Recuperiamo dal database del sito storico questa interessante scheda di Daniele Alfonso che analizza l’ultima storia scritta per Zagor dal suo creatore, Sergio Bonelli, con il consueto pseudonimo di Guido Nolitta.

Trama
Zagor accompagna il colonnello Perry a Skylab, una struttura scientifica militare in cui è detenuto il professor Hellingen. I militari di Skylab, però, sono tutti morti e Hellingen è scomparso. Deciso a disinteressarsi della faccenda, Zagor ritorna a Darkwood, ma viene rapito da un’astronave degli alieni akkroniani, nuovi alleati del folle scienziato…
Perché è da ricordare
“Terrore dal sesto pianeta” è l’ultima zampata del vecchio leone Nolitta/Bonelli, che per l’occasione riprende in mano il suo cattivo più riuscito: il professor Hellingen, più pericoloso che mai. Dopo aver minacciato gli Stati Uniti (Zagor 107/109) ora lo scienziato diviene un pericolo per il mondo intero, alleandosi con gli extraterrestri akkroniani: nemici talmente potenti che nemmeno Zagor può niente contro di loro. A dimostrazione di ciò, il classico cliché dell’eroe che, dopo essere stato preso prigioniero, si libera e fa piazza pulita (cliché ampiamente sfruttato in tutti i precedenti scontri Zagor-Hellingen) stavolta non funziona: non solo gli alieni possiedono armi micidiali, ma sono invulnerabili a queste stesse armi, così come alle convenzionali armi terrestri. Per questo motivo Zagor, pur essendo riuscito a spezzare le corde che lo legavano, deve soccombere nuovamente. È significativa la seguente osservazione del mad doctor: “Non illuderti, Zagor… non illuderti questa volta… in altri casi sei sempre riuscito a individuare il mio punto debole nella stupidità degli uomini di cui dovevo servirmi come aiutanti, ma ora le cose sono cambiate: stavolta non ho intorno a me degli ottusi avanzi di galera, bensì degli esseri dotati di straordinarie capacità mentali!”
La genialità della storia sta proprio nel modo in cui viene risolta questa situazione, apparentemente senza via d’uscita: ricorrendo alla magia indiana. Lo straordinario connubio tra fantascienza ed esoterismo costituisce il vero punto di forza dell’avventura, che arriva ad una conclusione inimmaginabile. La magia fa la sua comparsa fin dall’inizio della storia, quando Zagor assume un fungo misterioso (forse peyote?) per entrare in contatto medianico con lo sciamano Tawar, ma questo è niente in confronto al prodigio compiuto da Keokuk, che resuscita dal mondo dei morti l’eroe rosso Rakum affinché consegni a uno sbigottito Zagor le armi con cui vincere gli akkroniani, in una sequenza talmente carica di tensione da far venire i brividi. Durante il rito magico si materializza nientepopodimeno che Manito in persona, che per la prima volta viene quindi accettato nel cosmo zagoriano come entità realmente esistente e non solo favoleggiata dagli stregoni. Entità che dimostra la sua benevolenza verso un sedicente “Spirito” con la Scure, considerandolo legittimo successore di Rakum quale campione della nazione pellerossa.
La splendida sceneggiatura di un Nolitta in stato di grazia, unita agli eccellenti disegni di Ferri (con la collaborazione di Bignotti) non lascia al lettore un attimo di respiro. Dopo un divertente incipit che vede protagonisti Cico e il barone La Plume, la tensione sale alle stelle con l’arrivo a Skylab e da lì in poi è tutto un susseguirsi di sequenze, una più memorabile ed emozionante dell’altra, che trovano l’apice nell’indimenticabile scena del rito magico. L’emozione accumulata dal lettore trova sfogo nella fantastica battaglia finale, in cui Zagor, già eroe degli Stati Uniti, si laurea addirittura salvatore del genere umano. Si direbbe proprio che Nolitta, nel congedarsi dal suo personaggio, abbia voluto fargli raggiungere la vetta più alta della sua carriera di giustiziere.
