Zeta come Zagor, Erre come rima: gli albi fuoriserie

/
10 mins read

Come dice il proverbio: “non c’è due senza tre”. E quindi il nostro Gerimio Aderi (altrimenti noto come “l’autore conto terzi“, come da titolo del suo blog), dopo aver descritto gli sceneggiatori di Zagor in settenari e i disegnatori in doppi quinari, completa oggi la sua personale “trilogia” dedicandosi a TUTTI gli autori di testi e disegni apparsi nelle storie fuoriserie di Zagor, stavolta in endecasillabi. Non mi resta quindi che augurarvi, una volta di più: buona lettura!
PS: in realtà, il proverbio di cui sopra ha un’appendice, “il quattro vien da sé”: e infatti Gerimio ha anche partecipato alla rubrica Zagor Top 5, sbizzarrendosi anche in quel caso con qualche rima…

GLI ZAGOR FUORISERIE E CHI LI HA FATTI
IN VERSI ENDECASILLABI RITRATTI

Non sol la regolare s’ebbe serie
Di Zagor nelle edicol, ma congerie
Di più pubblicazioni variegata
Accompagnò e accompagna la testata:
Un fiume in piena, un Gange, un Cotopaxi
Ch’erutti, gli Speciali fur, i Maxi
Che il nome han or cambiato in Zagor Più,
Di prova il banco ai nuovi autor che fu;
E gli almanacchi ancor dell’avventura
E gli Speciali Cico, tiratura
Che fecer registrare, a un punto, tale
Da farne, d’uno all’anno, un semestrale.
Nel tempo a spasso Cico si produsse
Poi pure: un ciclo in cui rimbrotti e busse
In ogni umana storica, ahia, età
Vediamo Cico a prendere che sta.
E ancora il Color Zagor, il Gigante,
Non Zenith, eh, però; questo è importante
Saperlo, ma bensì pubblicazione
In albo grande assai di dimensione;
Le Darkwood Novels, Zagor poi Le origini;
Che narran dell’eroe le scaturigini.
Ed ecco son finite, ed un riassunto
Di queste andiamo punto a dar per punto;
Di tutte queste varie, beninteso,
Collane: un, meno due, Dodecanneso:
Intero un arcipelago, o penisola
Che in esplorar, nessun giammai si appisola;
Ancora un sessantennio dopo e passa
Che Patrick Wilding (Zagor) si tartassa,
Col fargli perigliose viver storie
E sol di pace pause provvisorie,
A fare a pugni e ad essere acrobatico
Per dare a tanti il pane e il companatico:
A chi le scrive e a quegli che si impegni
Le storie ad illustrarne con disegni.

ZAGOR SPECIALE
Speciale Zagor: n’eran trentasei
A scriverne allorquando mi accingei;
Gli autori? I nomi noti ed usuali:
Nolitta ed Altariva accanto ai quali
Boselli, Toninelli, Rauch e Sossi,
Moreno Burattini, agli ortodossi
Autor che più appartiene e poi Pelò,
Colombo, con Mignacco elencherò.
Perniola, Zamberletti e qui Paolucci,
Ancora rimanendo dei cantucci
Per Yannis Ginosatis (ma chi mai
Sarà costui? Chiedendoti starai)
Ed altri dalle spalle che robuste
Non certo sono men, sol meno onuste,
Le cui presenze meno son frequenti
E quindi pur minor gli emolumenti.
Moretti ricordiamo, Eccher tra questi;
Riccardo Secchi e ancor Francesco Testi
Con Bartoli, attenzione, non Cecilia:
La d’opera cantante che strabilia
E l’occhio, il qual la parte sua pur vuole
Col fascin contentare d’ella suole,
E in specie se “agitata da due venti
In scena nel cantare si cimenti.
Chi gl’albi disegnò? Beh, Mangiantini,
D’Arcangelo, Di Vitto e Voltolini;
Venturi, Gramaccioni, Ferri e Dotti,
Sacrificando al sonno molte notti;
I due Cassaro: Gaspare e Gaetano,
Sedioli, Russo e l’altro veterano
Assieme a Ferri, ovvero Torricelli;
E Verni ancor, Marcello, e in mezzo a quelli,
E a chiuder degnamente la sequela,
Chiarolla e Cacciatore (la Michela),
Con Sòmmacal, ovvero Sommacàl
E il dubbio sull’accento suo usual;
Problemi quelli identici che son
Di Bàrison, ovvero Barisòn.

