Nathan Never sfida (?) la pandemia

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Breve analisi di “Un luogo felice”, Nathan Never n.376

Nel pur dinamico periodo che Nathan Never sta vivendo (da un lato il personaggio, con le vicende interne all’agenza Alfa; dall’altro la testata, con il rinnovato interesse su Aristotele Skotos), c’è comunque sempre lo spazio per storie all’apparenza più slegate dalla continuity – o quantomeno ad essa collegate al massimo da un paio di battute all’uopo inserite.

La storia di questo mese riecheggia, sebbene in maniera alquanto edulcorata, gli ormai troppo familiari temi pandemici: si parla infatti del pericolo legato alla diffusione accidentale di un terribile agente virale artificiale, ma l’attenzione è quasi tutta concentrata su Nathan, che ha contratto accidentalmente l’infezione, e il suo rapporto con una riluttante virologa che potrebbe essere la sua sola speranza di salvezza.

Andrea Garagiola non è proprio una new entry tra gli autori neveriani, anche se questo è ufficialmente il suo esordio nella serie regolare. Il focus quasi totale su Nathan lascia sullo sfondo tutto il discorso della potenziale minaccia pandemica: per quanto ciò volesse comunque essere il fine dell’autore – e mettendo per un attimo da parte le recenti e correnti vicende del mondo reale – lasciare sullo sfondo un tema del genere poco giova ad un’equilibrata riuscita della storia. A questo si aggiunge una confusa trattazione del tema delle fobie della virologa (il virus è reale anche per lei? O la summa delle sue paure? O ancora, è per lei un virus informatico?) che lascia il lettore con più di un punto di domanda.

Dall’altra parte, il tratto sempre delicato ed elegante di Francesca Palomba (tra l’altro al suo addio alla testata), se pure ben cattura il lato più intimistico della vicenda, poco si presta anche solo ad instillare un reale senso di panico per il pericolo imminente.

Un’idea interessante, in conclusione, cui non corrisponde un’adeguata gestione del pathos.
Da sottolineare lo sforzo dell’autore di interiorizzare alcune delle principali caratteristiche di Nathan, anche attraverso una breve e condensata riproposizione di alcuni dei suoi ricordi più intensi e provanti, in attesa di sue prossime prove che denotino un’impronta più autoriale.

Nathan Never n.376 Un luogo felice
Palomba, Copertina di 

Oscar Tamburis

Da sempre convinto sostenitore della massima mysteriana "L'importante non è sapere le cose, ma fare finta di averle sempre sapute"

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