Il sensei dello spazio atterra in Italia
Lucca Comics and Games 2018 non si smentisce mai e anche quest’anno ha presentato una varietà di eventi smisurata e difficilmente dimenticabile che accomuna gli appassionati del fumetto, del videogioco, del gioco da tavolo, di ruolo, dell’illustrazione, dell’animazione, del cosplay… insomma, chi più ne ha più ne metta. Tantissimi gli eventi, le mostre, gli incontri e le presentazioni – naturalmente tante le novità – ma soprattutto gli ospiti, sia quelli ufficiali della manifestazione che quelli portati dalle case editrici o di produzione. Tanti i nomi famosi presenti, iniziando dagli autori delle mostre dedicate come Lorenzo LRNZ Ceccotti, Neal Adams, Benjamin Lacombe, Sara Colaone, Jérémie Moreau e Junji Itō, per poi continuare – e non finire – con Arthur Adams, Francesco Artibani, Ausonia, Brian Azzarello, Vittorio Giardino, Gipi, Shintaro Kago, Robert Kirkman, Dave McKean, Jean-David Morvan, José Muñoz, Leo Ortolani, Paco Roca, Zerocalcare, Silvia Ziche e Skottie Young…
…veramente tanti ma sicuramente l’ospite d’onore di questa edizione è stato Leiji Matsumoto (a cui è stata dedicata anche una mostra personale in Palazzo Ducale).

Leiji Matsumoto – vero nome Akira Matsumoto – non ha bisogno di tante presentazioni: l’autore giapponese è il mangaka creatore di Capitan Harlock, Queen Emeraldas, Corazzata spaziale Yamato, Galaxy Express 999 e molte altre opere, tutte collegate tra di loro in quel che è stato ormai definito come il Leijiverse. Il maestro, ribattezzato il sensei dello spazio, ha attualmente 80 anni ma dimostra ancora una forza vigorosa. Durante la manifestazione ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi, tra cui il Premio Yellow Kid al Maestro del Fumetto durante la Serata di Gala del Premio Gran Guinigi. E’ stato impegnato in numerose sessioni di incontri sia con la stampa che con il pubblico, quest’ultimo omaggiato da uno showcase durante il quale ha disegnato i principali protagonisti delle sue opere, colorandoli in bicromia nera e rossa.

Per l’occasione ha svelato alcuni retroscena delle sue creazioni rivelando lo spirito che lo muove ancora nel realizzare le sue opere.
Per forza di cose, dobbiamo cominciare dal messaggio principale che il Maestro vuole trasmettere: quello del sogno e del vivere per vivere. Matsumoto sostiene che non bisogna condurre una vita per arrivare alla morte ma in funzione della vita stessa. Il suo è un insegnamento di non arrendersi e di speranza che vuole trasfondere con tutto l’impegno, non solo suo ma anche dei suoi lettori perché desidera una comunicazione diretta tra l’autore e chi legge. In tutte le sue opere ha sempre inserito esperienze proprie e di vita vissuta, legati a fatti realmente accaduti. Principale esempio è quella del treno Galaxy Express 999: nonostante l’ambientazione fantascientifica e futuristica della serie, esso viene rappresentato come un treno storico, non certo fantascientifico, perché ispirato alla C62, una vera locomotrice che vedeva passare vicino a casa sua. Proprio questo è stato il treno che il sensei ha preso a 18 anni quando è stato chiamato da una casa editrice di Tokyo per iniziare la sua carriera di mangaka professionista. Per l’occasione raccolse i pochi soldi che avevano in casa (la sua non era una famiglia agiata) e riuscì a comprare un biglietto di sola andata per Tokyo. Il treno percorreva la distanza dal Kyushu – da cui partiva – a Tokyo in 24 ore, viaggiando quindi giorno e notte e percorrendo una lunga galleria che è stata ispirazione – con il suo buio – a quello spazio siderale da percorrere sui binari delle Ferrovie Galattiche su cui ha fatto viaggiare il Galaxy Express 999.

Esperienze vere ma anche personaggi veri. In loro ha riportato più che le sembianze fisiche – ma non solo – anche i caratteri. Per esempio il capitano Okita di Uchu Senkan Yamato è ispirato al padre. Susumu Kodai, il protagonista della stessa serie, è invece ispirato al fratello minore. Ma quello che Matsumoto ha e continua a voler trasmettere è la volontà di vivere, che ripete più volte. In fondo, essendo nato nel 1938, ha vissuto gli episodi della Seconda Guerra Mondiale e ha ricordato che in un primo momento proprio il Kyushu (suo paese natale) era l’obiettivo designato per lo sgancio della bomba atomica, poi cambiato in Nagasaki. Purtroppo lui e i suoi familiari conoscevano tante persone che hanno perso la vita sia in azioni militari (il padre era pilota e molti dei suoi compagni non tornarono) che in altri episodi del conflitto mondiale e nelle zone bombardate.
Il messaggio che Matsumoto vuole trasmettere è in fondo quello che lo stesso padre/Okita dava ai figli/membri dell’equipaggio della Yamato: il vivere per vivere e rialzarsi continuamente anche in seguito alle cadute rappresentate dalle difficoltà della vita.
Durante l’adolescenza, a 9 anni vide il film “Via col Vento”. Questa visione lo influenzò notevolmente perché nel finale del film la protagonista Rossella O’Hara pronuncia una frase per lui significativa: “Non soffrirò mai più la fame!” (in orig. “I’ll never be hungry again!”). Il Maestro fu colpito particolarmente da questa frase che fece propria nell’accezione di non arrendersi mai.
Riguardo alle donne, queste donne bellissime che lui rappresenta nelle sue opere, da Maetel (o Maisha in italiano) a Queen Emeraldas, dalla Regina Raflesia a Starsha di Iskandar e tantissime altre, ha rivelato come avvertisse queste fattezze femminili nei “geni” della sua famiglia. Un tempio vicino a casa sua era frequentato da alcune donne europee che probabilmente i suoi antenati hanno incontrato o visto, e che poi lui nel tempo, per caso, ha ritrovato in alcune vecchie foto del tempio stesso. Erano donne molto avvenenti, di carnagione chiara, con lineamenti per lui bellissimi. Altra fonte di ispirazione di queste donne è il film “Marianne de ma jeunesse”, un film francese del 1955 per la regia di Julien Duvivier, con protagonista Marianne Hold, dove ricorda particolarmente l’attrice che vi recitava e che ha ispirato direttamente la creazione di Maetel e il film animato “Capitan Harlock – L’Arcadia della mia giovinezza”.