MAXI ZAGOR
I Maxi Zagor: fur pubblicazione
Moreno Burattini e Ade Capone,
Moretti e poi Mignacco e poi Perniola,
In cui vedemmo, ed altri, far la spola
In anni ed an di vita e a insin gennaio
Duemilventun salute aver d’acciaio;
Non mai malanno alcuno, né un ecciù
Fin quando non divenner Zagor Più.
Vittorio Sossi ed Aldo Siciliano,
Il vero appassionato zagoriano
Ricorderà, suppongo, tra i suddetti,
Poi Rauch, ed Altariva, e Zamberletti;
Tra gl’altri autori, e Contu Gabriella
Tra quelli i quali il tempo non cancella;
Di Orazio, e Toninelli, e Cavalletto
Andrea (sceneggiatura più il soggetto),
Paolucci Diego include ed Adriano
Barone il mio catalogo balzano;
Luca Barbieri, ed Eccher, Enna Bruno,
I ch’un signor non furono nessuno,
E Stefano Fantelli infin con cui
Più nomi nominar non s’ha d’altrui.
Chi gl’albi disegnò? Son sempre quelli
Più o meno alle matite od ai pennelli:
Chiarolla, Donatelli e i due Cassaro,
D’Arcangelo, Sedioli e il non avaro
Di donne di apparenza ben giunonica,
Artista Raffaele della Monica.
Citiamo Pesce (Massimo), Laurenti,
Marcello Mangiantini parimenti;
E Stefano e Domenico Di Vitto.
Giuseppe Prisco il nome ha pure iscritto
Assieme a Gramaccioni e i Bros Esposito
In detta serie, e a questo tal proposito,
Di Marco Torricelli e Toffanetti
Mi viene in mente ancora che in effetti
Parlar dobbiamo, e sol saremo paghi
Di Dante Bastianoni e Lola Airaghi,
Di Paolo Bisi, Ricci e Voltolini,
Piccatto, Enzo Troiano e Bertolini,
Di Sal Velluto, e Luca Corda, e Pozza
(Un altro poco il fiato mi si mozza
In gola), e di Romeo (la Valentina ―
Fortuna che la fine si avvicina) ―
Di Coppola, e Cristiano Spadavecchia,
(Già vedo alcun lettor che mio sonnecchia),
Di Bàrison, oppure Barisòn
L’intera sol facendo elencazion
E d’Oskar e Venturi, come detto
Più sopra, appagamento avrem perfetto.

ZAGOR PIÙ
Lo Zagor Più: tuttora ch’è in itinere,
Che avanti va in edicola, e dal cinere
Dei Maxi è nato, è fatto in questa guisa:
Negl’albi pari, un’unica e indivisa
Ha storia, e invece i dispari n’han più;
E forse la ragion del nome fu.
Gli autori? “Sempre i soliti, oh, che noia!
Direte voi, macché! Thomas Pistoia
È un nome in tutto nuovo, e l’è, in effetti,
Pur quello di Nicola Venanzetti
E il d’Edoardo Röhl, i più capaci
Che in crucco scandiran, poi vien Faraci,
Antonio Zamberletti, con Mignacco,
Moreno Burattini per distacco
Ormai dei più prolifici in Bonelli
(A parte, è natural, Mauro Boselli),
E viene Luca Laca Montagliani
Ancora: un degl’autori di domani
Di punta forse, d’oggi non, sicuro,
Ché mentre lo pronunci già fa scuro.
Paolucci ancor troviamo, e quindi Secchi,
Perniola, e Antonio Serra (i grandi vecchi),
I due Franceschi: Testi e Matteuzzi
E Russo, il cui ricordo, quelli aguzzi
Di mente, ben stampato in han memoria,
Essendo dopo un’interlocutoria
Quei pausa ritornato in spolver grande,
Svettando sopra tutti, qual nell’Ande
Sì vede l’Aconcagua che si levi,
A dirla in pochi versi e ad esser brevi.
Chi gl’albi disegnò? Discreta un’orda
Per otto ad oggi numer: Luca Corda,
Venturi, Voltolini, ossia e Perconti
Che un unico illustrò di quei racconti;
Chiarolla, Luca Pozza e Walter Trono
Di belle far figure che hanno il dono;
Ed Antonella Vìcari o Vicàri
(Mannaggia a questi accenti poco chiari),
Luca Dell’Uomo, Lozzi e Barisòn
O Bàrison? La solita question!
O dotto Canepàri, o tu Luciano,
Soccorrici, e disvelaci l’arcano
Se sdrucciol quel cognome sia, se tronco,
Ché un altro po’ mi sa che sputo un bronco!
Ma basta, andiamo avanti coi seguenti:
Fabrizio De Fabritiis e Laurenti
E Bastianoni (non Francesco, Dante),
E Torricelli e compagnia cantante
Ovvero: Della Monica, Ambu, Bisi
E infine i Bros Esposito precisi.

