Il 2018 è stato l’anno del 70 anniversario della nascita di Tex, fenomeno fumettistico ineguagliato in Italia, festeggiato con mostre e celebrazioni, culminati con l’uscita del numero 700 della serie mensile e soprattutto della nuova serie mensile, Tex Willer, che narra le avventure giovanili del nostro eroe, riprendendo le storie realizzate dai creatori G.L. Bonelli e Galep a partire dagli anni ’40. Anche su Magazine uBC Fumetti abbiamo celebrato il Ranger del Texas, dedicandogli una serie di articoli che ne ripercorrevamo le gesta editoriali suddivise in decenni. Ultimiamo con questo capitolo dedicato al decennio appena trascorso, quello che va dal 2009 al 2018, il nostro piccolo omaggio.
A segnare in maniera netta questo decennio è sicuramente la scomparsa dell’editore Sergio Bonelli, avvenuta il 26 settembre 2011. Si tratta di una figura unica all’interno del panorama fumettistico italiano, capace di unire il pragmatismo editoriale a una non comune vena artistica, che trovava sfogo nelle sceneggiature realizzate con lo pseudonimo di Guido Nolitta, e soprattutto con la pubblicazione di tante serie capaci di unire il fumetto popolare a quello d’autore, a partire dal grande successo di Dylan Dog.

Sergio Bonelli viene sostituto alla guida della casa editrice dal figlio Davide Bonelli, già attivo dal 2010 come responsabile marketing, che incarna la terza generazione di editori familiari. In coincidenza con il suo arrivo parte un progressivo ammodernamento della casa editrice, sia dal punto di vista editoriale, con l’utilizzo maggiore di albi a colori, con una decisa razionalizzazione delle uscite delle varie testate, con l’aumento considerevole per esempio di quelle dedicate a Tex, il maggiore titolo della casa editrice, l’approdo in libreria, con i capolavori del proprio sterminato catalogo e anche con romanzi, fumetti per ragazzi, cover variant e merchandising vario, fino ad arrivare alla messa in cantiere di produzioni cinematografiche e televisive.
Le prime avvisaglie di un cambio di direzione per Tex Willer si hanno con la pubblicazione nel 2011 di un curioso romanzo in prosa pubblicato dal maggiore editore italiano, Arnoldo Mondadori, dal titolo Tex Willer. Il romanzo della mia vita, scritto da Mauro Boselli, che si apprestava all’epoca a divenire il curatore della serie. Impreziosito dalle notevoli illustrazioni di Fabio Civitelli, il volume si apre con Tex anziano che racconta la sua esistenza ad un giornalista, in storie che riprendono quasi in maniera realistica o se si vuole coerente quanto raccontato nei più di 60 anni di storie del personaggio. Curiosamente la Mondadori rinuncia ad inserire in copertina il logo di Tex, e forse anche per questo il romanzo rimane abbastanza in ombra, non incontrando neppure il favore di gran parte degli appassionati, mentre Sergio Bonelli dichiarerà che la continuity utilizzata nel romanzo non avrebbe influenzato quella della serie.
Il dato più eclatante di questo decennio è sicuramente il varo di numerose nuove collane dedicate a Tex, in controtendenza rispetto alla storia recente della casa editrice, che prevedeva l’uscita di testate speciali dedicate a personaggi sicuramente meno venduti come Martin Mystère e Nathan Never, con testate ombrello e anche spin off.

Nel 2011 esordisce sull’onda del successo della riedizione a colori uscita con Repubblica e l’Espresso, Color Tex, con un primo numero, E venne il giorno, realizzato da Mauro Boselli e Bruno Brindisi, in cui si mette in scena addirittura la morte, fortunatamente fittizia, di Kit Carson. La collana riscuote un ottimo successo, tanto da diventare semestrale nel 2013, anno in cui ai volumi tradizionali di 160 tavole vengono alternati altri con storie brevi, con alcune vere e proprie sperimentazioni autoriali, con artisti al di fuori della Bonelli che realizzano le copertine, da Tanino Liberatore all’americano Gary Frank. L’utilizzo del colore influenzerà da quel momento tutta la produzione della casa editrice, fino ad arrivare a serie realizzate interamente in quadricromia.
Nel 2015, con l’uscita di una nuova rivoluzionaria collana, chiamata Tex I Romanzi a Fumetti, si esaudisce il desiderio non tanto nascosto della gran parte dei lettori texiani, quello di vedere il grande fumettista veneziano Paolo Eleuteri Serpieri all’opera con Tex. L’occasione è data dalla uscita del primo numero della collana che presenta le avventure del ranger in versione cartonato francese, anche con la sceneggiatura dal grande disegnatore che descrive nell’Eroe e la Leggenda il primo incontro tra Tex e Kit Carson, raccontato da un anziano Carson ad un giornalista, prendendosi numerose licenze da quella che è la continuity ufficiale. La collana annuale, che ben presto diventa semestrale, presenta, in grande formato e a colori, brevi avventure disegnate dai migliori artisti, anche internazionali, replicando dopo quasi trent’anni la filosofia originale dei Texoni. Così numero dopo numero si alternano disegnatori del calibro di Mario Alberti, Angelo Stano, Giulio De VitaR.M. Guerà, in storie che raccontano anche la giovinezza di Tex, scritte prevalentemente da Mauro Boselli, una specie di preludio alla collana che apparirà nel 2018, Tex Willer, intervallate anche da ristampe di storie classiche realizzate da Galep e Ticci, reimpaginate nel formato francese, probabilmente per colmare qualche ritardo di consegna degli illustri disegnatori.