Per ulteriori approfondimenti su questo film e i legami con Matsumoto e le sue opere rimandiamo alla lettura dell’interessante articolo di Alessandro Montosi, “Marianne de ma jeunesse – Lo strano caso di Julien Duvivier, cineasta amato da Leiji Matsumoto” parte prima e parte seconda.

Ma oltre che con l’Europa in generale, è anche con l’Italia in particolare che è sempre esistito un legame con il sensei. I suoi manga di successo sono di genere fantascientifico ma hanno sempre elementi western nei vestiti, nelle situazioni o addirittura in oggetti come le pistole usate dai suoi protagonisti (tra cui la famosa Cosmo Dragoon). Proprio uno dei suoi primi manga da professionista fu “I 5 della vendetta”, una sorta di riduzione a fumetti del film italiano e di quella corrente di spaghetti western che l’aveva colpito da giovane. Il fumetto è stato da poco tradotto e pubblicato in italiano dalla Associazione Culturale Leiji Matsumoto e costituisce il secondo inedito italiano pubblicato da loro dopo “Le avventure di un’ape”, il primo manga di Matsumoto da professionista.

Altro episodio di esperienza reale di cui ha reso partecipe il suo pubblico è stata la creazione del nome del pirata spaziale: Harlock. Da bambino, mentre camminava per andare a scuola, si divertiva a canticchiare una canzoncina da lui inventata che faceva “harlock, harlock” e questa strana parola gli rimase in testa e la attribuì al nome del capitano.

Sul tema dei pirati e soprattutto del loro simbolo, il teschio con le tibie incrociate che prende il nome di Jolly Roger e che è diventato simbolo di libertà di Capitan Harlock (tanto che viene riportato ovunque, dai vestiti alla nave spaziale), Matsumoto rivela che non l’ha mai associato a vessillo per incutere timore durante gli arrembaggi. Per il sensei, il significato da attribuire al teschio e alle tibie è quello che rivestì nell’ultima fase, agli inizi del sec. XIX, e cioè quello di simbolo di determinazione, di lottare fino a diventare ossa. Lui stesso indossa una bandana cappello di color nero con il teschio e le tibie incrociate sulla fronte come simbolo di determinazione in tutto quello che fa ma… di color rosso perché lui è ancora vivo!
Come mai “Galaxy Express 999” è proprio 999? Perché se fosse stato 1000 avrebbe dato un senso di compiuto, di finito. Invece per Matusmoto questa completezza non ci sarà mai nelle sue opere. E’ contrario a mettere la parola fine in fondo alle sue serie. I suoi manga, Capitan Harlock in primis che non ha un finale vero e proprio, non potranno mai considerarsi completi. Perché questa scelta? Per attribuire ai suoi manga un senso di continuo vivere. Il suo non è un messaggio destinato a un punto finale ma al viaggio. Al viaggio della vita. Il viaggio che è simboleggiato in tutte le sue opere, soprattutto in quella che lo rappresenta di più e che è “Galaxy Express 999”, il treno che viaggia tra le stelle.
Stelle che ormai sono la patria e l’ambientazione per eccellenza dove far compiere le gesta eroiche a quei personaggi iconici come Capitan Harlock, Susumu Kodai, Queen Emeraldas, Maetel e Tetsuru Hoshino (Masai in italiano).
Concludendo, il pensiero che più volte il Maestro vuole lasciare è quello di non arrendersi mai, continuare a vivere ma anche di sognare ed essere uniti. Un messaggio di speranza per tutta l’umanità, un messaggio in cui crede veramente e che trasmette attraverso i suoi personaggi iconici. Solo per fare un esempio, Capitan Harlock riveste un ruolo messianico in cui combatte per l’umanità – un simbolo è la cicatrice stessa sul suo volto – nonostante sia osteggiato dai suoi simili.
Speranza, sogno, determinazione e solidarietà.
Salutando il pubblico, Leiji Matsumoto ha nuovamente sottolineato come il suo lavoro non sia fatto esclusivamente per se stesso e per accontentare i propri gusti (ma anche sogni, speranze e desideri) ma sia rivolto – e l’ha detto aprendo le braccia – a tutto il pubblico dei suoi lettori.
Un Maestro fino alle ossa… ma rosse perché sarà sempre vivo 🏴☠️
Sui canali Twitch ufficiali della manifestazione è possibile rivedere il momento della premiazione, l’incontro con il pubblico e lo showcase al Teatro Giglio di Lucca dove il Maestro ha eseguito vari sketch e impresso le sue mani per la Walk of Fame di Lucca Comics and Games.