Esse-Esse a caccia di nazisti

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In occasione del Giorno della Memoria, recuperiamo una storia “tripartita” di Esse-Esse in cui, pur privilegiando l’aspetto avventuroso della trama, vengono mostrati gli orrori dei campi di concentramento.


L’Olocausto è stato un tema trattato pochissime volte nei fumetti Bonelli: ricordiamo alcune storie di Martin Mystère con antagonisti gruppi di nazisti invecchiati e la spaventosa Doktor Terror di Dylan Dog, piena di riferimenti a Maus. Il terrificante genocidio che si svolse durante la Seconda Guerra Mondiale, quando i nazisti e i loro alleati sterminarono consapevolmente ebrei, slavi, rom, prigionieri politici e di guerra è stato il punto di partenza di una breve storia in tre episodi, allegati a tre numeri annuali dello speciale Mister No in cui venivano raccontate alcune avventure del passato di Esse-Esse, lo storico comprimario del pilota nordamericano nelle sue avventure amazzoniche.

Si tratta di tre albetti da 32 tavole, a partire da Mister No Speciale n.9 (uscito nel marzo 1995), che contengono una storia dai toni drammatici, scritta con taglio cinematografico da Luigi Mignacco e illustrata magistralmente da Giuseppe Viglioglia – che all’epoca utilizzava un tratto che omaggiava visibilmente Frank Miller – e dalle copertine di Roberto Diso.

Esse-Esse nella quarta di copertina

L’iniziativa, per quanto poco appariscente, andava a innestarsi nel rinnovamento della collana di Mister No che sarebbe iniziato a breve, come abbiamo raccontato nella serie di articoli Guida al nuovo corso di Mister No. I riferimenti al passato di Esse-Esse, soprannome di Otto Kruger, erano sempre più numerosi anche nella collana regolare del pilota e vengono riassunti nella rubrica di apertura dell’albetto – “Due o tre cose che sappiamo di lui…” – a partire dalla sua militanza negli anni ’30 nelle forze anti-naziste, prima di arrivare in Brasile a Sao Luis do Maranhao a inizio anni ’50 dove conosce il suo futuro grande amico Mister No. Interessante l’immagine nella quarta di copertina, che ritrae il nostro eroe in vari momenti della sua esistenza: dal paesello austriaco Liezen nel 1934 a Wiluma, piccolo centro australiano, nel 1984.

La trama della trilogia è appassionante: nel primo albetto, Anno Zero, troviamo Otto Kruger che si aggira nella Germania del 1945 devastata dalla guerra. Dopo essersi impossessato dell’identità del defunto reverendo Wolfgang Neuman, che gli permette di abbandonare la divisa dell’esercito tedesco, cerca il modo di tornare in Austria, suo paese natio. Sulla strada ritrova – inaspettatamente – il maggiore Wolfe, la “Belva del Deserto”, suo comandante nell’Afrika Korps: salvandogli la vita, salda un vecchio debito di guerra.

“Anno Zero”

Esse-Esse prosegue il suo viaggio in solitaria arrivando a Kirkenburg, un campo di sterminio, dove apprende con sgomento – dai pochi sopravvissuti ridotti allo stremo – che il loro aguzzino è lo stesso Wolfe. Esse-Esse si dirige a Zurigo, dove inizia ad eliminare la rete di protezione per i nazisti in fuga creata dal suo vecchio comandante.

Nel secondo albetto, il più classico Cacciatori di Uomini, troviamo Esse-Esse a Macao nel 1946: qui ritrova Pessoa, suo commilitone nella Legione Straniera prima della guerra, che sta cercando a sua volta di debellare l’organizzazione nazista. Tra flashback di guerra, propositi di rivincita nazisti e atmosfere alla Lili Marlene, la resa dei conti con Mueller – il vice di Wolfe – è decisamente cruenta e coinvolge anche Pessoa e la sua innamorata Lily.

L’ultimo albo di questa trilogia così particolare, Cuore di Tenebra, ci porta nell’alto corso del Mekong: Esse-Esse ottiene dal comandante belga Saint Malo un passaggio sul suo Bateau Ivre per raggiungere “Paradiso”, dove si sono rifugiati i nazisti in fuga guidati da Wolfe. Tra le citazioni e gli omaggi al romanzo di Joseph Conrad e al film Apocalypse Now di Francis Ford Coppola, è da notare la perfetta ricostruzione dei templi buddisti tra i campi di papavero, ad opera di Viglioglia.

“Cuore di Tenebra”

L’incontro finale con Wolfe è sconvolgente per Esse-Esse: alla ricerca del perché il suo eroico comandante della guerra in Africa si sia trasformato in una belva nei campi di sterminio, dovrà fare i conti anche con il suo passato di eroinomane.

La narrazione secca e senza tanti fronzoli di Mignacco e Viglioglia lascia poco spazio alle parole, ma tutto è immediatamente comprensibile, grazie al tratto milleriano che il disegnatore utilizzava all’epoca. Mignacco si diverte a riempire i tre albetti di citazioni ad effetto e le poche pagine a disposizione agevolano il ritmo della storia, cruenta come cruenti erano quei tempi cupi.

Non si tratta ovviamente di una storia sull’Olocausto, ma piuttosto sul quesito che spinge l’avventuroso Esse-Esse attraverso mezzo mondo alla ricerca del suo ex-comandante: com’è stato possibile che ci siano stati i campi di sterminio? Un quesito che resta però senza risposta. Le poche pagine dedicate alla descrizione dei campi vuoti del primo albo, in cui è possibile intravedere tutta la devastazione e l’orrore che hanno ospitato, rappresentano tuttavia un prezioso contributo alla memoria di ciò che è stato e che è bene che non sia dimenticato.

Massimo Cappelli

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