Questo è l’anno del primo grande traguardo raggiunto dal personaggio creato da Guido Nolitta. Cento numeri sono un bottino ragguardevole che certifica il buon andamento della serie. Vediamo quali storie ci ha offerto questo 1983.
Mister No n.92-94 “Inferno di ghiaccio”
di Ennio Missaglia & Fabio Civitelli
Gennaio-Marzo 1983
Mister No è costretto a fuggire da Manaus per evitare di convolare a nozze con una ragazza che sta cercando in tutti i modi di incastrarlo. Grazie all’amico Moacir, riesce a farsi assumere come pilota da una spedizione geografica diretta in Antartide che ha lo scopo di ripercorrere le orme della sfortunata spedizione di Robert Falcon Scott del 1912. Ben presto il pilota amazzonico farà la conoscenza delle condizioni estreme di vita riservate dal gelido continente. La spedizione viene funestata da una serie di misteriosi incidenti che hanno le sembianze di veri e propri sabotaggi. Chi sta tentando di bloccare la missione del gruppo?
Con questo episodio Ennio Missaglia riesce finalmente a fornire una rappresentazione di Mister No più in linea con quella familiare ai lettori. Soprattutto nella prima parte troviamo un personaggio che, come succede spesso, è vittima della propria generosità. Questa volta a metterlo nei guai è una ragazza da lui soccorsa da un’aggressione che, con l’aiuto dei nerboruti e maneschi fratelli, cerca di costringerlo a sposarla. Un avvio brillante cui fa seguito un’efficace descrizione del continente antartico grazie alle numerose didascalie dal taglio quasi documentaristico. In effetti il cuore di questo episodio, più che nell’intreccio del racconto, sta proprio in questa ambientazione in cui l’inospitalità di quelle latitudini estreme rappresenta un pericolo costante. Purtroppo le buone premesse non vengono mantenute, annegando una vicenda potenzialmente interessante in un’avventura à la James Bond, con la poco credibile associazione sovversiva Ghost che risulta una pallida imitazione della Spectre di Ian Fleming. Un valore aggiunto rilevante sono i disegni di Fabio Civitelli, il cui tratto pulito ed essenziale si sposa perfettamente con il bianco sterminato dei paesaggi polari.
Mister No n.94-96 “La fortezza perduta”
di Alfredo Castelli & Bruno Marraffa
Marzo-Maggio 1983
Il professor Perkins, insieme all’aiutante Johnson, sta eseguendo degli scavi nel sito archeologico di Machu Picchu in Perù. Quando viene portata alla luce una torre precedentemente inesplorata, incominciano a verificarsi inquietanti fenomeni di allucinazione collettiva. Il segreto custodito dalla costruzione sembra coinvolgere anche una misteriosa entità sotterranea e un frate con poteri paranormali. Mister No insieme ad Alison – la figlia del professore – raggiunge il luogo in cui sta operando la spedizione archeologica, trovandosi a sua volta invischiato in una vicenda il cui mistero appare sempre più fitto. L’esplorazione della torre porterà alla luce una scoperta incredibile.
Episodio con evidenti suggestioni mysteriane. Alfredo Castelli traspone in questa storia parecchi elementi caratteristici delle avventure della sua creatura più famosa, Martin Mystère, che aveva visto la luce in edicola appena un anno prima. Tra tutti spicca il riferimento alla fantomatica civiltà atlantidea – qui denominata At’Lan – dallo sviluppo tecnologico avanzatissimo, scomparsa migliaia di anni prima. Un intreccio che sacrifica le consuete atmosfere delle storie del pilota amazzonico per quelle molto più comuni al Detective dell’impossibile. L’innegabile bravura di Castelli nel costruire una trama avvincente riduce il rischio di rimanere disorientati di fronte a temi così inusuali per Mister No. Avrebbero meritato un maggiore approfondimento le figure di Rafael (il frate con il dono dei sogni premonitori) e del professor Perkins, quest’ultimo ridotto ad una banale macchietta. Impressione che viene naturale anche per la caratterizzazione grafica che gli dona Bruno Marraffa, votata totalmente al grottesco. Di tutt’altro tenore la rappresentazione degli splendidi scenari di Machu Picchu, con contrasti di luce che donano un’atmosfera inquietante. Se il volto di Mister No rimane ancora un po’ irrisolto – diversi gli interventi redazionali di Franco Bignotti e Claudio Villa – convince la figura della bella Alison, ritratta addirittura in modo conturbante nelle sequenze in cui vaga tra le rovine con la sola sottoveste.
Mister No n.97-98 “Il fantasma dell’opera”
di Tiziano Sclavi & Roberto Diso
Giugno-Luglio 1983
La seconda prova di Tiziano Sclavi sulla serie si discosta notevolmente dalla precedente. Se Ananga! indugiava su tematiche orrifiche, qui spadroneggia la commedia con alcune punte di tragedia, specie nel drammatico finale. Una vicenda surreale con personaggi che, nella loro follia, risultano irresistibili. Il gusto per la citazione è evidente già a partire dal titolo della storia. Il fantasma dell’opera di Gaston Leroux è più che un’ispirazione per l’autore che ne fa ampio uso nella sua sceneggiatura. Resta il fatto che sa farlo in modo efficace e per nulla pedante, consegnando un episodio divertente e appassionante.
Eccellente il lavoro di Roberto Diso, sempre più il disegnatore di riferimento nella caratterizzazione grafica di Mister No e del suo mondo. In un’intervista apparsa su Fumo di China sul finire degli anni ’80, l’artista romano citerà proprio questa storia tra le sue preferite dell’intera serie.
