Le molte fortune di Martin Mystère

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Proseguiamo la rubrica destinata a restaurare i pezzi a cui siamo più affezionati della nostra storia con l’articolo di Fabrizio Gallerani dedicato ai festeggiamenti del ventennale di Martin Mystère, un personaggio che aveva particolarmente a cuore.

L’articolo originale di Fabrizio Gallerani (click per aprire)

 

Un uomo fortunato, il Martin, non c’è dubbio. Intelligente, di bell’aspetto, sessant’anni suonati ma una salute di ferro, malgrado numerosi incidenti ed ogni altra sorta di traversia, fisica e psicologica; fama, successo, benestare economico e un lavoro che non solo lo diverte e lo appassiona, ma lo incuriosisce ogni giorno di più; marito innamoratissimo e allo stesso tempo dotato di un’invidiabile indipendenza sentimentale; un’amicizia virile la cui saldezza non verrà sicuramente mai messa in discussione e conoscenze ad altissimo livello sparse in ogni parte del globo.
Queste le fortune dell’uomo Martin, ma quali le fortune del Martin Mystère eroe dei fumetti?

Di sicuro molte e con origini antichissime, addirittura più vecchie del personaggio stesso. Innanzitutto la fortuna di aver potuto disporre di almeno un paio di prove generali, prima del suo debutto in edicola, grazie alle quali testare l’interesse dei lettori ed eliminare ogni eventuale punto debole.

Il primissimo Martin, in uno studio di Alessandrini (c) 1982 SBE

L’anima del futuro Martin aleggiava, infatti, già in quel Van Helsing, detective del soprannaturale, di cui un giovane Castelli scriveva agli inizi degli anni ’70 e, soprattutto, costituiva l’essenza narrativa di Allan Quatermain (da qui derivano direttamente sia l’arma a raggi che la spalla neanderthaliana) ennesima creazione di Castelli la quale, dopo infinite peregrinazioni, trovava breve ospitalità nel 1978 sull’effimero settimanale mondadoriano Supergulp.
E si può proprio dire che, al contrario delle apparenze, la chiusura di Supergulp costituì il successivo colpo di fortuna occorso a Martin. La fortuna di incontrare, dopo il rifiuto di un altro paio di editori, proprio Sergio Bonelli. Oltre alla non trascurabile sicurezza editoriale che Bonelli poteva garantire, è infatti proprio la formula bonelliana quella che ha fatto la differenza rispetto alle precedenti anime del personaggio.

Se Van Helsing manteneva comunque quella carica di ingenuità perfetta per la sua struttura a racconto breve, lo stesso non si può certo dire per Allan Quatermain, dove al mistero e al “sense of wonder” mancava quell’approccio didascalico che contraddistinguerà la scrittura del detective dell’impossibile. Senza le ampie digressioni narrative permesse dallo sterminato numero di pagine messe a disposizione dai volumetti bonelliani, come sarebbe stato possibile dotare Martin delle sue doti di intrattenitore e, soprattutto, della sua proverbiale logorrea?

Ed è così che nell’aprile del 1982 esce finalmente il primo numero di Martin Mystère. Un successo? Al contrario: un flop clamoroso. Nonostante la nera crisi di quegli anni, quelle misere 30.000 copie di venduto, che probabilmente avrebbero decretato la fine di una qualsiasi altra collana western come le tante che Bonelli portava all’epoca nelle edicole, costituirono l’ennesimo colpo di fortuna per il personaggio. Non soltanto Bonelli volle dare fiducia a questo bizzarro esperimento, che tanto si distaccava dalla tradizione della casa editrice, ma fu probabilmente proprio la tiepida accoglienza dei lettori la molla che innescò quel processo di allontanamento dallo stereotipo di biondo eroe votato all’avventura dei primi numeri.

Inizia quindi la lenta metamorfosi del personaggio, che lo porterà, nell’arco di pochi anni, ad assomigliare in maniera sempre più precisa al suo creatore, assumendone gradualmente tutte quelle caratteristiche psicologiche e comportamentali (la spiccata ironia, la mania per i libri, il ritardo cronico nelle scadenze di lavoro, la curiosità innata) che andranno a colmare le carenze del lato “umano” del personaggio. Ed è di nuovo soltanto grazie alla fortuna, in questo caso quella di possedere un “padre” dotato di un background così vasto, se anche le tematiche si faranno via via più varie, abbandonando le rovine atlantidee ed i bignami fanta-archeologici, in favore degli enigmi della scienza e dei misteri dell’esoterismo, fino ad arrivare alla semplice curiosità tout-court.

Il cast di Martin Mystère, autori compresi, quasi al completo Disegno di Alessandrini, (c) 1982-2002 SBE

Un ricco campionario di tribolazioni, che Martin tuttavia ha avuto la fortuna di affrontare accompagnato da un cast di comprimari da far invidia al più classico Topolino gottfredsoniano (con il quale condivide, fra le altre cose, le iniziali MM, iniziali che accomunano, in un inquietante parallelo, anche Dylan Dog e Donald Duck): la fidanzata Diana/Minni, il compagno fraterno Java/Pippo, l’amico commissario Travis/Basettoni e la nemesi di sempre Orloff/Gambadilegno. E in fatto di nemici, proprio come Mickey Mouse, anche Martin ha la fortuna di possedere una nutrita collezione: dai classici Uomini in Nero delle origini, che si conservano tuttavia arzilli e vitali ancora oggi, al mefistofelico Mister Jinx, probabilmente il villain più dotato dell’intera saga mysteriana, dall’improbabile accoppiata di negromanti Dee e Kelly, al temibile, e purtroppo dimenticato, telepate Mister Mind.

Anche se, queste pur preoccupanti minacce, impallidiscono al confronto con le crisi creative che periodicamente hanno funestato la serie: autori non sempre all’altezza del personaggio e avventure il cui plot misterioso non costituiva altro che il pretesto per una noiosa trattazione di livello scolastico. Eppure anche in questo frangente, Martin ha avuto la fortuna di superare i momenti peggiori, lasciandosi alle spalle sia la tristissima trasferta italiana (che qualche merito in termini pubblicitari pure lo ha avuto) sia il recente “ciclo del Countdown“, malriuscito patchwork, perlopiù di episodi riempitivo, cucito assieme alla bell’e meglio da una sottotrama apocalittica degna di un B-movie degli anni ’50.

Vent’anni con Martin Mystère

(la scheda di uBC del n.1)

(la scheda di uBC dei nn.212/213)

Eh sì, si può proprio dire che la sorte sia stata benevola con Martin, arrivato a festeggiare il traguardo dei suoi vent’anni di vita editoriale dimostrando ancora il vigore di un ragazzino sempre pronto a nuovi stimoli (tra le tante iniziative collaterali sono annunciati videogiochi, romanzi e cartoni animati) e in attesa di sorprenderci ancora con qualche avventura fuori dall’ordinario.

Che ci volete fare, quando uno nasce fortunato🙂

Pierfilippo Dionisio

Non fa scienza, sanza lo ritenere, avere inteso

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