Tex n.141-145
“La cella della morte”

Le storie degli anni '70 che hanno creato il mio immaginario fumettistico

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Naturalmente, è una semplice coincidenza… ma è davvero curioso che la Sergio Bonelli Editore, negli ultimi due mesi, abbia ristampato – in due mallopponi brossurati da libreria – le mie storie preferite di Zagor e di Tex. Per lo Spirito con la Scure, ho già parlato in una precedente Short Review del mio gradimento per La marcia della disperazione, il capolavoro di Guido Nolitta e Gallieno Ferri (con il contributo di Franco Bignotti).

Per il ranger e capo dei Navajos, invece, segnalo con grande piacere la riedizione del capolavoro di G. L. Bonelli ed Erio Nicolò La cella della morte, con gli editoriali a cura di Luca Barbieri e una nuova copertina di Claudio Villa ispirata – ma con minor pathos – a quella del n.143 della collana mensile (la storia era apparsa originariamente nei numeri 141-145 ed è conosciuta anche con i titoli Il grande intrigo e/o In nome della legge).

Come scriveva giustamente Michela Feltrin nel nostro database storico, questa è “in assoluto una delle migliori storie di Tex, […] un lungo romanzo a fumetti che narra della caduta dell’eroe, accusato innocente, e della sua rinascita, tanto inarrestabile e certa quanto indomita è la volontà dell’eroe e naturale la fierezza dei pard”.

Sono parole che sottoscrivo incondizionatamente. Quando la lessi per la prima volta, questa storia mi entusiasmò non soltanto per la sua lunghezza (oltre 500 pagine) ma anche per la trama serratissima e portata avanti su più fronti, con Marcus Parker che trama costantemente nell’ombra tessendo il suo complotto intorno a Tex e non esitando, quando necessario, a eliminare i tirapiedi di cui si era servito poco prima.

Un G.L. Bonelli vicino alla perfezione, autore di numerose pagine indimenticabili grazie anche agli splendidi disegni di Erio Nicolò, qui forse all’apice della sua produzione texiana. Applausi.

La scheda nel nostro database storico

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