Nelle precedenti chiacchierate con il mio amico Butch Walts, che negli anni ’70 condivideva con me scuole, amicizie e soprattutto fumetti, abbiamo finora privilegiato gli eroi Bonelli… ma Tex, Zagor & Co. non erano certamente le nostre sole letture! E così, eccoci ancora una volta impegnati in una chat sull’onda dei ricordi…
BW: Ciao Marco, e Buon Anno!
MG: Grazie, Buon Anno anche a te!
BW: Qualche buon proposito per il 2018?
MG: Eh, di buoni propositi ne avrei tanti… Ma il difficile è riuscire a metterli in pratica. Proverò comunque, come prima cosa, a far contenta mia moglie.
BW: Cioè?
MG: Beh, dopo gli ultimi articoli che ho realizzato per uBC mi ha detto: Possibile che sei sempre lì con Butch a rivangare il passato? Oppure a scrivere articoli sui film di Zagor o comunque sui fumetti Bonelli? E cambia un po’!
BW: Beh, mica è colpa tua se il nostro universo fumettistico condiviso si ferma a metà anni ’80, quando sono partito per gli Stati Uniti… Inoltre, gli albi Bonelli costituivano la maggioranza delle nostre letture, è un dato di fatto.
MG: Sì, però siccome avevo concluso l’ultima chat al grido di La prossima volta cambiamo argomento: basta Tex e Zagor… forse non ha tutti i torti.
BW: E quindi?
MG: Quindi cambiamo argomento. Escludendo i Bonelli, quali erano i fumetti che ci appassionavano di più, alla metà degli anni ’70?
BW: Beh, la risposta è facile: Lanciostory e Skorpio.
MG: Esatto! Reduci da anni e anni di Intrepido e Monello, l’apparizione dei due settimanali dell’Editoriale Eura – soprattutto Lanciostory, nel 1975 – fu un’autentica rivelazione.
BW: A dire il vero, io ho un gradevole ricordo anche dei due settimanali dell’Editoriale Universo…
MG: Beh, anch’io: come dimenticare le serie disegnate da Loredano Ugolini, come Billy Bis e Cristal? Oppure altre serie quali Ghibli o Lone Wolf? Ammetterai però che il livello qualitativo medio di Lanciostory era notevolmente migliore!
BW: Dici? A me sembra di ricordare che, all’inizio, anche Lanciostory ha avuto il suo periodo di rodaggio, con liberi piuttosto insignificanti e serie come Ken & Dan direttamente mutuate dai fotoromanzi Lancio…
MG: Cos’hai contro i fotoromanzi Lancio? C’erano anche loro, nelle mie letture bulimiche – li fregavo a una cugina – e Le avventure di Jacques Douglas era la testata che mi piaceva di più! In particolare, preferivo Kirk Morris al compianto Franco Gasparri…
BW: Sì, va beh, ma non puoi dirmi che – almeno all’inizio, ripeto – ci fosse questa grande differenza tra Eura e Universo!
MG: Forse questa supremazia qualitativa è una sensazione che i miei ricordi hanno creato “a posteriori”, ma se fai una rapida ricerca su Google vedrai che, accanto a Ken & Dan, nel mitico Numero Zero di Lanciostory distribuito in omaggio c’era anche il primo episodio di Yor il cacciatore disegnato da Zanotto, mentre nei numeri immediatamente successivi iniziarono serie come Il Cobra e L’uomo di Richmond, con disegni di Arturo Del Castillo ed Ernesto Garcia Seijas… scusa se è poco!
BW: Il mitico Numero Zero… Se l’avessimo conservato, magari adesso avrebbe un grande valore sul mercato dei collezionisti!
MG: Non ne sono sicuro… E comunque, a quel tempo il concetto di “collezionismo” era lontano anni luce, con i nostri continui scambi e ricicli di fumetti. Inoltre, tanto tanto gli albi Bonelli, ma i settimanali dell’Universo o dell’Eura non si prestavano nemmeno “fisicamente” a essere impilati in una libreria. Ma non svicolare!
BW: Okay, okay. Devo ammettere che i nomi dei disegnatori di Lanciostory, sin dai primi numeri, erano effettivamente notevoli…
MG: Esatto! Con Lanciostory stavamo scoprendo la cosiddetta scuola sudamericana, fino ad allora sconosciuta (almeno per noi), con fior di autori e tematiche sempre più “adulte” per il fumetto popolare. E in seguito sarebbe iniziata anche la pubblicazione di serie provenienti da un’altra grande scuola, quella franco-belga. Secondo me, questo bastava e avanzava per giustificare l’appellativo che avevo coniato per l’Eura…
BW: Ricordo: la chiamavi “benemerita”… Ovvero l’aggettivo, come dice la Treccani, riservato a chi “si è acquistato merito con opere buone e di pubblica utilità”.
MG: Adesso mi stai prendendo in giro, però…
BW: Scusami, ma lo trovavo un aggettivo troppo esagerato! Certo, a posteriori ti do ragione: basterebbe la pubblicazione, nel 1977, dell’Eternauta per ringraziare l’Eura di aver aperto la strada al fumetto sudamericano su una rivista “popolare”.
