Esordio italiano per l’olandese Aimée de Jongh (autrice molto conosciuta in Francia), che nel 2021 ha prodotto – dopo 5 anni di documentazione – Giorni di sabbia, storia ambientata nella Dust Bowl, la zona desertica degli Stati Uniti durante la Depressione degli anni ‘30. Il protagonista è il giovane fotografo John Clark che, assunto da un’agenzia governativa, ha l’incarico di documentare nel 1937 la tragica situazione degli agricoltori tra Oklahoma, Kansas e Texas, quando la siccità che si protrasse per alcuni anni causò tempeste di sabbia sconvolgenti, aggravando la crisi economica in atto.
La conoscenza con i disperati che abitano quelle zone maledette, l’ascolto delle loro storie strazianti e la condivisione delle loro vite miserabili spinge il giovane fotografo a riconsiderare il suo ruolo, fino a compiere un gesto simbolico e di grande effetto che lo riappacifica con la sua coscienza.
L’opera di de Jongh è ammirevole e si segnala non solo per la qualità del disegno (spettacolare la colorazione delle tempeste di sabbia) e della narrazione, come pure per il lavoro di documentazione storica, ma anche per il messaggio che contiene in questo periodo di sconvolgimenti climatici.