Idaten – gli dei dell’incoscienza

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Iniziato come webcomics e finito come serie anime affidata allo studio MAPPA, Heion sedai no Idaten-tachi – pubblicato in Italia da GOEN con il titolo IDATEN: gli dei del tempo di pace – è una di quelle “success stories” che dimostrano la mostruosa vitalità (e fame di idee) del mercato fumettistico giapponese.

Sceneggiato ed originariamente disegnato dall’autore nascosto sotto lo pseudonimo di Amahara e poi trasformato in manga su carta per i disegni dell’altro web-disegnatore Coolkyoushinja facente parte della stessa “scuderia virtuale”, nella sua semplicità questo manga non manca di spunti originali ed un bel ritmo.

La storia racconta del classico mondo alternativo in cui, 800 anni prima, l’invasione dei Demoni fece strage della razza umana. Nel momento più nero le preghiere disperate dei superstiti evocarono gli dei Idaten che sconfissero e sigillarono i mostruosi aggressori restituendo la pace agli uomini.
Ottocento anni dopo l’unica testimone di questa vicenda è la ex-giovane dea Rin, a cui i suoi tutori affidarono il doppio compito di vigilare sul sigillo ed allevare le nuove generazioni di Idaten i quali, con l’eccezione del bellicoso Hayato, “non ne vorrebbero sapere mezza”.
Del resto, persino il più anziano della nuova generazione è nato qualche secolo dopo la scomparsa totale dei demoni, quella guerra è per loro un concetto astratto e tutto quello che interessa loro è seguire la propria inclinazione e vigilare con curiosità sulla specie umana.

Potrebbe essere una seria minaccia…

Così la sensibile Paula si dedica a conversare con le specie animali, soprattutto i piccoli volatili di cui capisce il linguaggio, mentre il curioso Isley si dedica alla ricerca, leggendo libri dietro libri ed accumulando sapere.

Ma, ovviamente, le cose non possono essere mai troppo pacifiche ed i guai arrivano nella forma dell’Impero Zoble, nazione guerrafondaia che sta erodendo a poco a poco i territori delle altre nazioni lasciando una scia di devastazione dove passa e, quello che è peggio, guidati dal misterioso Dottor Obami si stanno impegnando a fondo per ritrovare e risvegliare i demoni sigillati per usarli, apparentemente, come armi di guerra.

Insomma, per gli dei del tempo di pace si profila all’orizzonte una minaccia mortale…

Oppure no: basta arrivare alla fine del primo volume per cominciare a dubitare che per gli Idaten i demoni siano davvero una minaccia. C’è qualcosa di inquietante, di alieno, in queste spensierate divinità dall’aspetto di normali persone che, però, “non muoiono nemmeno se le ammazzi” e riescono a diventare indistruttibili, più potenti o più veloci semplicemente “abituandosi” ad essere indistruttibili, più potenti e più veloci.

In questo risiede l’originalità della storia, che rifiuta quello che sarebbe stato il solito “viaggio dell’eroe” a recuperare una forza perduta per sopravvivere ad una minaccia imprevista e soverchiante e, invece, si spinge a curiosare nelle teste di questi esseri – dei e demoni – che sanno pochissimo di sé stessi e, dopotutto, sanno ancora meno degli esseri umani che considerano in maniera non troppo diversa da come i due schieramenti opposti dei vegani e dei carnivori guardano le bestie da macello.

…oppure no

Non vorrei però ci fossero fraintendimenti: Idaten non si pone certo come obiettivo quello di dare adito a riflessioni sulla natura divina o sul potere dell’idea, ma si presenta come un manga shonen con punte di umorismo dark e diatribe tra personaggi discutibili che si trovano in egual misura in tutti gli schieramenti.

Da parte sua, il disegno del già citato Coolkyoushinja si adatta perfettamente alla narrazione e, seppur non riesca ad avvantaggiarsi dei colori acidi e delle derive espressioniste dell’anime, ci mette del suo affiancando alle anatomie “ligne claire” un tratto volutamente pesante e sgranato che conferisce una certa rotondità ai personaggi.

In ultima analisi il lettore manga eternamente in cerca di qualche sapore nuovo troverà in Idaten un piatto ben noto con una speziatura interessante, valevole almeno di un assaggio.

 

Luca Cerutti

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