“Diari di guerra”
di Nora Krug

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Il sottotitolo del fumetto è eloquente, Due racconti per immagini dall’Ucraina e dalla Russia. Parliamo, purtroppo, di una guerra in corso.

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I fumetti d’inchiesta che raccontano di storie, luoghi e persone che vogliono cambiare il mondo.

Cartina geografica che appare all'inizio del fumetto

Il Graphic Journalism è un genere che molte persone non amano (parlo per conoscenza diretta). Non lo apprezzano per diversi motivi: troppo complesso nella struttura produttiva, con temi sociali e impegnati, disegni e storie che esulano dai canoni classici del fumetto da “intrattenimento” e via discorrendo… In parte lo capisco, in parte mi chiedo il perché visto che spesso i temi affrontati, come quest’opera di cui parleremo oggi, ci toccano da vicino e che una guerra non è poi un evento così remoto come immaginiamo. 

Nora Krug, autrice tedesca ma statunitense d’adozione e figlia di un’Europa piena di contaminazioni, arriva a questa sua seconda opera dopo aver realizzato Heimat, un graphic memoir molto interessante, figlio di anni di ricerca effettuati nei meandri degli archivi tedeschi, della famiglia e nei ricordi più reconditi. Un’opera immensa e dal valore storico non indifferente.
Diari di guerra, invece, si discosta molto dalla struttura grafica e narrativa per mirare a quel focus tanto importante quanto deleterio della guerra, nello specifico quella scatenata dalla Russia nei confronti dell’Ucraina. 

Che poi, parlare di conflitti nel 2024, doveva solo essere un fattore da “libri di Storia”, anziché viverla quotidianamente sulla pelle di molti popoli innocenti… ma tant’è: l’ignobile uomo-guerrafondaio esiste anche oggi e ha diversi volti.

Torniamo al mondo del fumetto per approfondire questo diario visivo che scaturisce da un’idea molto bella dell’autrice: quella di voler mettere “in scena” un resoconto settimanale dal fronte Est, per parlarci e restituirci quanto è successo nel corso del primo (e non solo) anno di conflitto. Per farlo, la Krug si affida ad alcuni conoscenti – sia in terra ucraina che russa – e chiede loro un reportage, anche personale e soggettivo, delle loro problematiche familiari, professionali oltre a chiedere, possibilmente, un chiaro assaggio della situazione politico-sociale.
L’opera, quindi, viene concepita a tutti gli effetti da tre persone – due delle quali vivono nelle zone di guerra – mentre l’autrice rimane stabile negli USA, realizzando la parte grafica del progetto.

La produzione del fumetto, come ci si può immaginare, è stata lunga, anche se durante il corso dell’anno alcune pagine (diario e illustrazioni) sono state pubblicate sui maggiori magazine internazionali che si occupano di politica e stato sociale tra cui, in Italia, per i tipi de l’Espresso.

Dettaglio vignetta
Dettaglio vignetta

Si parte dalla cartina geografica (vedi immagine a inizio articolo) per aprire una visione d’insieme dei luoghi dei protagonisti, quei posti di spostamento tra paese natìo e nazioni ospitanti. Luoghi adibiti a rifugio, a momentanei (seppur lunghi) allontanamenti da bombe o insurrezioni; come per le persone russe non aderenti alla linea politica putiniana, che lottano per attuare un’evasione e per evitare la coscrizione dalla leva militare.

Nei lunghi periodi dei conflitti, nessuna delle parti coinvolte vive in maniera tranquilla la propria vita. Tutti, in un modo o nell’altro, si ritrovano nelle medesime situazioni: città depredate, case distrutte, beni di prima necessità scarsi e morti su morti senza un limite tangibile. I diritti umani, poi, sono solo una fulgida speranza che rimane scritta su carta ma niente di più.

La fumettista, dicevo, dà voce a due personaggi reali, una donna e un uomo; lei si chiama K., lui si chiama D
Per ovvi motivi hanno deciso di rimanere anonimi, almeno dal punto di vista anagrafico: il resto lo raccontano liberamente. Lei è una giornalista ucraina, che vive e lavora sul campo soprattutto in condizioni di guerre; lui è un artista russo – anzi, come dice di se stesso nel “diario” è di San Pietroburgo (come se la sua città fosse una Nazione a sé stante), rinnegando la madre patria guidata dal quel tiranno di Putin. 
Entrambi sono distanti dalle idee della politica del governo di Mosca. 
K., in un certo senso – anche per via del suo lavoro – riesce a parlare e criticare pubblicamente l’invasione della Russia, a volte rischiando di essere arrestata, mentre D. risulta essere più introverso. Critica la sua nazione solo con familiari e amici stretti, mai in pubblico o all’aperto, evitando così di incorrere in rischi molto gravi per sé e la famiglia.
Entrambi, in modi e situazioni differenti, devono spesso spostarsi verso altre nazioni ospitanti per via delle problematiche di permessi, recriminazioni, stato familiare, figli e condizioni umanitarie – vivendo, ormai da diversi anni, una vita di sacrifici, paure e frustazioni che portano allo sfinimento.

Ad oggi – novembre 2024, mentre scrivo queste parole – la guerra è ancora in atto, senza tregue, nella speranza (vana) che si possa arrivare a una negoziazione tra i due stati coinvolti.

Tavola parte sinistra dedicata a "K"
Tavola parte destra dedicata a "D"

Il fumetto di Nora Krug si può leggere in due modi differenti. In primis, quella di procedere pagina dopo pagina, come del resto facciamo sempre con il fumetto occidentale. Preciso che l’opera è costituita da due pagine affiancate, dove quella di sinistra è dedicata a K. (giornalista) e quella di destra a D. (artista). È così per tutto il fumetto.
L’altro senso di lettura, invece (che non è indicato dall’autrice, ma che consiglio io), è quello di leggere prima tutto il diario di uno e poi dell’altro, in modo da avere più chiaro e intimo ognuna delle due storie raccontate. Entrare più in contatto con le loro rispettive vite.

Leggere questi resoconti dal fronte, sotto forma di diario, ci fa capire come oggi vivono la disarmante quotidianità i due popoli: ucraini sempre sotto assedio da un lato, russi (quelli non coinvolti nel conflitto e umanamente sconvolti e dispiaciuti) dall’altra. 
Due realtà figlie di un’unica volontà, quella di un megalomane dal nome Vladimir Putin e di tutti coloro che condividono le sue folli idee politiche.

Leggere apre la mente. Apre ogni visione nascosta del nostro animo, rendendoci più sensibili, più coinvolti, più intelligenti: e, nel compiere questo semplice atto, riusciamo a capire il senso profondo delle cose. Semplicemente a capire che una guerra non porta del bene a nessuno, invasori compresi.

Nora Krug ci ha donato un pregevole lavoro, raccontandoci – attraverso la vita dei “protagonisti” – un conflitto in tempo reale. Restituendoci, con le sue illustrazioni, uno spaccato di vita che difficilmente avremmo potuto vedere o ascoltare altrove: perché quell’altrove, altro non è che l’informazione “subdola” che arriva sui media.

“Ci sono state nuove esplosioni oggi in Ucraina, a Vinnytsia. Non ho parole per definire certi obbrobri. Continua a morire gente. Sono ammutolito dalla disperazione, paralizzato. E capisco che, dovunque finirò per vivere, mi sentirò così. Posso cambiare il posto, ma non la sensazione.”

Diari di guerra  
di Nora Krug
Einaudi Stile Libero Extra (2024)
colore, 130 pp – 17,50€

Michele Tarzia

Vivo nell'ombra dei miei pensieri, ai margini della mia memoria

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