L’ALMANACCO DELL’AVVENTURA
Fu un almanacco, il quel dell’avventura,
Di Zagor dedicato alla figura,
Qual quelli dedicati a Mister No,
Per anni che quattordici durò.
Con foto, con rubriche e con inserti
Redazionali e informativi offerti
Assieme al piatto forte, ossia, od ovvero,
Di Zagor il fumetto in bianco e nero.
Aveva il primo l’an novantasette
In copertina, e pubblicar si smette
Nell’an duemila ed undici e che espone
Il dodici per anno di edizione.
E i suoi sceneggiatori e soggettisti?
Ci voglion poche righe a ch’io li listi:
Cajelli, Rauch, Perniola e Sandro Russo,
Dei quali già ampiamente abbiam discusso;
Mignacco, Burattini e poi Boselli,
Colombo infine, in ultimo tra quelli.
Chi gl’albi disegnò? Ch’è la canonica
Domanda ch’un si pone: Della Monica,
Chiarolla, Gramaccioni, Verni Marco,
Colombi, di quattordici an nell’arco;
D’Arcangelo, Laurenti, Paolo Bisi,
Rubini: Michelangeli, oh, Merisi!
Sì, sì costoro, proprio Caravaggi
Gli sfondi a disegnare e i personaggi.

SPECIALE CICO
Speciale Cico: qui la barra a dritta
Insino all’albo quinto da Nolitta
Tenuta fu, e subentra quindi a questo
Tiziano Sclavi allor, nell’albo sesto;
Avviene poi Moreno Burattini
Bonelli Sergio ad esso che destini;
E un doppio fu battesimo del fuoco
Per quegli: un risalire l’Orinoco
Di braccia a forza, in Zenith la collana
La stessa debuttando settimana
Dell’anno novantun, sicché appannaggio
Quel mese risultò sol suo di maggio.
Moreno incominciò con Cico Trapper:
Da battergli le mani con il clapper,
Strumento ad applaudire che si adopera
Le mani a non spellar per capodopera
Ed anche capitò di qui vedere
Faraci col suo Cico moschettiere
Che ad un’eredità per Cico segue,
Poi sempre Burattini senza tregue.
Chi gl’albi disegnò? Curiosità
Legittima or che qui si appagherà:
Fu Ferri inizialmente, e Marco Verni,
Cassaro e Voltolini i più moderni.
Ma in ballo già che siamo, questa samba
Balliamo ancora e ancor, Francesco Gamba
Citando, di ventotto, ventidue
Speciali le matite essendo sue.

CICO A SPASSO NEL TEMPO
Maligna alcun nel tempo Cico a spasso
Un gran rappresentato ch’abbia incasso
Soltanto dell’autore per le tasche,
Di soldi che ne ottenne a vasche e a vasche,
Alquante Paperon nel suo deposito
Che n’ha, ma ciò mi sembra uno sproposito:
Bonelli tutto penso tranne sia
Azienda che i danari butti via.
E dunque nel duemiladiciassette
Da giugno se a novembre persistette
Un albo a fare uscire in ogni mese
Vuol dire un bel che gruzzolo ciò rese.
Non era certo in Spagna sulla playa
Che il numer un scrivé: “Mai dire Maya“,
Ch’è ricco di trovate e lazzi tanti
Che sono veramente esilaranti,
Tra un ballo sulla spiaggia e una nuotata,
Di certo non l’aveva meditata
La tal vicenda, che a parere mio
Possiede combinati e ritmo e brio
Faraci; fece insomma, sì, quel Tito,
Un buon lavoro, e quanto pattuito,
Qualunque somma fosse, dimostrò
Che s’era meritato anzichenò.
Chi gl’albi disegnò? Chi si avventuri
All’acclarar vedrà che fur Venturi
Ed Oskar, Voltolini e Piccininno,
E Corda, e Pozza, e or ecco che il tintinno
Io avverto, o tintinnio ch’è abituale,
Dovendo nominare nel finale
Io Sòmmacal ancora o Sommacàl
Col dubbio sull’accento ritual.

COLOR ZAGOR
Del bianco e nero, Roi, Sergio Tarquinio,
Ha l’un quest’oggi, e l’altro ebbe il dominio;
In Zagor che purtroppo mai accadé
Fosser chiamati a disegnar checché;
E l’hanno in generale quelli i quali
Per il disegno han doti naturali;
Poiché, però, la buona più pietanza
Pur stufa se proposta viene a oltranza,
Al bianco e ner, piacevole è ogni tanto
Aggiungere il celeste e l’amaranto,
Il giallo, l’arancion, l’azzurro… Ovvero
Il dei colori spettro tutto intero.
E i testi delle storie, chi li scrisse?
Le solite, in gran parte, firme fisse:
Perniola, Russo, Rauch, e Zamberletti,
Mignacco, Burattini e, a questi detti,
Aggiungere possiam la piccol schiera
Ancora di Giusfredi e di Ravera,
Non visti i quali in Zagor s’eran già;
Dei tal dei tali non, quacquaraquà
Essendo, il primo in specie, che a Tex Willer
Fa vivere avventure pien di thriller.
Marolla Samuel, Testi poi Francesco
Troviamo, e del mestier nessun ch’è fresco;
Ed ecco, con gli autori abbiam finito
Con l’ultimo Faraci il quale è Tito.
Chi gl’albi disegnò? Davver di lusso
Ci andò e ci va, perché Fabrizio Russo,
Venturi, Bane Kerac fur, e Bisi,
Chiarolla e Barisòn, sul cui indecisi
Accento eternamente, ahimè, purtroppo,
Si sta, e ci viene sempre in gola un groppo.
Laurenti, Verni, Stefano e Domenico
Di Vitto, in questo gruppo non anemico
Troviamo di talenti ulteriormente,
Sedioli, e Pesce, e il sempre ch’è eccellente
Gallieno Ferri, il qual, finché di vita
Un guizzo ha avuto, l’impugnò matita,
E questo illustre a chiudere corteo,
Infine Valentina vien Romeo.

