Doppio esordio questo mese per Dylan Dog.
Dopo – evidentemente – il successo del Bis estivo, ecco che L’indagatore dell’Incubo presenta il suo nuovo Bis di novembre. È questa inoltre anche la prima storia sulla testata del giovane regista Mauro Aragoni che – coadiuvato da Pasquale Ruju – inaugura questa sorta di “speciale Halloween”.
Aragoni, già regista della serie Paramount That Dirty Black Bag, passa così dalla borsa nera di Arthur McCoy alla scatola nera di Dylan Dog – e, nel farlo – conserva l’idea della vendetta ma ci aggiunge tutte quelle sfumature di horror e splatter care a Dylan.
Un ritorno all’horror puro, con una storia di fantasmi e omicidi e un Dylan Dog centrale ed efficacemente dedito all’indagine. Un lavoro pulito e onesto, senza alcuno scossone, che non sorprende ma non fa storcere il naso. Un racconto lineare, eccessivamente pedante e didascalico in molti passaggi, ma comunque impreziosito da un finale furbetto.
Un Dylan Dog che manca di freschezza, con una scorrevolezza un po’ appesantita da una reiterata tendenza a dover sempre spiegare tutto, ma efficacemente valorizzato dalle forti tinte horror del tratto barocco di Antonio Marinetti.
L’artista infatti, ancora una volta, surclassa col suo tratto carico e le sue inquadrature ardite la sceneggiatura.
La storia di questo Bis sarà comunque facilmente dimenticabile ma almeno lo stile intenso e a tratti disturbante di Marinetti permettono all’albo di raggiungere la sufficienza. Le sue proporzioni aleatorie, le scelte di regia e l’horror vacui della sua costruzione della tavola conferiscono alla storia un’atmosfera orrorifica abbastanza efficace da permettere al lettore di completare la lettura, se non sodisfatto, almeno non deluso.