Nel 2016 la serie degli Almanacchi va in pensione, con l’Almanacco del West che viene sostituito dal Tex Magazine. A dire il vero la nuova serie mantiene grosso modo la stessa periodicità e struttura della vecchia pubblicazione, con la più eclatante novità della presenza di storie brevi dedicate agli storici comprimari di Aquila della Notte, a partire da Kit Carson. L’egemonia di Tex rispetto ai personaggi bonelliani è palese specialmente nel momento in cui sconfina nell’Avventura Magazine, presentando vecchie storie realizzate dai suoi creatori, Bonelli e Galep.
Durante i festeggiamenti per il settantennale del 2018 viene creata perfino una nuova serie,Tex Willer, che racconta gli anni della gioventù del nostro eroe, andando a intersecare le nuove storie con i primi numeri delle strisce del 1948, con un’attenzione particolare a non modificare la continuity stabilita ai tempi, in albi da 64 pagine, con le copertine di Maurizio Dotti.
Nello stesso periodo c’è anche il raddoppio del Maxi Tex, che presenta anche più storie brevi, in modo da non avere sempre i soliti disegnatori, quelli più veloci a realizzare le 300 e passa pagine, sulla collana.
Non possono mancare ovviamente le ristampe per una serie richiestissima come quella di Tex, la storica prima ristampa organica Tex 3 Stelle, varata nel 1964, viene sostituita da Tex Classic, che riprende le storie dal n.1, ripresentandole tutte a colori, quindicinalmente in albetti di 64 pagine.
Un’altra grande novità è la decisione della casa editrice di sondare anche il mercato delle librerie e delle fumetterie, sia con la proposta di cartonati e volumoni con le migliori storie del proprio archivio, fino a quel momento appannaggio di altre case editrici, sia con serie di nuovi personaggi o anteprime di nuove avventure. Ovviamente Tex fa la parte del leone anche in questo settore, e non è difficile pertanto imbattersi a partire dal 2015 in uno della quarantina di volumi pubblicati fino ad ora. A questi si aggiungono i portfolio dedicati ai disegnatori, le variant cover e i cofanetti, e addirittura merchandasing vario, tra album delle figurine, tazze, ombrelli e le immancabili magliette. Un altro oggetto speciale è rappresentato da un CD musicale, My Name is Tex, che il rocker Graziano Romani dedica al ranger nel 2011, sceneggiando anche la breve storia contenuta nell’albetto allegato in cui il ranger incontra un invecchiato Guitar Jim, un comprimario di Zagor.

Non mancano mai negli ultimi 10 anni le iniziative dei quotidiani, pronti ad allegare Tex alle proprie uscite, probabilmente per aumentare le proprie vendite: così dopo la famosa Collezione Storica a Colori di Repubblica, arriva Tex 70 Anni, un’antologia delle storie migliori raccolte in volumi da 140 tavole, presentati dal Corriere della Sera e dalla Gazzetta dello Sport. Evidentemente nonostante lo scorrere del tempo, Tex continua ad esercitare un fascino contagioso su tutti i lettori, pronti ad riacquistare storie che probabilmente hanno già.
E’ evidente che per sostenere la produzione di un numero di tavole così elevato servono nuovi autori, sia soggettisti e sceneggiatori che disegnatori. Questi ultimi arrivano anche e soprattutto dalle altre testate della casa editrice, che a volte rimangono prive degli autori migliori. Tendenzialmente questi artisti hanno maggior tempo a disposizione per realizzare le loro storie, rispetto ai loro predecessori, magari anche perché sommano l’impegno su Tex ad altri incarichi, per case editrici francesi o statunitensi.
Tra gli sceneggiatori si spezza il binomio quasi ventennale tra Claudio Nizzi e Mauro Boselli, artefici di una visione di Tex molto differente, con l’inserimento di nuovi autori. L’ipertradizionalista Nizzi si ritira praticamente all’inizio del nuovo decennio, pur continuando a realizzare talvolta qualche sporadica avventura. Uno degli ultimi albi è la storia a colori per i 60 anni di Tex, Sul Sentiero dei Ricordi, realizzato da Fabio Civitelli, ambientata nel passato di Tex, con al fianco la moglie indiana Lilith. Albo cui è allegato è Il Massacro di Goldena, l’unico romanzo scritto da G.L. Bonelli su Tex nel 1951.
Boselli diviene allora il vero e proprio sceneggiatore titolare del personaggio, quello cui tanto per dire vengono affidati i numeri celebrativi e il primo numero delle nuove uscite, incarico che si somma anche a quello di curatore delle varie collane. Boselli inizia un capillare lavoro sulla continuity texiana, argomento spesso controverso tra gli appassionati, proponendo come già scritto molte avventure giovanili di Tex, fino al varo della nuova collana Tex Willer, o riproponendo dall’oblio vecchi comprimari, come la messicana Lupe, e aggiornando gli storici avversari ricorrenti come Yama, Proteus, il Maestro.

