La recente scomparsa di Gianfranco Manfredi ha colpito in modo particolare lo staff di Magazine uBC Fumetti… e non poteva essere altrimenti, dato che il nostro sito – nato nel 1996 nella sua prima incarnazione come uBCfumetti.com – è quasi coetaneo di Magico Vento, il personaggio a fumetti più famoso creato, nel 1997, dallo sceneggiatore milanese (di origini marchigiane). Una contemporaneità che ci ha consentito di seguire in diretta la storia dello sciamano bianco dei Sioux Ned Ellis, una collana che si segnalava per la sua incredibile qualità, testimoniata ad esempio dai numerosi recuperi delle recensioni dell’epoca nella nostra rubrica uBC Story, ad esempio per gli albi pubblicati nel primo semestre 2001.
Manfredi ci concesse un’intervista poco dopo il debutto di Magico Vento e in séguito, in più occasioni, dimostrò di seguirci con interesse, ad esempio citandoci nella Blizzard Gazette del n. 29, in cui riportava l’incipit della nostra recensione del n. 24 (“Vi è, da qualche tempo, al servizio di Gianfranco Manfredi, una servetta, svelta e graziosa: si chiama fantasia”) oppure inviandoci in anteprima la sceneggiatura del n. 40.
Con la stessa attenzione abbiamo seguìto le creazioni successive di Manfredi con la Sergio Bonelli Editore: Volto Nascosto, miniserie ambientata durante gli anni del colonialismo italiano di fine ‘800 e il suo sequel Shanghai Devil, in Cina durante la guerra dei Boxer. Senza dimenticare serie più recenti come l’africana Adam Wild e la contemporanea Cani Sciolti che, a partire dal 1968, metteva in scena le esperienze della generazione cui apparteneva Manfredi.
L’esordio di Manfredi nel fumetto avvenne in maniera quasi fortunosa negli anni ‘90 con Gordon Link, personaggio nato originariamente per un progetto televisivo, poi rifiutato e riciclato come progetto fumettistico per la casa editrice Dardo, sulla scia del successo di Dylan Dog (serie per la quale avrebbe poi scritto alcuni episodi, facendo inoltre qualche incursione su Nick Raider e Tex). Anche in questo caso Manfredi ci concesse un’interessante intervista, che partendo appunto dalla creazione e dalle vicissitudini editoriali di Gordon Link spaziava con acume sul panorama fumettistico italiano.
In realtà, il percorso artistico di Gianfranco Manfredi è molto più composito e rappresenta quasi un unicum all’interno del mondo del fumetto. Il suo debutto è stato come cantautore, agli inizi degli anni ‘70, con una produzione discografica insolita e intrigante, contraddistinta da una grande ironia e dalla capacità di mettere in musica le contrapposizioni culturali e politiche dell’epoca. Tra la decina di dischi prodotti, spesso composti insieme a Ricky Gianco, s’impone un grandissimo brano come Ma chi ha detto che non c’è, vero e proprio manifesto della controcultura e dell’autonomia del 1977, brano seminale il cui titolo dette poi lo spunto a Manfredi per un saggio su quel periodo storico.
Anche se la sua carriera musicale finì per diradarsi, Manfredi rimase sempre legato al mondo della musica, realizzando per esempio alcune biografie dedicate a cantanti storici italiani come Celentano, Jannacci, Battisti e Mina. Negli anni ‘80 si dedicherà quasi completamente alla narrativa, scrivendo una serie di romanzi in cui si alterneranno tematiche gotiche e horror a pregevoli ricostruzioni storiche. Tra i tanti romanzi pubblicati, anche da Mondadori e Feltrinelli, le nostre preferenze vanno al grande affresco storico del Piccolo Diavolo Nero, ambientato durante i moti di Milano di inizio Novecento, mescolando la storia della bicicletta e sorprendenti ospiti provenienti dal Far West; e poi a Nelle Tenebre mi apparve Gesù, in cui il protagonista vive una sorta di viaggio irreale tra celebrità più o meno note e più o meno presentabili del secolo scorso.
Non è da dimenticare neppure la produzione saggistica di Manfredi: oltre alle biografie musicali di cui sopra, il nostro ha dedicato negli anni la sua attenzione anche alla storia culturale, artistica e filosofica, con saggi sul crollo della coscienza borghese e sulle provocazioni letterarie. D’altra parte, Manfredi era laureato in filosofia e agli inizi degli anni ‘70 collaborò con l’Istituto di Storia della Filosofia.
Forse il trait d’union tra tutte le sue eccellenze artistiche può essere riassunto nel suo rapporto con il cinema e la TV, dove – in tempi diversi e a più riprese – ha recitato, composto musiche e sceneggiato film e fiction televisive, tra cui è doveroso segnalare quantomeno la sua collaborazione nel 1989 alla trasposizione in serie TV della Valentina di Guido Crepax.
Un talento eccellente capace di imporsi in ogni campo, di cui vogliamo ancora ricordare il suo ultimo lavoro, l’atipico western Il Procuratore (disegnato da Pedro Mauro), uscito prima in Brasile e poi, recentemente, in Italia: aspetteremo con impazienza il secondo volume.
Accennavamo a Volto Nascosto e a Shanghai Devil: presto vi sveleremo una sorpresa riguardante queste due serie di Gianfranco Manfredi. Restate sintonizzati.