Dylan Dog n. 442 bis “L’isola dai due soli”

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Per la terza estate di fila, il consueto appuntamento di luglio con Dylan Dog raddoppia.
Il primo, nel 2021, fu l’interessante “Qwertyngton” (Dylan Dog 418 bis) di Luca Vanzella e Luca Genovese, lo scorso anno il buon “La strage silenziosa” (Dylan Dog 430 bis) di Rita Porretto e Silvia Mericone; quest’anno è il turno di Davide La Rosa e Franco Saudelli con “L’isola dei due soli”.

L’invenzione di Morel a fumetti

Come anticipato dall’Horror Club di Barbara Baraldi, Davide La Rosa – per il suo esordio sulla serie “regolare” – sceglie di omaggiare il romanzo di Adolfo Bioy Casares “L’invenzione di Morel” del 1940. La passione e l’influenza del romanzo sull’autore sembrano tali da non lasciargli altra strada se non quella dell’adattamento a fumetti.
L’opera di Casares, infatti (per gran parte del tempo), non sembra solo un punto di partenza: questa avventura di Dylan Dog si presenta come una semplice rivisitazione aggiornata e più rapida dell’opera a cui fa riferimento, con il nostro indagatore nei panni del protagonista (interpretato da Giulio Brogi nell’adattamento cinematografico di Emidio Greco del 1974).

La differenza, fortunatamente, la fa la passione di Davide La Rosa per Dylan Dog. Se è vero, come detto, che il canovaccio in cui il nostro eroe si muove è il medesimo (medesimo, non simile: medesimo, praticamente identico) dell’opera originale, è anche vero che il Dylan Dog che agisce su questo palcoscenico non è il naufrago senza nome di Casares.

La Rosa riesce infatti ad inserire il “personaggio Dylan” scegliendo di raccontare la filosofia espressa da Casares in quei punti che collidono con quella dell’Indagatore di Tiziano Sclavi. Ed ecco che Dylan si sofferma quindi su altri dettagli rispetto al protagonista del romanzo, subisce fascinazioni diverse e ha uno scopo totalmente opposto rispetto al naufrago dell’opera originale.

Jack Vettriano horror version

Nello stesso posto, con le stesse dinamiche abbiamo quindi un punto di vista se non diverso, comunque attento ad altri aspetti. Inoltre il senso di smarrimento di Dylan si trasmette bene al lettore, come pure il dolore delle proiezioni intrappolate sull’isola.
Se aggiungiamo che ne viene fuori un dialogo con La Morte riuscito e non forzato, una buona (anche se un po’ sopra le righe) interpretazione di Groucho e un cameo di Lord Wells sul finale, bene! Possiamo dire di godere di un prodotto sufficiente a farci passare venti minuti piacevoli sotto il caldo torrido di questo luglio infuocato.

Franco Saudelli ai disegni fa quello che deve e sa fare con naturalezza, perché lo sa fare bene: fa percepire il caldo e l’afa luminosa dell’isola, fa saettare Dylan in preda alla confusione a destra e a manca e regala uno scorcio di fantascienza retrò anni ‘70, rievocando le atmosfere del film e omaggiando le scenografie di Amedeo Fago.

A proposito di naufraghi e isole che non dovrebbero esistere: nella serie di Lost, di J.J. Abrams, Damon Lindelof e Jeffrey Lieber, uno dei personaggi (Sawyer), nel quarto episodio della quarta stagione, è intento proprio a leggere l’opera di Casares. Cicli e ricicli storici.

Sinossi

Dylan Dog, suo malgrado, si ritrova ad accettare un caso di sparizione su di un’isola al largo di Sandhaven, in Scozia. L’isola non dovrebbe esistere e Dylan si rende conto molto presto che neppure le leggi fisiche presenti sull’isola hanno senso di esistere… tanto meno i due soli che splendono nel cielo. Confuso dalla ciclicità di ciò che accade, dovrà capire come fuggire dall’isola prima di rimanerne vittima.

Dylan Dog n.442 BIS “L’isola dai due soli”
di Davide La Rosa e Franco Saudelli
16x21cm, 96 pagine, b/n, 4,90€
Sergio Bonelli editore, luglio 2023

 

Se te lo sei perso: metti alla prova la tua conoscenza sull’Indagatore dell’Incubo rispondendo a queste dieci domande sul personaggio creato da Tiziano Sclavi: Il Quiz su Dylan Dog

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