Lucca C&G 2022 – Yoshitaka Amano

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Per quello che è un altro grande ospite per l’edizione 2022 di Lucca Comics and Game, Giovanni Zaccaria modera e introduce un autore proveniente dal Giappone che non ha bisogno di introduzioni: Yoshitaka Amano.

Classe 1952 e nato a Shizuoka in Giappone, Amano a 15 anni inizia una invidiabile carriera nel mondo dell’animazione, dei fumetti e dell’illustrazione anche in campo videoludico: collabora alla progettazione di famosi personaggi delle serie animate di Tatsunoko come Superauto Mach 5 (Mach Go Go Go), La macchina del tempo (Time Bokan), Gatchaman, Tekkaman e Kyashan; dipinge e illustra per autori e titoli di successo come Vampire Hunter D di Hideyuki Kikuchi, Guin Saga di Kaoru Kurimonto, Arslan Chronicles di Yoshiki Tanaka e Rasen-O (Spiral King) e Chimera di Baku Yumemakura; collabora con il regista Mamoru Oshii per il film d’animazione Angel’s Egg e raggiunge l’apice del successo come concept artist per la serie di videogiochi Final Fantasy.
Nel 1999 realizza insieme a Neil Gaiman, The Sandman: The Dream Hunters, spin-off della popolare serie del signore dei sogni che vince il Premio Bram Stoker alla Narrativa illustrata e che narra una situazione romantica tra un prete buddhista e una kitsune, uno spirito volpe.

Il suo tratto trova chiare influenze e rielaborazioni da fumetti occidentali, da Leonardo da Vinci, da movimenti artistici europei della fine del sec. XIX e inizio del sec. XX come l’Art Nouveau, dall’Orientalismo di certi artisti russi e dalle incisioni su legno della tradizione giapponese del genere Ukiyo-e.

La prima considerazione che gli intervistatori sentono di dover fare è relativa a Final Fantasy: è stupefacente quanto i suoi bellissimi tratti, netti e ariosi, abbiano accompagnato le illustrazioni e le copertine della famosa serie di videogiochi, in contrasto con la grafica del gioco, un J-RPG uscito nel 1987 per NES e sviluppato da Square Soft (ora Square Enix).

Viene da chiedersi quali sono state le sue influenze. Amano ricorda i suoi inizi nel mondo dell’animazione per la Tatsunoko. La casa d’animazione si stava specializzando in personaggi protagonisti dall’aspetto piuttosto occidentale e Yoshitaka Amano, che proveniva da un’esperienza più fantasy, aveva trovato ispirazione nei personaggi della DC Comics, supereroi sì fantastici ma dal background verosimile.
Il problema, in quegli anni, era reperire il materiale, molto difficile da trovare. Lo cercava a Kanda, un’area residenziale di Tokyo. Fu allora che si appassionò a Neil Adams e ai suoi Superman e Batman (Amano è molto onorato di essere presente a Lucca Comics sapendo che anche lo stesso Neil Adams è passato di lì).

GatchamanQuanto è intenso il suo sforzo creativo quando è all’opera? Amano sorride e afferma che non è così tremendo perché in fondo è qualcosa che deve essere fatto. Probabilmente era un impegno più oneroso quando era animatore: in un episodio di 30 minuti doveva introdurre i protagonisti, i comprimari, gli ospiti, e aveva pochissimo tempo. Ancora oggi si chiede come faceva. Però adorava poter creare nuovi personaggi per l’animazione.

Il suo rapporto con il digitale? Per l’artista il suo lavoro è disegnare su carta anche perché sono altri settori che si occupano del lavoro in digitale e di digitalizzare quello che lui realizza. E’ a conoscenza delle varie tecnologie ma non riguardano direttamente il suo lavoro.

Nel 1987 esce il primo Final Fantasy. In quel periodo non lavora più per l’animazione e nonostante il gioco esca nell’87, già intorno al 1982-83 sa che avrebbe lavorato per un gioco fantasy. Per quegli anni le ambientazioni fantasy sono una novità assoluta per i giochi RPG – cosa che in seguito invece diventerà una consuetudine – e lui non ha riferimenti su cui basarsi.
Per questo decide di rifarsi a varie mitologie occidentali e al passato del mondo occidentale che sarebbero stati assolutamente esotici per il Giappone.
E’ sempre allora che per il personaggio principale – il traduttore crede di sentire un “Elric” come nome – gli chiedono un eroe diverso dal solito: non basato sui muscoli bensì pensoso, più assorto in riflessioni.

Di fronte al suo notevole apporto che il pubblico presente gli attribuisce in questi campi, Amano riconosce e ha la consapevolezza del suo ruolo ma preferisce non soffermarcisi sopra.

Non è critico sul lavoro degli altri che devono trasporre i suoi disegni, le sue illustrazioni in altre opere come ad esempio alcune statue di pregio basate sui suoi personaggi: anzi in più di un’occasione ribadisce di essere un professionista che lavora su commissione, che riceve un incarico e realizza un’opera che è destinata ad essere rimaneggiata e rielaborata da altri, con altre tecniche, per altri media. Come per il digitale ribadisce dove si ferma il suo compito, di artista della carta, e dove inizia il lavoro degli altri.

Riguardo al suo stile e all’evoluzione che ha avuto dagli albori ad oggi, Amano ricorda che già quando lavorava nel mondo delle animazioni voleva creare un proprio stile.
Si è dovuto guardare attorno e confrontarsi con i lavori con cui veniva a contatto e andando avanti ha affrontato ripetute nuove sfide, rivolte per lo più alla ricerca del nuovo. E’ in questo modo che  il suo stile si è formato.

Quando gli viene chiesto del suo coinvolgimento con Sandman, l’artista racconta come è andata. In quel periodo si trovava negli Stati Uniti per una mostra personale. E’ in quella occasione che Neil Gaiman vide il poster della mostra e lo contattò per una collaborazione da cui poi ebbe origine “The Sandman: The Dream Hunters”. E’ stato un modo di lavorare semplice e proficuo in cui Gaiman gli mandava le pagine e Amano creava le illustrazioni. Su futuri sviluppi con Gaiman, o comunque con DC Vertigo e/o autori ed editori di primo piano occidentali, comincia a dire qualcosa ma viene prontamente fermato dalla sua editor. Un piccolo spoiler rimasto a metà che accende il pubblico di estimatori.

Nel corso della sua carriera ha avuto anche occasione di realizzare poster di opere liriche come il Don Giovanni di Mozart, rendendo, grazie al suo stile, come danzanti le figure rappresentate. Alla domanda su quale è il suo rapporto con questa forma d’arte, Amano afferma di adorare l’opera anche se purtroppo non viene rappresentata molto in Giappone. Per essa ha realizzato diverse illustrazioni e lo ha fatto anche per il teatro kabuki che vede simile. Per Amano, la musica è arte pura.

Tornando a Final Fantasy, gli viene chiesto quanto ci sia di suo nei loghi della celebre saga.
Ritorna quindi lo Yoshitaka Amano professionista e parte di un processo creativo in cui gli è richiesto di ricoprire un ruolo tra altri:  la base da cui partire, il contesto dell’opera, viene definita da altri e così gli viene data. Su questa creazione finita il suo ruolo è quello di interrogarsi su come inserire, anzi far emergere, i personaggi dal logo e quindi procedere alla realizzazione.

Per chi volesse apprezzare il tratto di Amano, recentemente Hikari / 001 Edizioni ha pubblicato il volume “Amon Saga”, un’avventura fantasy scritta da Baku Yumemakura e disegnata da Yoshitaka Amano nel 1984.

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