La Sergio Bonelli editore decide di modificare il calendario editoriale per pubblicare subito, a pochi mesi dalla scomparsa di Carlo Ambrosini, questa sua “La misura del mondo”, l’ultima storia scritta e disegnata dall’artista per la serie regolare di Dylan Dog (ne seguiranno infatti un’altra sul prossimo Old Boy ed un’ultima, completata dalla moglie Lu Vieira, sul prossimo Color Fest).
L’intento qui è comunque quello dell’omaggio e dell’ultimo accorato saluto ad uno degli artisti più completi della sua generazione, che tante pagine memorabili ha dedicato al personaggio e ai suoi lettori. Nell’Horror Club troviamo così i saluti di Tiziano Sclavi e di Franco Busatta, oltre a quelli di Barbara Baraldi. Una scelta condivisibile, doverosa e lodevole.
Tutto ciò rende complicato recensire questa storia. Da un lato, la lettura dell’albo è influenzata dal forte senso di addio dovuto alla prematura scomparsa dell’artista e il giudizio complessivo ne viene immancabilmente compromesso. Dall’altro, la poetica di Ambrosini è anche qui rappresentata in forma compiuta e matura, con l’autore che esplora la vita, la morte, il dolore e il sogno alla sua maniera, ossia con delicatezza, rabbia e mistero, invitando per l’ultima volta il lettore a perdersi fra le pagine del racconto e a lasciarsi andare ad una leggera malinconia.
Provando ugualmente a districarci fra la mestizia e le pagine del racconto, quello che subito si nota è come la vicenda narrata, colma di dolore e ferite, diviene un giallo quasi solo incidentalmente – come quasi incidentale è l’intervento di Dylan nei meccanismi della vicenda. Un Dylan che potrebbe essere facilmente Napoleone, considerata anche la presenza del sergente Garrett / Boulet a coadiuvare nelle indagini l’ispettore Block / Dumas, o che potrebbe semplicemente non esserci, se non fosse per l’interazione con il personaggio di Lu.
Una storia quindi che incontra solo per dovere di testata le necessità del personaggio Dylan, per concentrarsi essenzialmente sulla follia – e sul dolore – di Slim: l’anziano signore affetto da nanismo armonico è difatti il fulcro della storia che, tra visioni e ricordi, accompagna (invero rapisce) il lettore e il piccolo Donald (anche lui affetto da nanismo armonico) alla ricerca del suo posto nel mondo. Posto che, rassegnato, non trova però in questo piano di realtà, ma in quello onirico e romanzato della città volante di Laputa narrata da Jonathan Swift ne I viaggi di Gulliver.
Un racconto fortemente simbolico con l’opera del Settecento come guida emotiva e sociale, il consueto ormai peculiare Arlecchino “simbolo di un essere che non ha potuto completare la sua individualizzazione staccandosi dalla confusione dei desideri, dei progetti, delle possibilità” e con un ritmo sincopato della narrazione. La prosa dell’autore disegna così una vicenda amara e crudele, che forse ritrova una piccola scintilla di speranza solo nell’abbraccio finale tra Lu e il piccolo Donald. Ma questa possibile visione sta tutta nell’interpretazione di ciascuno, data (come si diceva) la forte componente compiutamente personale ed ermetica della poetica di Ambrosini.
I disegni, incompiuti, in alcuni casi quasi solo bozze preparatorie, accentuano col tratto marcato della matita la durezza del racconto, dando ancora più risalto alle parti oniriche visti i contorni labili e spesso per nulla definiti. I volti dei personaggi, mai ben delineati, permettono comunque sempre di riconoscere il tratto dell’artista e di godere bene dell’intensità delle emozioni pur sacrificando dettagli e resa anatomica.
Il premio per il saluto più affettuoso va alla cover di Gianluca e Raul Cestaro: delicata, evocativa e malinconica. Solo Paolo Bacilieri era riuscito a fare meglio.
Sinossi
Il piccolo Donald scompare misteriosamente dall’orfanotrofio. Lu, la sua assistente sociale, è convinta di avere un collegamento telepatico con lui. L’unico a prenderla sul serio è Dylan Dog, anche se le visioni di Lu sembrano condurli in un luogo improbabile: l’isola volante di Laputa descritta da Jonathan Swift nel racconto di I viaggi di Gulliver. Ne viene fuori una ricerca, tra passato e presente, che scava nel dolore dell’animo umano e nelle sfumature più profonde e poetiche delle nostre relazioni emotive.
Dylan Dog n. 449 “La misura del mondo”
di Carlo Ambrosini
16x21cm, 96 pagine, b/n, 4,90€
Sergio Bonelli editore, gennaio 2024
Se te lo sei perso: metti alla prova la tua conoscenza sull’Indagatore dell’Incubo rispondendo a queste dieci domande sul personaggio creato da Tiziano Sclavi: Il Quiz su Dylan Dog