Scheda tecnica
Pubblicazione originale
Zagor 178, L’orchidea rossa, maggio 1980: pagine 62-98
Zagor 179, Hellingen!, giugno 1980: pagine 3-98
Zagor 180, Il raggio della morte, luglio 1980: pagine 3-98
Zagor 181, Terrore dal sesto pianeta, agosto 1980: pagine 3-98
Zagor 182, Magia senza tempo, settembre 1980: pagine 3-98
Autori
Testi (soggetto e sceneggiatura): Guido Nolitta (Sergio Bonelli)
Disegni (matite e chine): Gallieno Ferri con il contributo di Franco Bignotti
Copertine: Gallieno Ferri
Valutazione di uBC
Soggetto: 7/7
Sceneggiatura: 7/7
Disegni: 7/7
Valutazione complessiva: 100%
Note e citazioni
- Questa è l’ultima storia scritta da Guido Nolitta per la serie regolare di Zagor. Negli anni successivi Nolitta si dedicherà solo agli speciali di Cico, concludendo con Fantacico (Cico 5) nel 1983, che costituisce anche uno spin-off di questa avventura.
- Questa storia è conosciuta anche con il nome Guai in vista, cioè il titolo con cui inizia a pagina 62 del numero 178, L’orchidea rossa. Abbiamo però preferito utilizzare il titolo più “rappresentativo” tra quelli degli albi in cui la storia viene pubblicata.
- Sergio Bonelli cita questa storia nell’introduzione al quinto Almanacco della Fantascienza (Nathan Never al97), con queste parole: “[…] quando nell’ormai lontano 1980, protetto dal mio abituale pseudonimo di Guido Nolitta, scrissi la storia di Zagor di cui vedete la copertina qui accanto [quella del n.181], ero segretamente convinto di avere ottenuto il mio massimo risultato come narratore di fantascienza! In questa lunga avventura dello Spirito con la Scure, piena di cattivissimi alieni, di improbabili cabine di teletrasporto e di scintillanti astronavi, avevo infatti dato fondo ai ricordi di tutti i film, i libri e i fumetti “di genere” che avevo avidamente “divorato” nella mia giovinezza […]”
Con queste parole, Bonelli si schermisce inutilmente: questa storia è ottima e, anche a distanza di anni, regge benissimo il confronto con la maggior parte della fantascienza “moderna” di Nathan Never e Legs! - Il titolo della storia ricorda quello di un classico romanzo di fantascienza, scritto nel 1951 da Robert A. Heinlein: “Il terrore dalla sesta luna” (The Puppet Masters).
- Per i disegni, Ferri – probabilmente in ritardo con le consegne: la storia supera le 400 pagine – è stato coadiuvato qua e là da Bignotti, la cui opera è stata però accreditata solo nella ristampa TuttoZagor.
- Ancora una volta, Zagor diventa uno schiavo di Hellingen, come in Lo spettro del passato (Zagor 39/41). Stavolta lo scienziato si serve di un “programmatore mentale”, anziché di un siero. Grazie a questo diabolico strumento, vediamo in azione un inedito Zagor malvagio.
- Una volta di più, Zagor manifesta il suo astio nei confronti dei militari, che sarebbero disposti a sfruttare perfino un farabutto come Hellingen pur di procurarsi nuove armi da guerra. Nonostante Perry cerchi di dissuadere Zagor da questa idea, è lo stesso Hellingen a confermarla.
- N.179, p.51: la scena in cui la sentinella mummificata cade dalla garitta terrorizzando Cico è davvero magistrale. È un’idea talmente buona che Nolitta non esita a riutilizzarla soltanto venti pagine dopo (p.70), quando il povero Cico scopre nell’armadio di Hellingen una copia a grandezza naturale di un akkroniano.
- N.182, p.26: Keokuk dice scherzosamente che il bassorilievo che racconta la storia di Rakum potrebbe essere definito “libro”, oppure “giornale”. Noi preferiamo un’altra parola: “fumetto”. Gli autori hanno realizzato un vero e proprio “fumetto nel fumetto”.
- Dal n.179 al n.180, il prezzo di copertina aumenta da 500 lire a 600 lire.
- Hellingen ritornerà in Incubi (Zagor 275/280).
- È abbastanza strano che gli akkroniani abbiano scelto il monte Naatani per la loro base operativa, visto che proprio qui – un secolo prima – una loro spedizione fu sgominata da Rakum.
Frasi
- Cico – Data la situazione particolarmente grave e pericolosa, io suggerirei di muoverci in pattuglie di cinque uomini e…
Perry – Ma cosa diavolo dici, Cico? Come pensi che si possa formare una pattuglia di cinque uomini visto che siamo soltanto in quattro?
N.179, pag.67-68 - Zagor – Sai cosa ti dico, Cico? Forse per la prima volta nella mia vita, poco fa, ho avvertito un brivido di paura vedendo apparire quel mostro volante!
N.181, pag.72