Quando Zagor non divenne Dark

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Rilanciare una serie storica e le modalità per farlo sono argomenti ad alta tensione tra gli appassionati, che spesso si spaccano tra “conservatori” e “progressisti”, anche se non è agevole definire i confini di tali etichette.

Oggi, con i Social, è più semplice sondare gli umori del pubblico, anche se poi è un’altra faccenda tirare le somme o pretendere che commenti esasperati in un verso o nell’altro siano rappresentativi del sentire comune (ammesso che esista). Ma certo le modalità di “elaborazione” di una notizia sono cambiate dai tempi in cui non c’era la possibilità di dialogare e discutere a distanza (anche animatamente) con autori e perfetti sconosciuti, né esistevano termini come followers, top fans o haters. Le informazioni si potevano raccogliere soltanto dalle pubblicazioni amatoriali, da riviste d’autore come “Comic Art” o dalle rubriche postali ufficiali, e poi ci si rimuginava sopra in perfetta solitudine (a meno di non avere un amico fisicamente accanto con la stessa passione, naturalmente).

Era l’ottobre 1991 e Zagor era in edicola da trent’anni quando, nella rubrica postale del n.315 (“I due complici“), l’editore Sergio Bonelli (nonché creatore dello Spirito con la Scure con lo pseudonimo di Guido Nolitta) fece un annuncio che mi rimase indelebilmente impresso, nel pieno del periodo in cui la serie stava cercando una nuova identità dopo una prolungata fase editoriale poco esaltante.

Bonelli la prese da lontano, iniziando dalla proposta radicale che la fanzine “Fumettando” aveva fatto per ridare vita alla testata dello Spirito con la Scure.

“Cari amici, l’inquietante figuro che vedete in fondo alla pagina si chiama Dark Zagor. Già, proprio così: anche se indossa una tuta da supereroe e porta una barba da profeta, impugna pur sempre la famosa scure del giustiziere di Darkwood.”

L’Editore spiegava poi il contesto in cui era nata la proposta…

“Forse saprete, se siete al corrente di ciò che accade nel fumetto mondiale, che alcuni celebri personaggi americani sono stati recentemente svecchiati e rinnovati nell’aspetto e nella psicologia”

… citando i casi dei supereroi Devil e Batman, “rivoltati come un guanto” da Frank Miller, e Superman, attualizzato da John Byrne; nei primi due casi l’Editore mostrava segni di apprezzamento, mentre non risultava troppo convinto dei risultati ottenuti con l’ “Uomo d’acciaio”.

“L’autore dell’articolo […] immagina che qualcosa del genere potrebbe accadere anche al nostro Zagor, che diventa Dark Zagor, un personaggio molto più tormentato (ossessionato, direi), dopo un terribile massacro ai danni degli indiani di Darkwood in cui (horroresco referens!, tremo nel riferirlo, come dicevano i latini) trova la morte anche Cico!…”

L’Editore rassicurò i lettori, declinò con l’abituale cortesia la proposta ed andò al nocciolo della questione, spiegando quando e perché possa nascere la necessità di un rinnovamento radicale per una pubblicazione seriale.

“La verità pura e semplice è che Zagor non ha bisogno di rivoluzioni. A differenza dei personaggi americani citati poc’anzi, che, essendo in triste declino di pubblico e idee, avevano bisogno di un rinnovamento radicale, Zagor continua ad avere successo così com’è.”

Riguardo allo Zagor che “continua ad avere successo così com’è” l’affermazione di Sergio Bonelli somigliava ad altre che avevo già letto in quegli anni, quando, facendo il proprio mestiere, professava uno stato di salute della serie anche quando la stessa, da tempo, vivacchiava con episodi troppo ripetitivi e lontani dallo smalto degli anni migliori (anche se non mancarono le belle storie in quello che i lettori sono soliti chiamare il “medioevo” della serie).

Ma poi Sergio Bonelli fece “LA” dichiarazione, che mi trasmise una grande felicità per una svolta che aspettavo da quando, qualche anno prima, avevo iniziato a seguire gli inediti della testata, dopo una “full immersion” in “differita” dell’intera serie e, quindi, anche delle meravigliose storie da lui scritte quando non ero neppure nato.

“Non fraintendetemi: non sto predicando un totale immobilismo. […] La nostra intenzione […] è di riportare Zagor ai fasti del periodo nolittiano, che secondo le vostre lettere è tuttora il preferito. […] La vera novità di Zagor sarà il ritorno a Zagor! […] La parola d’ordine è: per rinnovare Zagor, si torna alle origini! Abbiamo in progetto classiche storie di viaggi, mistero, supernemici […] e soprattutto tanta avventura.”

La spinta innovatrice promessa avrebbe impiegato un po’ di tempo a concretizzarsi, ma avrebbe portato a quello che i lettori hanno battezzato “rinascimento” zagoriano, operato da Mauro Boselli Moreno Burattini, che all’epoca di questa rubrica postale avevano appena esordito “riscuotendo davvero unanimi consensi, a giudicare dalle lettere entusiastiche giunte nel corso dell’estate”.

Con fonti di ispirazione in parte differenti rispetto a Guido Nolitta, ma sempre attingendo dai classici dell’Avventura e del Fantastico come il loro precursore, a partire dalla primavera 1994 e per tanti anni i due autori avrebbero lanciato infatti l’epocale trasferta della “seconda odissea americana”, riproposto amici e supernemici rimasti a lungo chiusi nel cassetto, ideato nuovi comprimari e cicli avventurosi.

Nel tirare le somme, la chiusura di Sergio Bonelli assume oggi una sfumatura particolare, se riletta con il “senno di poi”. Una rilettura, tuttavia, che deve tenere conto del fatto che sono passati quasi trent’anni e che quindi non sia il caso di fare paragoni né trarre semplicistiche conclusioni.

“Ditemi voi, ragazzi, se volete uno Zagor così o se preferite un supereroe della foresta con vista a raggi X, che vola alla velocità del suono, e che è oppresso da superturbe psicologiche…”

Come solo i lettori più distratti non sanno, infatti, lo Spirito con la Scure incrocerà presto il proprio cammino con il supereroe Flash della DC Comics che, come suggerisce il nome, in quanto a velocità non se la cava affatto male.

Una “rivoluzione” in termini narrativi e commerciali, parte di una serie di strategie di trasformazione della Bonelli Editore di questi anni, che avverrà nel 2020, quando Zagor “vedrà” prossimi i sessant’anni di pubblicazioni, che festeggerà nel 2021 (un traguardo eccezionale).

I tempi sembrano ormai cambiati, pertanto, anche per lo Spirito con la Scure. Ma se non altro non è diventato dark, non ha cambiato look ed ha ancora la sua spalla comica accanto. Tutto sommato, guardando a quanto è capitato o sta capitando ad altri storici personaggi bonelliani un tempo “cristallizzati”, ci si può accontentare.

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