MG: Proprio così. Solo in seguito avremmo scoperto che questa versione dell’Eternauta (disegnata da Solano Lopez) risaliva addirittura a vent’anni prima e quindi era ancora più “anticipatrice” di quanto poteva sembrare, che il montaggio delle vignette era completamente diverso, che alcuni nomi dei personaggi erano stati cambiati e, soprattutto, che esisteva una seconda versione, disegnata da Alberto Breccia…
BW: È vero: a quel tempo ci bastava gustare la storia! Ricordo che ti piaceva così tanto da aver scritto una specie di riduzione a puntate per la rivista dei campi scuola, con l’ambientazione spostata a Londra, i sopravvissuti barricati all’interno dello stadio di Highbury e…
MG: Ti prego, non ricordarmi quella mia scopiazzatura ignobile! L’unica variante, a parte l’ambientazione, era la storia d’amore tra il protagonista (che, nella mia versione, non aveva moglie e figlia) e una sopravvissuta, con dialoghi rubati di peso a quelli che si scambiavano Zagor e Frida nell’albo “La sabbia è rossa”… Insomma, non solo avevo copiato l’Eternauta, ma anche Bonelli/Nolitta!
BW: E allora? Guarda che copiare da uno è plagio, copiare da molti è ricerca…
MG: Devi proprio continuare a prendermi in giro rinfacciandomi questa storia?!?
BW: D’accordo, d’accordo: chiudiamo la parentesi e torniamo a metà 1977. L’Eternauta era in buona compagnia: Lady Shadow, disegnato da Mandrafina; Larry Mannino, disegnato da Lito Fernandez; Hor il temerario, disegnato da Zanotto; Il Cobra, ora disegnato da Repetto… E potrei continuare.
MG: E c’era anche qualche disegnatore italiano, ad esempio Billy e Pupa era opera di Buzzelli… Ma non va dimenticato che Lanciostory non era più solo: dal marzo di quell’anno era affiancato dal secondo settimanale Eura, che prendeva il nome dal vendicatore solitario Skorpio (altra serie disegnata da Garcia Seijas) la cui serie, naturalmente, iniziava nel primo numero di questa nuova rivista.
BW: Se prima, a proposito di Lanciostory, parlavi di “elevata qualità media” e di scoperta della scuola sudamericana, l’esordio di Skorpio non poteva essere più programmatico: nel primo numero i disegnatori erano Zanotto, Garcia Seijas, Altuna, Arias, Garcia Duran e Alcatena.
MG: Hai fatto qualche ricerca su Google mentre chattavamo, eh? Confessa!
BW: Sì, lo ammetto. Ricordavo un esordio con il botto, ma poco di più… A completare il tutto, c’era anche un poster di José Luis Salinas.
MG: E allora ti dirò che nel secondo numero c’erano Breccia padre & figlio, nonché Lito Fernandez, mentre nel quarto numero apparivano anche Trigo e Casalla.
BW: Tutte autentiche colonne che avrebbero continuato per anni a deliziare gli appassionati, per non parlare dei maestri della scuola franco-belga che si sarebbero aggiunti qualche anno dopo…
MG: Appunto: non parliamone stavolta.
BW: E perché?
MG: Sai che ho un rapporto particolare con il mondo delle BD… Preferisco non mettere troppa carne al fuoco, altrimenti questa chat diventerebbe troppo lunga.
BW: OK, come preferisci: ne parleremo un’altra volta. Però sono curioso di sapere qual era il fumetto della scuola sudamericana che ti piaceva più di tutti, in quegli anni.
MG: Escludendo l’Eternauta, ovviamente…
BW: Ovviamente: so che per te è irraggiungibile, fuori categoria.
MG: Beh, se devo limitarmi a un unico titolo mi metti in grossa difficoltà… Sicuramente qualcosa di Robin Wood, comunque.
BW: Già, Robin Wood! Dall’inizio degli anni ’80 ha praticamente colonizzato le due riviste dell’Eura… Ricordo che, per la prima volta, entrambi davamo più peso allo sceneggiatore che ai disegnatori (che restavano di livello elevato, beninteso).
MG: Hai ragione. La lista di opere di Wood era sterminata, a iniziare da Helena e Savarese su Lanciostory e Qui la legione su Skorpio, nel 1982. Ero proprio ammaliato dalla sua prosa enfatica, dalla varietà delle ambientazioni e delle epoche descritte nelle sue serie… Averci fatto conoscere un autore di questa levatura è un altro dei fattori che mi fa definire “benemerita” l’Eura, senza tema di smentite. Mi chiedevi di indicare il fumetto sudamericano che mi piaceva di più: tutto sommato, non posso che scegliere Dago, in particolar modo la sequenza di episodi riguardanti il sacco di Roma. E tu?
BW: Non posso fare a meno di indicare a mia volta qualcosa di Wood: però si tratta di Gilgamesh, soprattutto gli episodi ambientati sulla Terra, con una particolare predilezione per quello sulla crocifissione di Gesù.
MG: E se invece ti chiedessi di indicare uno dei cosiddetti “liberi”?
BW: Oddio, che dirti? Devo ammettere che, spesso e volentieri, non mi interessavano più di tanto: preferivo di gran lunga le serie…
MG: Anch’io, che discorsi. Ma un libero mi colpì in modo particolare, grazie ai disegni di A. Martinez e ai testi di tale Fleisheer: si intitolava Testimonianza KR 816 e apparve su Lanciostory diviso in due episodi, alla fine del 1979. Confesso che il nome dello sceneggiatore mi era sconosciuto fino a pochi minuti fa, finché non l’ho cercato in rete (e non escludo che la grafia sia errata): ma il connubio tra storia e disegni mi aveva affascinato, tanto da ricordarmi ancora distintamente il titolo a distanza di quasi quarant’anni e da rimpiangere di non aver conservato i numeri su cui era stato pubblicato.
BW: Complimenti per la memoria! E adesso, non vuoi proprio parlare delle BD che abbiamo scoperto grazie all’Editoriale Eura?
MG: La prossima volta, promesso!