Torna sugli scaffali francesi, a due anni dalla prima traduzione pubblicata da un editore minore – Revival, che non ne assicurò la diffusione – Pompeo di Andrea Pazienza (Les derniers jours de Pompéo in francese).
Correva l’anno 1987… e pare impossibile che l’opera di Pazienza sia passata inosservata in Francia, terra d’elezione per il fumetto e che ai fumettisti italiani ha dato e continua a dare onore e gloria: da Pratt a Giardino, da Mattotti a Gipi e a una miriade di transfughi che in patria non riescono a vivere di fumetto (Crittone, Iorio, Baraldi, solo per citarne alcuni).
Pazienza apparve in qualche storia nel collettivo Musicomix – Made in Italy del 1984 (assieme a Liberatore, Scozzari, Igort, Mattioli) e, tre anni dopo, in un numero fuori serie della rivista L’Écho des Savanes e nulla più. Troppo “bolognese” ancor prima d’essere italiano?
La scelta di Pompeo pare giudiziosa: sebbene ancorata ad anni e a un contesto culturale (ancor prima che politico) che difficilmente un francese d’oggi potrà capire, le angosce esistenziali dipinte da Pazienza rimangono universali.
Si spera che il segno – la padronanza anatomica, l’audacia dell’impaginazione, la leggerezza di un pennello ricco di contrasti – farà il resto: chi scrive ricorda ancora le discussioni con i compagni del liceo per carpirne i segreti e regolare le emozioni.
Charlotte Editions, all’origine di questa ripresa, ha dato vita nell’ottobre di quest’anno all’omonima rivista mensile di fumetti che ha messo in copertina il nome di Pazienza assieme a quello di Chris Ware e Bastien Vivés. Ci auguriamo che sia l’inizio di una scoperta tardiva ma indispensabile.