Ehm Autoproduzioni è costituito da un giovane collettivo formatosi a Palermo nel 2014. Ha all’attivo diverse opere in catalogo ma, quest’oggi, mi soffermo su The Shilling Shockers.
TSS è un’antologia horror a fumetti che si lascia leggere con una chiave di lettura interessante e diversa dal solito – non unica, ma davvero focalizzata nel genere. Il progetto (perché di questo si tratta) è nato attraverso una campagna di crowdfunding e, se la memoria non mi gioca brutti scherzi, questo è uno dei primi fumetti del collettivo.
Dicevamo… un racconto corale per avventurarsi nella paura più infima e psicologica, come quella delle fobie che ognuno di noi si porta dietro. Non immaginatevi quindi splatter, uccisioni, sanguinamenti… Semplicemente, direbbe qualcuno, si tratta di una questione di testa.
Sei storie ideate e disegnate da menti e mani differenti, con tratti distintivi e originali, rendono questo fumetto un piccolo gioiello da incastonare nella vostra bibliografia dell’horror (sempre se amate il genere in questione, sia chiaro!).
I brevi racconti (quattro storie a fumetti e due illustrate), anche se alcuni più lunghi di altri, si snodano in sei capitoli.
Si parte con Talassofobia, ovvero la paura del mare e degli abissi, con i testi di Elisa Castellano e i disegni di Antonello Cosentino. Un racconto dal forte sapore introspettivo con un tratto grafico incisivo.
La Bestia di Vittoria Margheri ci racconta di una favola trasposta in chiave horror. Il suo tratto può sembrare più dedito ai libri per bambini, ma non è così: si lascia pian piano farsi grande e volutamente disorientante.
Argumentum ad hominem di Cortopassi si concentra sulla strategia della retorica con la quale ci si allontana dall’argomento della polemica contestando non l’affermazione dell’interlocutore, ma l’interlocutore stesso. Il rimando all’espressionismo tedesco nella parte visiva forse non è solo una mia immaginazione.
Passiamo poi a Uroboro di Fabrizio Castano, che gioca sul senso della ciclicità della vita, dei rapporti interpersonali che confluiscono, in un modo o nell’altro, sul versante psicologico.
Ulster Weavers di Cosma Bassi con i disegni di Sette Valeria si fa portatrice di un tratto anch’esso singolare, dove la narrazione si condensa e diventa fruibile attraverso un senso di frustrazione.
E infine Parasomnia con i testi di Claudia Milazzo, i disegni di Charlie La Cerva e i colori di Elisa Bisignano, che si concentra sulla perdita del sonno, anzi, per meglio dire sull’insonnia. Da qui scaturiscono tutti i problemi che porteranno la protagonista a lottare con i suoi stessi eteronimi – Pessoa permettendo.
Un’antologia che merita di essere letta, a cui bisogna dare il giusto spazio e tempo per godere appieno la diversità degli stili da cui è costituita.