Dal Comicon 2025: Super String

Scusi Ing. Dott. Cav. Boichi, potrebbe ripetere?...

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Il giudizio storico sull’autenticità del resoconto dei viaggi di Marco Polo, com’è noto, è controverso. Già non è molto credibile che un mercante veneziano andasse a spiattellare le sue rotte di mare e di terra, i suoi contatti e i suoi codici al primo pisano che capita. Se poi aggiungiamo che il suddetto pisano, Rustichello da Pisa in quanto tale, era noto per aggiungere alle sue cronache episodi “premasticati” che avessero presa sul pubblico (Alexandre Dumas, fatti da parte!), ecco che diventa davvero difficile valutare dove finisce la cronaca e inizia la fantasia.

Ed è qui che Mu-Jik Park, meglio noto con il nome d’arte di Boichi, si alza dal tavolo, mette la birra in mano al buon Rustichello e lancia la storia di Super String – Marco Polo’s Travel to the Multiverse (edizioni Star Comics ) a tutta velocità verso le lande inesplorate di Cialtronia con un propulsore quantistico da 1.21 Gigawatt (Storia Vera: Mister Park si è laureato in fisica allo scopo di avere una solida preparazione per narrare di fantascienza… ).

Marco Polo è orfano e unico tutore dei suoi fratelli dopo che i genitori sono stati giustiziati per aver creato un grave imbarazzo alla famiglia reale (della Repubblica di Venezia)? “Hold my beer.”
Imbarcatosi come mozzo naufraga in una nazione sconosciuta a seguito dell’attacco di un orrendo drago volante? “Hold my beer!”

La famiglia regnante della nazione alleva a carne umana mostri da far combattere in un torneo? “Hold my BEER!!”
Il mostro più potente mai sopravvissuto a questa selezione è la cucciola teriantropa che Marco salvò da ragazzino causando il grave imbarazzo alla famiglia reale che privò lui e i suoi fratelli di genitori e futuro? “Hold. My. Beer!!!”
Marco Polo è un prescelto che può viaggiare tra le dimensioni, il futuro, il passato e fondersi con la sua protetta e protettrice acquistando poteri soprannaturali in risonanza con una spada-artefatto mistica di potenza non misurabile mentre si accavallano paradossi temporali come in una mischia di Rugby?? “HO DETTO: HOLD MY BEER!!!”

E, non c’è niente da fare, Boichi è uno di quegli autori che, secondo me, ha capito come funzionano le cose: quando decidi di sbragare non c’è un modo giusto o un modo sbagliato.
L’unica cosa che devi fare è premere sull’acceleratore e ad ogni sparata farne seguire un’altra, più colossale, enorme, assurda.

Aiuta certo che – quando si occupa solo dei pennelli e dei retini e non mette mano alla penna – si affianchi a persone che evidentemente condividono il suo gusto per lo sbrago, in questo caso Inwan Youn, e fanno pensare a cosa devono essere le sessioni di revisione della sceneggiatura (mia personale interpretazione: decisamente cariche di alcol, sigarette spiritose e scherzoni da prete).

Aiuta anche il fatto che il nostro iperattivo sud-coreano residente in Giappone è eccessivo eppure perfettamente in controllo tanto alla penna quanto a pennelli e retini. 
Come nelle precedenti opere, anche in questa esplode il gusto estetico “manwha” che caratterizza questo autore nel panorama del manga giapponese: le anatomie dinoccolate maschili e femminili con predilezione per linee morbide che invariabilmente incrociano ad arte spigoli ferini – si tratti della curva di un delizioso naso che finisce in una punta affilata o gambe tornite che si prolungano in talloni affilati come quelli di un’arpia.

La costruzione di tavola e inquadrature è funzionale unicamente alla trasmissione di una dinamicità vertiginosa, completamente disinteressata alla chiarezza espositiva. Insomma, come la storia, così il disegno.

Ovviamente, non necessariamente tutto quanto sopra va inteso come positivo: i manga di Boichi affilano e affilano questa predilezione dell’impatto ai danni della chiarezza fino a che non si trovano a camminare su una sottilissima lama di rasoio. Basta veramente poco a far sì che il lettore “scivoli” e precipiti nel disinteresse, serbando il ricordo di una bella cialtronata ma da cui non si aspetta più nulla. Non mi successe con Sun Ken Rock e mi successe piuttosto rapidamente con Dr. Stone.

Vedremo come sarà per Super String.

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Luca Cerutti

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