“Andrea prima di Paz. Appunti degli anni pescaresi” – Il documentario

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Andrea prima di Paz, Pescara prima di Bologna. Parliamo, appunto, dei primi anni della sua vita nella città d’origine.

Andrea Pazienza è un nome tutelare nel mondo del fumetto italiano, un autore controverso diventato, negli anni, icona di una generazione. La sua arte non si è fermata ai confini territoriali del “bel paese”, ma è andata oltre, tradotta in diverse lingue: non ultima, quella francese con Pompeo.
E poi, lo sappiamo, Andrea Pazienza sta al cinema più di ogni altro fumettista… e ora vi spiego il perché.
Ma andiamo con ordine.

Andrea Pazienza
Locandina del documentario

In questo nuovo articolo della rubrica Cinema & Fumetti vi porto all’interno del documentario dedicato ad Andrea Pazienza: Andrea prima di Paz. Appunti degli anni pescaresi (2024). Nello specifico, l’opera si sofferma sugli anni in cui il fumettista visse a Pescara: dal 1969 al 1973, gli anni giovanili per intenderci, quelli della formazione.
Quest’opera, nata da un’idea di Paolo Ferri per la regia di Peter Ranalli, non emerge certo per originalità e linguaggio critico, ma propone un buon documento che ci racconta di alcuni aspetti, luoghi e amici con cui Pazienza condivise esperienze per anni prima di spostarsi in altre città italiane, Bologna compresa.
Ecco, il documentario lo analizziamo propriamente dal punto di vista fumettistico, tralasciando il suo aspetto estetico.

Dicevo poco sopra che Pazienza è stato legato al cinema perché il suo percorso doveva portarlo a diventare regista anziché fumettista. Nel 1974 il Paz si iscrisse infatti al DAMS di Bologna, nel corso di Regia che poi abbandonò pochi esami prima dell’atto finale. Ma, del resto, le sue apparizioni in film underground, di amici o colleghi sono ben visibili: in Narciso, ad esempio, è il solo attore del cortometraggio diretto dal suo caro amico Albano Paolinelli. La sua arte – successivamente – divenne riconoscibile anche attraverso il film Paz! (2002) diretto da Renato De Maria (di cui parleremo in un altro articolo), con la scena in cui Fiabeschi (proprio al DAMS, mentre sostiene l’esame di Storia del Cinema) parla di Apocalypse Now: memorabile!

Il rapporto di Pazienza con il cinema resterà emblematico e lo accompagnerà per tutta la vita, come anche quello musicale.
Nel documentario si percepisce ed emerge l’aspetto di un autore poliedrico, estroso e ricco di vitalità, tanto che questa sua energia spesso disorientava i suoi amici e i compagni di scuola. 
Il regista, tra l’altro, ci porta all’interno della casa di Giovanna Di Biase, fidanzata di cui Andrea era molto innamorato: e lo si percepisce dalle lettere che lei stessa ci legge, oltre a farci vedere una serie di disegni e pitture mai esposte di Pazienza.
Fino ad arrivare alla mostra presso il Museo CLAP – Comics Lab Art Pescara – dove non solo culminerà il finale del documentario con una performance di Tanino Liberatore, ma si assisterà all’esposizione permanente di oltre trecento opere originali di Andrea Pazienza.

Si parlerà, inoltre, della vita di Andrea durante gli anni del Liceo Artistico, grazie anche al maestro e docente Sandro Visca. Oltretutto, sarà proprio quest’ultimo ad essere il soggetto preferito dal fumettista per diversi anni, tanto da dedicargli gran parte dei disegni che Visca successivamente conservò e che sono stati donati al CLAP di Pescara.

Sarà proprio il maestro Visca a indirizzare Paz sulla strada della narrazione a fumetti, facendolo ragionare su un aspetto importante e non più ludico, lasciando così da parte i “disegnini” caricaturali che invece spesso realizzava durante le lezioni. In questo, il docente è stato lungimirante nel vedere la caratura di un giovane artista.

Da questo documentario emergono quindi molti interessanti aspetti su Pazienza che sicuramente mancavano, e che vanno a colmare dei pezzi della sua storia e della sua vita professionale, nonché quella privata. 

Inoltre – fattore molto importante – è stata la sua affiliazione alla galleria d’arte Convergenze di Peppino D’Emilio che gli diede la possibilità di esporre le prime opere e continuare nel percorso di disegnatore oltre, ovviamente, a sottolineare la vitalità intellettuale, artistica e culturale della città di Pescara a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, seconda solo a Bologna per gallerie d’arte attive in città ai tempi.

Sandro Visca - Frame dal film

Ed è proprio di questi dettagli che il documentario di Ranalli si fa forza, narrando e scoprendo documenti e aneddoti su uno dei fumettisti più singolari e iconici del nostro paese.
Un film che vi consiglio di vedere per approfondire una porzione della sua vita giovanile, prima che arrivassero le sue opere più conosciute: da Zanardi a Penthotal, da Pompeo a Fiabeschi.
Il film mette in risalto gli anni d’una vita spensierata, attraverso il ricordo di amici e secondo una narrazione che porta a definire una porzione importante della vita di Andrea Pazienza.
È un’opera necessaria, soprattutto per i motivi che vi ho descritto. 

Andrea prima di Paz. Appunti degli anni pescaresi può essere visionato gratuitamente qui, sulla pagina di Artribune.

Michele Tarzia

Vivo nell'ombra dei miei pensieri, ai margini della mia memoria

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