Tex è probabilmente il personaggio a fumetti per cui annualmente vengono prodotte più tavole inedite, tra collana classica, le avventure giovanili, il Texone, il Maxi, il Magazine, il Color, i Romanzi alla francese e lo speciale Tex Willer. Una tale produzione mette sicuramente a dura prova gli autori, sceneggiatori e disegnatori in primis, ma immaginiamo anche la stessa casa editrice impegnata nella programmazione delle uscite dei vari albi.
Producendo una così gran mole di storie è naturale che non tutte le uscite possano essere di qualità eccelsa, e questo sembra proprio il caso del Color Tex n.24, Mesa Blanca e altre storie, uscito lo scorso novembre con 5 storie brevi. Gli episodi brevi già non si addicono in maniera particolare alla narrazione texiana, che solitamente trova sfogo in storie di lunga durata, ma in questo caso anche la parte grafica è deludente in più di un episodio, impedendo di fatto che questo albo si imponga nella memoria dei lettori.
Eppure il primo racconto, Mesa Blanca, non è male; realizzato da Ruju e da un ottimo Corrado Mastantuono, vede Tex e Carson affiancare, in una storia tutta azione (con sequenze da spaghetti western), il mezzosangue Nash Harrow nella sua vendetta contro una banda di desperados che uccise i suoi genitori quando era un ragazzino.
Già il secondo racconto, I fratelli rapinatori (realizzato da Gabriella Contu e Fabrizio Russo), con Tex impegnato ad aiutare l’anziano Thomas a cercare di redimere i suoi figli divenuti rapinatori, ci appare meno incisivo dal punto di vista grafico, mentre la storia decisamente non si impone. È forse però la terza storia, La leggenda di Porter Rockwell, a costituire la maggiore delusione dell’intero albo, a causa dei disegni approssimativi dell’italoamericano Sal Velluto, già visto all’opera su Zagor. Lo spunto iniziale suggerito dallo stesso disegnatore della storia non è neppure male – con la presenza dello sceriffo mormone Rockwell, realmente esistito – ma la raffigurazione di Tex e una certa legnosità nella delineazione dei personaggi non consentono di godersi appieno la storia sceneggiata da Pasquale Ruj
Nel racconto seguente, Lunga notte a Cayote, è una sceneggiatura del curatore Mauro Boselli a battezzare il debutto texiano del brasiliano Pedro Mauro, solitamente all’opera con Gianfranco Manfredi, che – in attesa di realizzare un probabile Texone – disegna questa storia breve con Tex che sventa un’evasione. Mauro è un maestro del bianco e nero: in questo caso i colori non aggiungono molto, anzi, probabilmente tolgono qualcosa al suo segno solitamente più incisivo.
Tex guida una posse alla caccia di una banda di fuorilegge nell’avventura conclusiva dell’albo, I due volti della legge, realizzata da Alessandro Russo e dal leggendario disegnatore Giancarlo Alessandrini, più abituato – senza dubbio – a trame maggiormente mysteriose.
Un Color quindi decisamente sotto tono, soprattutto dal punto di vista grafico.