Giugno 1976: la malinconica ragazza sulla copertina del n.23 della seconda annata di Lanciostory era indubitabilmente opera di Domingo “Cacho” Mandrafina, cioè il mio disegnatore sudamericano preferito (come spiegavo in questo articolo). Sfogliai quindi avidamente quell’albo ma rimasi sorpreso a dir poco: la ragazza era sicuramente Lady Shadow, modella dall’algida bellezza già ritratta in un poster allegato al n.20 e protagonista del primo episodio di questa nuova serie… eppure i disegni erano di un altro autore!
Dovetti attendere il secondo episodio, sul n.25, per vedere il “debutto” di Mandrafina. Ero comunque già stato attratto dalla trama del lungo episodio introduttivo: l’enigmatica Ombra di Rocca Smeralda era in realtà una donna in cerca di vendetta contro i sei uomini che, anni prima, l’avevano violentata e spinta al suicidio, da cui si era miracolosamente salvata per decidere – dopo anni di sofferenze e interventi di chirurgia plastica – di punire i suoi carnefici, traendoli in inganno con la sua avvenenza.
La serie continuava quindi con una fredda esecuzione per ogni episodio, fino al colpo di scena del sesto: Lady Shadow scopriva che l’ultimo dei violentatori era in realtà il gemello di Patrick Dillary, l’uomo che avrebbe dovuto assassinare per completare la sua vendetta… e di cui invece si innamorava, ricambiata.
Lieto fine, quindi? Macché: negli episodi successivi, Dillary veniva ucciso da due ladruncoli. Lady Shadow tornava perciò a impersonare i panni della fredda giustiziera, uccidendo malviventi insospettabili che non avrebbero potuto essere puniti dalla giustizia “ufficiale”, per poi venire uccisa a sua volta quando il suo cuore si era nuovamente aperto all’amore per il giornalista Roger Rand, che aveva scoperto la sua natura di killer.
Una serie relativamente breve (14 puntate in tutto) ma che si chiudeva al momento giusto, evitando di ripetere troppo a lungo lo schema alla base dei singoli episodi. Una serie amata dai lettori e che venne ristampata – interamente a colori – nell’inserto Dedicato a Mandrafina, incluso il primo episodio disegnato (sembra) da Silvano Marinelli su testi di Anthony Mancuso, poi sostituito ai testi da Sergio Loss – anche se alcune fonti indicano come sceneggiatore Guillermo Saccomanno.
L’articolo sulla “scuola sudamericana” in Lanciostory