Kalya n.5
“La Città Palazzo delle Nubi”

Frenata sulla macrotrama, ma serviva un pizzico di introspezione per tirare il fiato

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6.5/10

La cover di questo albo non è altro che un’istantanea del viaggio che stanno affrontando i Nostri, come una vera famiglia, sulla loro “casa itinerante”: Elena Casagrande ci mostra un Tagh infastidito da Aridan in versione bardo, Calon e Kalya che scrutano l’orizzonte e Leena intenta a prendersi cura delle sue piante.

È anche lo specchio di ciò che troveremo all’interno di questo capitolo, ovvero un gruppo eterogeneo che – nonostante le difficoltà – riesce a cavarsela organizzandosi e facendo squadra.

Luca Lamberti e Leonardo Cantone rallentano la narrazione, cominciando solo ora ad approfondire il carattere di alcuni dei protagonisti, in particolar modo Kalya. La giovane adolescente in cerca di risposte, dal carattere esuberante e generoso che, immedesimandosi nella situazione nel quale si viene a trovare un bambino appartenente alla razza nanica, farà vivere un’avventura inaspettata e non certo piacevole alla sua compagine.

Interessanti le dinamiche che si vengono a creare, esaltando l’importanza del party (gruppo) e come i punti di forza dell’individuo siano ben amalgamati e funzionali per riuscire a trovare il bandolo della matassa. Personalmente ritengo sia davvero piacevole sapere che l’uno si preoccupi dell’altro, come una vera compagnia dovrebbe fare.

Il comparto disegni è affidato a Vittorio Santi che non mi convince sul lato sfondi, lasciati troppo spesso in bianco nei primi piani, costringendo i protagonisti ad inquadrature neutre, cose se fossero stati posti nel riquadro assegnato solo per assegnargli il balloon – ci tengo a ricordare che i layout sono creati da Lamberti e mai dal disegnatore di turno.

Lo stesso Santi si esalta durante le scene action e dà il meglio di sé nei dettagliatissimi fondali della città dove è ambientata l’avventura. Originale il design dei Nani (che riprende i lineamenti dei Neanderthal), i quali non sono altro che umani, divenuti sempre più bassi e tozzi a causa dell’esposizione nel tempo ad uno dei Fondamenti, che agisce sulla gravità terrestre.

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