I 30 anni di Nathan Never

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Come raccontato nel primo articolo di questa rubrica, nel 2021 si festeggiano i 30 anni dall’uscita del primo albo di Nathan Never, la serie di fantascienza creata dal gruppo dei tre sardi: Michele Medda, Antonio Serra & Bepi Vigna. Dopo aver dedicato un articolo ai 60 anni di Zagor, mi sembra doveroso rispettare la par condicio e segnalare le numerose iniziative legate a questa ricorrenza neveriana.
Un ringraziamento particolare all’attuale curatore della serie, Glauco Guardigli, per la sua cortese disponibilità e i suggerimenti forniti per la preparazione di questo articolo.

Come molti di voi lettori già sapranno, le celebrazioni del trentennale di Nathan sono iniziate alcuni mesi fa con il sondaggio sulle copertine più amate, cui si poteva partecipare dalle pagine del sito SBE. Alla fine di numerosi turni eliminatori, si sono affrontate nella prima semifinale due cover di Roberto De Angelis, con Infiniti universi (n° 120) che ha sconfitto Il mare della desolazione (n° 63); ma la sorpresa più grande – almeno, per il sottoscritto – si è avuta nella seconda semifinale, con Il cimitero dei giganti (n° 348) di Sergio Giardo, attuale copertinista della serie mensile, che ha prevalso di misura su Oltre le stelle (n° 13) di Claudio Castellini. Pensavo sinceramente che lo storico, primo copertinista di Nathan avrebbe avuto un maggior successo, ma il responso è stato diverso.

Nella votazione finale, è stata Infiniti universi ad aggiudicarsi questa competizione con il 54% delle preferenze. E in omaggio con il n° 361, in uscita il 17 giugno, i lettori troveranno un albo che raccoglie le copertine più votate durante il sondaggio, insieme ad alcune copertine fuori serie che sono state scelte dalla redazione neveriana. Ma sono molti gli albi extra previsti per i festeggiamenti: vediamone alcuni.

Già a fine maggio è uscito il primo numero della miniserie Missione Giove, una storia in quattro albi scritta da Bepi Vigna per i disegni di Germano Bonazzi e Massimiliano Bertolini. La copertina di Ivan Zoni è stata la prima a mostrare il logo commemorativo del trentennale, logo che apparirà da giugno anche sugli albi della serie mensile. Secondo le intenzioni dell’autore, come riportato nel sito della Sergio Bonelli Editore, la miniserie cercherà “di dare una conclusione, o almeno un indirizzo, ad alcune trame che nel corso della trentennale avventura di Nathan Never erano rimaste un po’ irrisolte. L’universo del personaggio, alla fine dei quattro episodi, risulterà definito meglio e si saranno poste le basi per degli sviluppi futuri“.

Il 6 luglio, invece, sarà presente in edicola il n° 361 bis, un albo nel cosiddetto formato “flip-book”: da un lato, un episodio inedito ma soprattutto, capovolgendo il volume e iniziando la lettura dall’altro lato, una storia realizzata in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. La storia, intitolata Per un futuro migliore, è scritta anche in questo caso da Bepi Vigna e mira a sensibilizzare i lettori sul cambiamento climatico, un argomento di stretta attualità in quest’epoca.

Naturalmente, come succede da tempo per tutte le serie bonelliane, le iniziative dedicate a Nathan Never non si fermano agli albi destinati alle edicole: a maggio è infatti apparso in libreria la nuova edizione cartonata di Tre passi nel domani, lo speciale precedentemente pubblicato per il ventennale di Nathan Never contenente tre storie scritte da Medda, Serra & Vigna.

Un vero peccato che l’attuale situazione pandemica non permetta, almeno per ora, le iniziative “in presenza” a mostre o altre occasioni conviviali, da sempre momento di contatto e interazione tra i lettori e gli autori. Sono comunque apprezzabili le numerose iniziative “a distanza” fiorite in questo periodo, come il festival del fumetto online Nuvole digitali con la partecipazione di Bepi Vigna (e anche, con un intervento registrato, di Antonio Serra): è stata l’occasione per ricordare la genesi di Nathan Never, la novità costituita dall’approdo della fantascienza nella SBE, la ricchezza e le “contraddizioni” che la scrittura a sei mani può apportare ad un fumetto e, inoltre, alcuni interessanti aneddoti, ad esempio le riserve – poi superate – di Sergio Bonelli per alcune soluzioni grafiche che scardinavano la consolidata tradizione della gabbia bonelliana.

Caratteristiche che ci hanno fatto amare l’Agente Speciale Alfa fin dalla sua prima apparizione in edicola, 30 anni fa.

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