“Ducks: due anni nelle sabbie bituminose” di Kate Beaton

La poco sostenibile leggerezza della neve

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7.5/10

La canadese Kate Beaton, conosciuta urbi et orbi per le sue raccolte di strisce satiriche “Hark! A vagrant” e “Step Aside, Pops”, ci regala un pezzo della sua autobiografia, e nello stesso tempo uno spaccato delle condizioni di vita e di lavoro negli impianti di estrazione del petrolio dalle sabbie bituminose, che costellano l’ovest del Canada.

È un’opera che non fa sconti, celandosi solo apparentemente dietro uno stile narrativo pacato, scevro da facili sensazionalismi, per mettere a nudo un contesto umano e sociale del tutto peculiare, dominato da un machismo becero e patriarcale; e in tale contesto, è la stessa Kate a chiedersi (e a chiedere) più volte se quelle stesse persone che la vedono solamente come un oggetto – sessuale – siano così anche nella loro vita al di fuori delle sabbie, o se quel comportamento sia la loro naturale inclinazione, nascosta sotto pochi millimetri di crosta del cosiddetto vivere civile.

La monotonia e la pesantezza di quell’esperienza vengono sottolineate anche dalla precisa scelta da parte dell’autrice di tinteggiare le riconoscibili fisionomie dei suoi personaggi, attraverso l’impiego di una palette di soli toni blu e violacei.

La narrazione scorre fluida, e quasi ogni tavola rappresenta un breve capitolo a sé stante, che contribuisce a dare corpo ad un puzzle complesso, che alterna toni informali con elementi di reportage, optando tra l’altro per una quasi costante suddivisione enneapartita delle tavole.

Non un’opera facile per il lettore, quindi, ma che conferma il talento affabulatore della Beaton pur applicato ad una materia doppiamente ostica, sia per l’argomento in sé, sia perché la riguarda in prima persona. Proprio per questo, forse, un’opera che merita il successo che sta ampiamente riscuotendo ai quattro angoli del globo.

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Oscar Tamburis

Da sempre convinto sostenitore della massima mysteriana "L'importante non è sapere le cose, ma fare finta di averle sempre sapute"

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