“Deep Vacation”
di Yi Yang

Dopo Easy Breezy, una nuova avventura con Yang Kuaikuai e Li Yu

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7.5/10

Impossibile parlare di questo Deep Vacation senza confrontarlo con il sorprendente Easy Breezy: un po’ perché i personaggi sono gli stessi e un po’ perché lo stile di Yi Yang, seppur qui fortemente mutato, rimane piacevolmente riconoscibile.

Come anticipato, ritroviamo Yang Kuaikuai e Li Yu, cresciuti e ormai legati da una stramba amicizia, alle prese con l’alternanza scuola-lavoro estiva. Abbandoniamo così la frenetica e ipercinetica città per trasferirci su un’isoletta di pescatori, l’immaginaria Isola di Duanshan.

Il cambio di location coincide anche e fortemente col cambio di ritmo del racconto. Se la precedente avventura era caratterizzata da un ritmo crescente e adrenalinico, con un climax vorticoso e incalzante, qui Il racconto si fa più intimo e l’incedere diviene più graduale e, talvolta, anche riflessivo.

Anche il tratto dell’artista, pur conservando la sua efficacia e l’intelligente uso delle tonalità di colore che variano a seconda della situazione, rinuncia parzialmente alle sue sfumature più grottesche per favorire situazioni più delicate che riescono anche a sfumare nel poetico e nella bellezza.

Il racconto di formazione che viene qui proposto ha il fascino di tutte le avventure per ragazzi da sempre narrate: il viaggio, l’amicizia, l’inutilità degli adulti, i primi amori, l’avventura, il mistero, l’incoscienza. Gli elementi sono tutti qui ed è quasi rassicurante ritrovarli nonostante uno stile e un linguaggio sempre pungente, diretto e reale.

Una storia che si fa leggere con piacere, che non manca di confermare il talento e la verve di Yi Yang e che si fa apprezzare nonostante, come detto, la presenza dei consueti e canonici cliché del genere.

Note a margine: la figura femminile Shi Chengshi è un passo indietro rispetto ai personaggi che, negli ultimi anni, si stanno delineando nel panorama fumettistico internazionale e manga.

VOTO
0

Pasquale Laricchia

Cominciai a correre. Finché i muscoli non mi bruciarono e le vene non pomparono acido da batteria. Poi continuai a correre.

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