Dal forziere: Samidare

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Se assieme a Claymore esiste un manga misconosciuto per cui ha senso di esistere, questa serie che nasce prima delle Rubriche e che non ho mai fatto diventare una rubrica perchè… boh, mi va un po’ di fare le cose a muzzo (e poi, dai, e diamo un po’ di varietà alla vita), questo è sicuramente Samidare: Lucifer & Biscuit Hammer.

Finora non avevo voluto dargli questo giusto riconoscimento in quanto almeno parzialmente era già stato recensito, ma se il parametro per accedere a questa prestigiosa selezione è essere un’opera che quando la prendo in mano, anche distrattamente, anche per riempire cinque accidiosi minuti di vuoto, poi sono obbligato a rileggere tutti i volumi nel più breve tempo possibile, allora non posso negare che l’opera di Satoshi Mizukami possiede tutte le carte in regola.

Al contrario poi di Claymore, c’è da dire che Samidare ce la mette tutta fin dal primo numero per catturare l’attenzione del lettore: alla faccia tosta di voler fare un fumetto pur avendo la stessa capacità di disegnatore di un Kazuhiro Fujita (cioè: abbastanza scarsa), l’autore aggiunge il carico di rendere protagonisti rispettivamente un universitario cinico e disilluso, Yuhii Amamiya, una grossa lucertola parlante che si definisce pomposamente il Cavalier Noi Crezant ed una neo-liceale smargiassa, energica e completamente priva di sex appeal, ovvero la Samidare Asahina del titolo.

So… it begins. (cit.)

Insomma, da subito il lettore è messo di fronte ad un manga che sprizza fiducia nei propri mezzi.

Fiducia che è tutt’altro che malriposta (del resto, non sarebbe qui). Il soggetto di Samidare, che vede il trio di protagonisti partecipare ad una vera e propria tenzone “galattica” contro il Mago Animus che vuole distruggere la terra, si arricchisce di personaggi straordinari: altri umani ed i “cavalieri”, animali parlanti, che hanno stretto con loro un patto in cambio di poteri sovrannaturali e la possibilità di esaudire un desiderio qualsiasi. Per Yuhii e Samidare, che in questa sfida ha il ruolo della Principessa Anima che si oppone al mago ed in cambio di questo ha potuto ottenere forza e vitalità sovrumane che la sottraggono alla malattia congenita con cui è nata, sono preziosi alleati ma sono anche un ostacolo problematico visto che l’agenda di Samidare – e di Yuhii rimasto completamente affascinato da lei – non coincide esattamente con la loro.

Questo soggetto viene sviluppato in una sceneggiatura ferrea in cui nessuna azione e nessuna reazione è lasciata al caso e nessun dialogo è superfluo o incongruo.

I buoni…

I personaggi come detto sono straordinari, ognuno con le sue bizzarrie caratteriali, le sue manie evidenti ed i suoi lati nascosti, affascinanti ed accattivanti pur non avendo particolari pregi estetici in quanto non solo – come già detto – il disegno non è esattamente il punto di forza di Mizukami, ma è evidente che si diverte a testare i limiti del carisma disegnato, mettendo alla ribalta un occhialuto nessuno, un rissaiolo dalla dentatura squalesca, un professore sovrappeso, sei ragazzini, un ex-poliziotto trasandato ed una bionda carina ma non bellissima (e molto, molto, MOLTO insospettabilmente violenta).

La cosa che poi stupisce di più di questa sceneggiatura è che, nell’illuminare in maniera così totale i personaggi, svela in largo anticipo al lettore come andrà a finire.
Nonostante le dichiarazioni e le esperienze, i personaggi poi faranno delle scelte e queste scelte avrebbero probabilmente dovuto essere colpi di scena ma non lo sono, perché il lettore ormai li conosce più e meglio di quanto loro si conoscano.
Eppure non c’è alcuna delusione in questo, anzi per il lettore c’è il piacere di vedere ripagata la fiducia riposta in personaggi che sono diventati come degli amici, di cui abbiamo ascoltato i tormenti, riso delle loro battute sceme e pianto con loro quando le cose che non dovevano succedere sono successe.

O i cattivi…

E questo è probabilmente il marchio di fabbrica di questo autore dalla sconfinata fiducia nei suoi, poveri, mezzi e nei suoi ricchissimi personaggi.
Questo ed idee completamente sceme come una brutta lucertola parlante, golem ovoidali con occhi in eccesso, un orrendo robot satellite dalla faccia da fesso e un gigantesco martello spacca pianeti.

Fiducia nei propri mezzi e un bel po’ di follia.

Ma io… boh… davvero…

Luca Cerutti

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