Il primo film della storia tratto da un fumetto

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Era da un po’ di tempo che nella mia mente si aggiravano pensieri per una nuova rubrica da proporre sul Magazine uBC Fumetti. Tempo passato a capire se potesse funzionare o meno, se potesse apparire interessante al cospetto dei lettori. Tempo che ho dedicato ai temi da trattare e al modo di incentrare gli argomenti una volta trovati i punti cardini.
Il fatto è che nella mente di idee ne sono arrivate molte, un continuo, tanto che ho dovuto prendere appunti e segnare quelle più interessanti. Chissà… magari arriverà – oltre questa, qualche nuova proposta!

Intanto una breve premessa: questa rubrica nasce per parlare – e condividere con i lettori – di tutto ciò che è inerente al medium del fumetto e a quello del cinema, i cosiddetti cinefumetti appunto.
Parleremo di trasposizioni al cinema (ma anche nelle serie TV), magari vi consiglierò alcuni libri e/o saggi su questo specifico argomento, oppure approfondiremo l’aspetto storico – come in questo primo approccio – e chissà quante altre cose belle…

L’argomento principale resta il fumetto, perché è ciò di cui ci occupiamo nel Magazine.
Ma badate bene: il fumetto non è mai stato – e mai lo sarà – fine a sé stesso… è un potente mezzo di narrazione, di comunicazione, è un oggetto di design, è politica – arte.
Andiamo a cominciare!

(PS: questa è la mia prima rubrica per il Magazine uBC Fumetti e mi preme fare un doveroso ringraziamento a coloro che mi hanno permesso di scrivere e collaborare alla divulgazione del fumetto attraverso questo spazio. Non faccio nomi, perché penso che la collettività sia il motore propulsore che muove le redini di questa redazione e che fa sì che tutto ciò che pubblichiamo ogni giorno sia frutto di pura passione nei confronti della nona arte).

Quando il fumetto e il cinema si incontrarono…

Quante volte ci siamo chiesti: qual è stato il primo cinefumetto della storia? Ecco, in questo primo articolo della rubrica Cinema & Fumetti cercherò di analizzare e dare una risposta a questa domanda.

Si sa, il cinema nasce alla fine dell’Ottocento, in un’epoca di forte sperimentazione artistica.
Ci troviamo nella Ville Lumière, Parigi, la città della Belle Époque: il 28 dicembre del 1895 avviene la prima proiezione pubblica dei primi cortometraggi dei fratelli Lumière nel Salon Indien del Gran Café sul Boulevard des Capucines.

Il medium del fumetto, la cui origine potrebbe anche essere molto antica (se consideriamo il disegno nella sua accezione più pura), arriva per come lo conosciamo oggi – nell’era moderna – anch’esso alla fine dell’Ottocento: nello specifico, le prime strisce risalgono al 1907, realizzate da Bud Fisher – autore della serie a fumetti Mutt and Jeff (anche se i fumetti esistevano già da una decina di anni, con le cosiddette “sunday pages” o pagine domenicali, vere e proprie tavole, quasi sempre a colori).

Fatta queste breve ma necessaria premessa, anche solo per inquadrare il contesto storico delle due forme d’arte, andiamo ad approfondire l’aspetto relazionale tra fumetto e cinema, nello specifico della sua trasposizione dalla carta alla pellicola (una volta… ora è digitale).

"Mutt and Jeff" di Buff Fisher, 1907

Molti dibattono sul significato del termine cinecomic (l’unione delle parole tra cinema e comics) perché sostengono che valga esclusivamente per quei film dove c’è di mezzo un supereroe (famoso o meno non è rilevante) ma altri, (incluso il sottoscritto) pensano che il termine sia invece utilizzabile per tutte le tipologie di fumetti trasposti al cinema – e in questa rubrica verrà utilizzato a tale scopo.
Tra l’altro il termine cinecomic è stato inventato da noi italiani per definire quelli che negli Stati Uniti chiamano “comic book movie“. Generalmente ed etimologicamente, quindi, si tratta di film tratti da fumetti. 
D’ora in avanti, quindi, continueremo a definire il genere con la parola composita cinefumetti.

L’incontro tra queste due forme d’arte arriva nel 1895, quando i fratelli Lumière mettono “in scena” il piccolo film L’innaffiatore innaffiato (L’arroseur arrosé) ispirato dalla storia illustrata intitolata L’arroseur di Hermann Vogel (1887). 

Esistono diverse rappresentazioni della tavola sull’innaffiatore innaffiato, uscite tra il 1885 e la prima decade del Novecento, una lunga tradizione che porterà alla produzione di più di dieci tavole. Di seguito riporto due esempi di Christophe e Winsor McCay.

"Un arroseur public" [Un annaffiatoio pubblico] Christophe. Le Petit Français Illustré, n. 23 - 1° anno, 3 agosto 1889
"Dreams of the rarebit fiend" [Sogni di un mangiatore di crostini] Winsor McCay. The New York Herald, 6 luglio 1913.