ZAGOR ALBO GIGANTE
Zagor gigante: è stato per tre annate
Un albo in dimensioni maggiorate.
Martin Mystère l’ha avuto, Dylan Dog,
Un tal formato in taglia da Balrog,
L’ha avuto Nathan Never, l’ebbe Tex…
Poi Zagor pur, ma lex sed dura lex,
L’edicole, che fanno Cassazione,
La forse sua fermar pubblicazione.
Moreno Burattini autor ne fu
Avendo forse idee per altri più.
Chi gl’albi disegnò? Due i furon Marchi
Il Verni e il Torricelli, e il dei Monarchi
Monarca incontrastato delle chine
Gallieno Ferri l’albo terzo infine.

DARKWOOD NOVELS
Le Darkwood novels: esse esperimento
Son state a conciliar rinnovamento
E insieme tradizione nolittian
Cui il solo Burattini mise man;
Per albi sei, sessantaquattro avente,
Ognuno di quelli, pagin solamente,
In cui ci fan vedere un giornalista
Che lunga e approfondita fa intervista
A un tizio misterioso il qual sostiene
Avere conosciuto Zagor bene,
Alcuni rivelando d’egli aspetti
Che mai mostrato avevane i fumetti.
Chi gl’albi disegnò? Max Bertolini,
Massimo Pesce ed Anna Lazzarini,
Franco Saudelli, autore de La bionda,
Ma qui in versione casta e vereconda:
Essendo che in Bonelli i feticisti
Dei piedi parmi assai che sian malvisti
E il marchio allor di fabbrica di quegli
Non puoi sperar veder: due piedi begli
Di donna, che trasudin di lussuria,
Per non a Vatican spiacere e curia.
E infin, tornando a bomba (ch’io divaghi
È infatti molto male), Lola Airaghi
E due Giovanni, l’uno ch’è Freghieri
E l’altro che ti frega, ed improperi
Ti trae di bocca, e dir ti fa: “accidenti,
Ma quanto sono infidi questi accenti!”
Perché non sai s’è Tàlami o Talàmi
Quest’altro qui Giovanni che si chiami

ZAGOR LE ORIGINI
Nolitta in nebbie avvolte, oscur caligini,
Di Zagor, che inventò, lasciò le origini;
Moreno Burattini luce fare
Su queste volle parti poco chiare
Del suo passato, ed ecco, detto fatto,
Un ciclo d’albi sei costui ne ha tratto.
Chi quelli disegnò? Domanda trita:
Piccioni, Di Vincenzo, Oskar, Candìta,
O Càndita? Chissà, va’ a indovinare
L’accentazion se segue regolare,
E un altro paio ancora, i quali sono
Giovanni poi Freghieri e Walter Trono.

Ciò detto, avrei concluso, e sol congedo
Di prender mi rimane dai lettori,
I qual sacramentando in samoiedo,
Non stiano, spero, o in preda ai sian furori,
Ma s’è così, mi scuso e venia chiedo:
Ché apposta non si fece, o miei signori
Ad annoiarvi: son Gerimio Aderi
Soltanto, non l’Ariosto o l’Alighieri.

Un’altra volta, come già il Boiardo,
L”Orlando Innamorato abbandonando,
Promise, pur prometto, e me ne guardo
Dal non tenere fede all’iusiurando,
Di quegli a differenza, altro traguardo
Tagliar, far rime ancor, ma dirvi quando:
Non so, ma non demordo e più coriaceo
Del cuoio, ho un libro in mente già cartaceo.

 

————————
Zeta come Zagor, Erre come rima: gli sceneggiatori
Zeta come Zagor, Erre come rima: i disegnatori
Le storie di Zagor preferite da Gerimio

 

Articolo precedente

I consigli di uBC Fumetti | 5 maggio 23

Prossimo Articolo

Idaten – gli dei dell’incoscienza

Ultimi Articoli Blog