Kalya n.28 “La battaglia di Jantir”

Chi ben comincia è a metà dell’opera

1 min read
8.5/10
Si è appena conclusa la “Saga della Rinascita” e si riparte dall’albo in oggetto proprio come se fosse un nuovo inizio, non tanto un vero e proprio starting point come fu Kalya n.12 “Malkuth”, bensì la “Stagione 3” di una serie con una stretta continuity.
 
Leonardo Cantone e Luca Lamberti sembrano crescere e alzare il livello dell’asticella ad ogni albo, mantenendo l’attenzione del lettore costantemente su di giri, seminando pagina dopo pagina indizi e svelamenti di importanza rilevante.
 
Il fulcro di questo albo è la “nascita”: Ilion, i Gjaldest, la stirpe umana, il futuro erede al trono di Galdor, il fondamento Kether nella nuova sua custodia, Kalya e il suo nuovo fardello – e ipotizzo anche l’attrito venutosi a creare tra le file della fazione nemica; è impressionante come in così poche pagine siano riusciti ad inserire così tanti riferimenti mantenendo la narrazione impeccabile.
 
Il comparto grafico è affidato a Marco Castricini, esordiente sulla testata, giovane e promettente artista dal tratto indubbiamente orientale.
L’approccio alle prime tavole è quasi pittorico, soprattutto sui fondali, sicuramente scenografico ma fortemente penalizzato dalla stampa, generando così alcuni neri molto “impastati” e confusionari. Molto meglio la resa nel momento in cui l’artista ha cominciato ad usare una linea più chiara, incipit dal quale si nota un miglioramento generale della qualità del disegno e di conseguenza della leggibilità della tavola: probabilmente avrà avuto bisogno di tempo e di macinare tavole per abituarsi al personaggio e al mondo di Theia. Bene nei movimenti dei pg e nella loro caratterizzazione: forse qualche volto non perfettamente riuscito, in particolare le espressioni, ma nel complesso la lettura è scorrevole e piacevole.
Mi chiedo se gli sia stato affidato il compito di inventare il character design di uno dei Gjaldest alleati della protagonista, il quale ipotizzerei possa essere ispirato al Drago Shenron di Dragon Ball.
 
Cover di Elena Casagrande di grande impatto, che tende al blu e permea l’illustrazione di una sensazione di mistero, di ansia, di freddo, con “due” Kalya praticamente specchiate, una delle quali – la vecchia forma – con un pugnale conficcato nel busto, particolare potenzialmente importantissimo ai fini della macro-trama.
VOTO
0

AleSiryus

Solo opinioni personali. Trasparenti.

Articolo precedente

“L’héritage fossile” di Philippe Valette

Prossimo Articolo

I consigli di uBC Fumetti | febbraio 2025

Ultimi Articoli Blog