Durante Lucca Collezionando 2025 ho avuto il piacere di incontrare e scambiare qualche battuta con Luca Barbieri – sceneggiatore della storia in oggetto – e, dopo essermi complimentato per il suo operato sulle varie testate per le quali scrive e/o da lui curate (Dragonero, Zagor, Tex, Topolino ecc.), ho potuto chiedergli informazioni e curiosità sul progetto sperimentale dei “What If…”, connubio tra Disney e Marvel.
Siamo scesi nei particolari di questa storia breve: Barbieri, partendo dal soggetto di Steve Behling, si è dovuto districare fra i vari paletti imposti dagli editor delle parti chiamate in causa, nel tentativo di omaggiare il celebre Avengers #1 (1963, Stan Lee – Jack Kirby) ma in versione disneyana, senza cadere nella trappola del futile citazionismo o nel semplice esercizio di stile.
A mio avviso, Barbieri riesce a costruire una storia solida, più vicina ai canoni Disney: molto coerente con ciò che i lettori del “topo” sono abituati a leggere, ma utilizzando per l’appunto le origini del super gruppo di eroi marvelliani, disseminando l’albo di inquadrature e oggetti comparsi nella origin story senza risultare eccessivo e stucchevole (lo stesso Barbieri ci ha suggerito di tentare di trovare tutti i riferimenti, anche i più nascosti!).
L’evoluzione della trama e le gag che si avvicendano sono ben costruite e la lettura è piacevole e scorrevole, anche se fin troppo lineare, essendo priva di chissà quale colpo di scena. Fortunatamente, in soccorso arriva Alessandro Pastrovicchio: i suoi eccellenti disegni che impreziosiscono ed esaltano una storia oggettivamente difficile da realizzare.
Il versatile disegnatore riesce a rendere epica ogni posa e ogni azione di ogni singolo personaggio: d’altronde, l’obiettivo di questa iniziativa è puramente commerciale e non nego che – se dovessero fare delle action figure basate sugli eroi qui rappresentati – sarei veramente tentato di acquistarle.
Menzione d’onore anche per la colorazione di Lucio Ruvidotti, che riesce persino ad esaltare la moltitudine di protagonisti e ambienti che si susseguono pagina dopo pagina.
In conclusione, posso dire che è una lettura che mi ha soddisfatto, seppur dispiaciuto di non poter leggere avventure leggermente più lunghe che permetterebbero agli autori di gestire meglio gli avvenimenti che, allo stato di fatto, vengono compressi eccessivamente a causa del formato di pubblicazione per il mercato comics americano: sicuramente una decina di pagine in più permetterebbe di avere personaggi più approfonditi e scambi di battute più naturali e coinvolgenti.
Un altro piacevole punto a favore è il totale coinvolgimento di autori italiani di enorme valore.
NdR: se non dovesse tornarvi qualcosa durante la lettura – sul Topolino 3616, dov’è stata pubblicata in prima stampa – è perché a circa metà storia c’è un errore di “montaggio”: una tavola è stata posizionata anticipatamente e sembra esserci un salto temporale… poi, continuando la lettura, capirete la svista. Nulla di trascendentale, ma ritenevo giusto segnalarlo.