Come trattare un soggetto già ampiamente narrato, anche dal fumetto, come la guerra civile spagnola? Dopo vari e premiati reportage illustrati sulla polizia – squadra omicidi, divisione minori, antimafia – e la marina francesi (l’equipaggio del sottomarino nucleare Charles de Gaulle), il duo formato da Raynal Pellicer (sceneggiatura) e Titwane (disegni) decide di farlo, alla loro prima prova realmente fumettistica, attraverso lo sguardo oggi misconosciuto di due fotografi di guerra. Si tratta dei tedeschi dissidenti – omosessuali – Hans Namuth e Georg Reisner, nel 1936 a Barcellona per coprire le Olimpiadi popolari organizzate in risposta a quelle berlinesi, la cui inaugurazione però mai avvenne perché coincise con lo scoppio dell’insurrezione franchista contro la Repubblica.
In un gioco di specchi, lo sguardo degli autori – chi scrive e disegna e allora chi fotografò – è tinto d’umanismo: Pellicer evita ogni facile manicheismo e racconta tutte le sfumature di una guerra fratricida: dal generale fedele all’Arma e quindi alla Repubblica, alle vendette inutili e al caos e alla paura che queste generano.
Dal canto suo, la tavolozza di Titwane – che ci ricorda da dove viene, l’illustrazione, con ritratti e doppie pagine cariche d’espressività – dagli iniziali toni rossi e caldi (ma il grigio non è mai lontano) letteralmente si scolora sino ad un bianco e nero acquarellato che, forse più delle parole, mostra l’aridità della guerra e delle anime.
Uno stingersi sino al nero delle ultime tre pagine, in perfetta sintonia con il destino dei protagonisti: Georg morto suicida, Hans esule in America dove continuerà l’attività di fotografo.
Indispensabile.