Per un approfondimento: Il Mister No di Tiziano Sclavi
Mister No n.98-99 “L’uomo che sapeva troppo”
di Alfredo Castelli & Fabio Civitelli
Luglio-Agosto 1983
Patrick Moore è un brillante scienziato del Dipartimento per l’energia atomica dell’esercito degli Stati Uniti. Durante un viaggio in Brasile decide di lasciare tutto e unirsi alla setta pacifista dei Resuscitati. La CIA, per impedire la pericolosa divulgazione di importanti segreti militari, vuole a tutti i costi riportarlo sul suolo statunitense. Per evitare imbarazzanti incidenti diplomatici, sceglie di servirsi a sua insaputa di Mister No, mettendo in gioco una vecchia conoscenza del pilota: Delia. Nonostante il piano ordito dall’intelligence americana, il finale riserverà parecchie sorprese.
Alfredo Castelli propone per la terza volta il personaggio dell’affascinante Delia, già vista in due precedenti avventure. Nonostante il titolo richiami un film del maestro della suspense Alfred Hitchcock, la vicenda imbastita dall’autore milanese sta in piedi fino ad un certo punto. Tante – troppe – le casualità di cui si nutre il piano ordito dai membri della CIA per indirizzare l’ignaro Mister No a seguire le loro direttive. Avvenimenti sospetti, incontri fortuiti, indizi precari: occorre un grosso sforzo di fantasia per vedere in tutto questo un disegno fatto a tavolino. Nonostante in passato Delia avesse dato ampia prova del suo doppiogiochismo, Mister No – da perfetto ingenuo – si lascia manovrare come un burattino, dimostrando di non aver imparato la lezione. Oppure, semplicemente, di essere ancora succube dell’innegabile fascino di Delia. Un felice ritorno è quello dello spretato O Bispo, il losco personaggio che, tolto l’abito talare, si diletta nel traffico d’armi e di droga. Anche questa volta il suo incontro con Mister No si trasformerà rapidamente in uno scontro. Fabio Civitelli consegna la solita eccellente prova, dimostrandosi sempre più a suo agio con le avventure di Jerry Drake. La “sua” Delia sicuramente non sfigura rispetto alle interpretazioni date nelle precedenti storie da Vincenzo Monti e Franco Bignotti.
Mister No n.100 “Giungla!”
di Tiziano Sclavi & Roberto Diso
Settembre 1983
Il centesimo numero di una serie è un traguardo prestigioso che va adeguatamente festeggiato. In questo caso, pur non risultando un episodio memorabile, Mister No 100 non delude le aspettative. Oltre alla tipica colorazione dei numeri celebrativi, la storia è scorrevole e piacevole alla lettura, pregna di una leggerezza quasi vacanziera. Andando incontro alle indicazioni ricevute nel referendum del 1981, compaiono due comprimari molto amati dai lettori come Esse-Esse e l’archeologa Patricia Rowland, oltre al disegnatore preferito dal pubblico Roberto Diso. C’è spazio anche per un insolito personaggio, il pappagallo João, al quale Tiziano Sclavi dona una parlantina incontenibile.
Per un approfondimento: Il Mister No di Tiziano Sclavi
Mister No n.101-104 “Le montagne della luna”
di Alfredo Castelli & Franco Bignotti
Ottobre 1983 – Gennaio 1984
Mister No salva la vita ad una ragazza ritrovata svenuta nel bel mezzo della giungla. Essendo vittima di un’amnesia, non riesce a fornire una spiegazione valida alla sua insolita situazione. Nel buio del suo passato, trapelano solo alcuni dettagli, come le enigmatiche Montagne della Luna, teatro di qualche misterioso fatto che sconvolge la ragazza. Ben presto la giovane sarà oggetto delle attenzioni di Joseph Parker – miliardario che opera nel campo dello sfruttamento della cellulosa – che ne ordina il rapimento. Mister No, per rintracciare la ragazza (che si scoprirà chiamarsi Luisa ed essere proprio la figlia del miliardario), dovrà far luce sugli enigmatici omicidi che hanno segnato il suo passato e salvarla dalle grinfie paterne. Dietro alle apparenze emergerà una verità inattesa.
Lunga storia che, come capita spesso anche al piper di Mister No, stenta a decollare. I primi due albi presentano un ritmo piuttosto compassato, con dialoghi verbosi e frequenti didascalie che descrivono l’ambiente in cui si muove il nostro pilota. La vicenda della giovane smemorata, Luisa Parker, assume contorni sempre più nebulosi man mano che gli avvenimenti si succedono, generando più confusione che curiosità. Interessante l’ambientazione di San Pedro de Atacama in Cile nei pressi delle Montagne della Luna, dove si reca Mister No per cercare Luisa. L’affascinante carico di mistero rappresentato dall’oscuro segreto della pianta del tamarugo – e dalle impressionanti mummie che il missionario gesuita Gustavo Le Paige (realmente esistito!) mostra al pilota amazzonico – avrebbe meritato maggior approfondimento. Purtroppo Castelli mette da parte queste intriganti suggestioni e opta per una seconda parte tutta votata all’azione. Il commando paramilitare guidato da Mister No per liberare Luisa dal luogo in cui il padre la trattiene appare del tutto improbabile, oltre a risultare un corpo estraneo a tutta la vicenda. Colpo di scena finale che ribalta totalmente il punto di vista suggerito al lettore nelle precedenti pagine. Un epilogo amarissimo che, ancora una volta, ci lascia un Mister No ferito profondamente nell’animo.
