9) “L’ombra ritorna!” (n.361, di Mignacco e Torti, febbraio 2019)
Altre pubblicazioni
(10) “Prigioniero del futuro” (Martin Mystère & Nathan Never n.1, di Serra-Castelli e Vercelli, maggio 1996)
(11) “Fenice-La Signora della Morte” (Nathan Never n.76-77, di Serra e De Angelis, settembre-ottobre 1997)
(12) “Il pianeta dei robot” (Martin Mystère – Le nuove avventure a colori n.9, de “I mysteriani” e Mortarino, luglio 2017)
Tutte le immagini sono (c) Sergio Bonelli Editore