Il primo “film a fumetti”

Fin dalle loro prime sperimentazioni, i fratelli Lumière non diedero importanza alla “tecnica” di ripresa da utilizzare per le loro prime e storiche immagini: l’importante era consolidare e far conoscere la nascita del cinematografo. 

Se pensiamo ai primi film, come ad esempio L’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat o L’uscita dalle fabbriche Lumière (entrambi del 1895), capiamo che lo stile è pressoché quello che, qualche tempo più, in là chiameremo “documentario”: la cinepresa che riprende ciò che succede nel contesto del reale, del quotidiano.

Film come L’innaffiatore innaffiato ed altri hanno permesso ai Lumière di ricreare la prima messa in scena della storia del cinema e per farlo si sono avvalsi di un fumetto, quello sopra citato di Vogel, L’arroseur.
Composta da nove vignette, l’autore rappresenta in questa tavola una cosiddetta “gag”, una scena quotidiana dove il giardiniere viene preso in giro da un ragazzino che blocca l’idrante che sta utilizzando, portandolo ad innaffiarsi mentre controlla il bocchettone del tubo.

Ridente e colorata, la pagina di fumetto sarà quella che i fratelli Lumière prenderanno “in prestito” per realizzare il loro cortometraggio. Mettono in scena gli attori, trovano la location, utilizzano la regia per inquadrare e trasporre le vignette al meglio: alla fine esce fuori un breve film che diventerà iconico – come tutti i loro primi film. Questa, tra l’altro, è la prima “gag” che viene rappresentata attraverso le immagini in movimento e, per farla, si parte da un foglio di carta colorata con sopra dei disegni. Questo per dire quanto il fumetto diventerà importante nel quotidiano di molte persone da lì in poi.
Pensarlo oggi è pressoché banale (direbbe qualcuno), ma se ne stiamo ancora parlando dopo 100 anni, un po’ di storia l’ha fatta…

Qui di séguito potete vedere e confrontare le due versioni: la tavola di Hermann Vogel e il film dei Fratelli Lumière.

"L’arroseur" di Hermann Vogel (1887)

Come scrive Riccardo Renda nel suo saggio Dalla carta alla pellicola – Storia dei cinecomic internazionali, c’è un bel dibattito in quegli anni sul perché i fratelli Lumière presero come spunto proprio la tavola di Vogel e non quella di Uzès che, per datazione, viene considerata la prima di tale genere e similitudine ad essere rappresentata ma, cosa più importante, forse anche smentita dagli stessi autori del film. Ciò che sappiamo, da fonti storiche, è che il cortometraggio dei fratelli Lumière è palesemente una “trasposizione” di una delle tante tavole citate sull’innaffiatore innaffiato.

Riporto qui un estratto dal libro appena citato:

[…] A ben vedere, andando a ritroso nel tempo, si scopre come la sequenza illustrata abbia numerosi precedenti, a testimonianza di una situazione comica piuttosto in voga nella seconda metà dell’Ottocento. La più datata è Arrosage public, disegnata da Uzès (nome d’arte di Achille Lemot) e pubblicata sul periodico Le chat noir nel 4 luglio 1885.

Osservazione che conduce alla conclusione che, nei confronti de L’arroseur arrosé, sarebbe più corretto parlare di messa in scena di una nota gag invece che dell’adattamento cinematografico di un fumetto.

A dirimere la vicenda fu, comunque, lo stesso Louis Lumière che, in un’intervista rilasciata a George Sadoul nel 1948, ha attribuito il soggetto del cortometraggio ad un’esperienza familiare, senza far cenno ad alcuna storia illustrata.
In molti non sono d’accordo con questa considerazione, in cui lo stesso Louis smentisce quanto fatto insieme al fratello sul finire dell’Ottocento.
Oggi sappiamo che quel piccolo film è stato uno sguardo diverso al metodo di fare cinema, quello che per l’era contemporanea è, appunto, “un film tratto da un fumetto”.

Da quel momento in avanti, le trasposizioni su pellicola, poi in digitale, saranno così tante da diventare un medium – tanto ricercato, quanto odiato – nel modo di concepire e dare forma tridimensionale al fumetto.
Tra l’altro, da lì a pochissimo tempo, si inizierà a parlare di Yellow Kid e di quel primo film che traspose il fumetto iconico realizzato da Richard F. Outcault.

Sia chiaro: i cinefumetti che conosciamo oggi – con l’avvento degli studios di Marvel o DC Comics – sono tutto un altro mondo, un modo diverso di vedere la situazione del cinema e del fumetto.

Mi soffermerei a parlare ancora e ancora di questo aspetto, ma per farlo dovrete aspettare il prossimo articolo e/o approfondimento di questa neonata rubrica!

“I fumetti sono una lingua internazionale,
possono attraversare confini e generazioni.
I fumetti sono un ponte tra tutte le culture.”

Osamu Tezuka

Michele Tarzia

Vivo nell'ombra dei miei pensieri, ai margini della mia memoria

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