Febbraio 1973: da qualche mese mio fratello aveva iniziato ad acquistare regolarmente lo Zagor mensile inedito, ma per i numeri fino al 75 circa continuavamo a cercare di procurarceli tramite i consueti scambi con il mio amico Butch Walts e suo fratello.
Quando, un giorno, lo vidi arrivare dall’edicola con un albo nuovo di zecca in mano, pensavo fosse All’ultimo sangue, che aspettavo con trepidazione per scoprire come sarebbe finita la storia con Manetola. E invece… era la ristampa “Scritta Rossa” del n. 33, La casa del terrore, contenente una storia iniziata nell’albo precedente. Di fronte alla mia faccia interrogativa, mio fratello si limitò a dire: “La copertina mi ha colpito troppo!” – e non potevo certo dargli torto: difficile resistere a quell’immagine del Maestro Gallieno Ferri…
Aspettai quindi con trepidazione che finisse di leggerlo e rimasi molto sorpreso quando arrivò in fondo all’albo e mi disse semplicemente “Bah, pensavo meglio”.
Tutto qui, per un album con una copertina così strepitosa e invitante?
Mi immersi avidamente nella lettura e ne rimasi estasiato – pur senza, naturalmente, cogliere le numerose citazioni disseminate da Nolitta (a partire dalla caratterizzazione grafica del maggiordomo e dello “spettro”). Fenomenale la scena della prima apparizione, apparentemente inspiegabile come d’altronde anche quelle successive; fenomenali, inoltre, gli intermezzi comici (con Cico e Bat Batterton) che non mi dettero fastidio come, invece, quelli nella storia con il vampiro letta pochi mesi prima. Ma allora, perché questa reazione così delusa da parte di mio fratello?
Presto detto: non gli era piaciuta la soluzione realistica, che secondo lui banalizzava le premesse 100% horror… tanto è vero che poi non acquistò il n. 34, lasciandomi con la curiosità di scoprire come finiva la storia.
Forse aveva ragione lui, ma le paurose apparizioni di “Priscilla” turbarono i miei sogni a lungo.
La scheda nel database storico di uBC