Tra gli sceneggiatori è doveroso segnalare i soggetti e gli spunti forniti da Guido Nolitta, lo pseudonino sotto il quale si cela l’editore Sergio Bonelli, poi sceneggiati da Mauro Boselli: ecco arrivare quindi sulla serie regolare una storia dedicata ai Buffalo Soldiers e il Tex n.600, e gli spunti di tre texoni come lo straordinario Patagonia realizzato da Pasquale Frisenda, con Tex in Argentina durante la Guerra del Deserto, I Ribelli di Cuba disegnato da Oreste Suarez, e Seminoles sceneggiato da Gino D’Antonio, un’altra grande firma bonelliana di cui sarebbe stato bello vedere una collaborazione maggiore sul personaggio, in un texone uscito postumo disegnato da Lucio Filippucci.
Lo sceneggiatore spagnolo Antonio Segura scompare nel 2012, le sue storie molto particolari per la crudezza di alcune vicende sono sempre state solo inserite nel Maxi Tex e tendenzialmente illustrate dai disegnatori più veloci come Miguel Angel Repetto e José Ortiz.
Tra il 2009 e il 2010 compaiono sulla serie regolare tre sceneggiatori dallo stile molto differente: il primo è il milanese Gianfranco Manfredi, creatore per la Bonelli del western horror-storico Magico Vento, che porta su Tex la sua competenza storica e la narrazione brillante, lo si vedrà ad intermittenza alle prese con il Ranger, impegnato a creare altri personaggi per la casa editrice. Tutt’altra storia per Pasquale Ruju, altro sceneggiatore storico per cui realizza miniserie e innumerevoli storie per Dylan Dog, la sua collaborazione parte quasi in sordina ma conquista in poco tempo l’attenzione dei lettori, grazie alto stato di drammaticità, forte emotività, con storie fatte per incollare i lettori alle pagine.

Ha meno successo l’innesto di Tito Faraci, nonostante sia un autore conosciuto come gran valorizzatore di personaggi già noti, da Diabolik a Topolino, non si impone su Tex probabilmente a causa di un approccio troppo timido al personaggio, che lo porta a strutturare storie essenzialmente d’azione che faticano ad imporsi tra gli appassionati a causa anche di un certo manierismo di fondo.
Come detto prima approdano nuovi sceneggiatori per coprire l’enorme mole di pagine tra tutte le serie collaterali in edicola: ritorna dopo vent’anni pertanto Michele Medda, uno dei creatori di Nathan Never, appaiono Moreno Burattini il curatore di Zagor e Roberto Recchioni quello di Dylan Dog, Luigi Mignacco, lo sceneggiatore che sostituì Nolitta su Mister No e perfino l’americano Chuck Dixon. Soprattutto il Tex Color con le storie brevi diventa quasi palestra per i nuovi scrittori della casa editrice come Rauch, Barbieri, Testi, Gualdoni, Contu, Giusfredi, Cavalletto, tutti consapevoli delle difficoltà di avvicinarsi al mito texiano.
Ancora più numerosi sono gli arrivi dei disegnatori, con l’allargamento del parco autori, storicamente molto ridotto. Si possono distinguere gli artisti che arrivano dalle altre serie della casa editrice, come Rossano Rossi, Piccinelli, Cossu, Leomacs, dai grandi nomi che dopo aver realizzato un Texone o un romanzo a fumetti, accettano ben volentieri la prosecuzione del rapporto con il ranger, passando sulla serie regolare, come Carlos Gomez e Enrique Breccia.
Tra le prove più interessanti sono sicuramente quella di Marco Torricelli che sul numero 603, Faccia di cuoio, realizza un piccolo capolavoro riproducendo fedelmente lo stile di Galep. Tra quelle meno riuscite sicuramente il Maxi del 2013, Alaska!, realizzato malamente dall’argentino Lito Fernandez, o più probabilmente da qualche suo assistente svogliato.
Il decano dei disegnatori è Giovanni Ticci, dallo stile inimitabile, che realizza il numero 600, e che dopo il ritiro di Fernando Fusco nel 2010, è ben affiancato da altri veterani come Claudio Villa sempre più impegnato con le copertine, e da Fabio Civitelli e Andrea Venturi, cui viene concesso l’onore di realizzare un Texone. Al di là di queste firme storiche l’alternarsi di stili e matite differenti talvolta indispettisce gli appassionati, che forse non sempre ricordano la cura e il tempo necessari per realizzare le 110 tavole mensili che appaiono in edicola.
Dopo più 70 anni dalla sua prima apparizione in edicola, Tex è ancora capace di attirare l’attenzione di centinaia di migliaia di lettori, aspetto che rappresenta un unicum all’interno del panorama editoriale italiano, non solo a fumetti, meritevoli di tutti gli studi e le pubblicazioni che gli sono stati dedicati in questi anni. Il futuro del personaggio appare roseo non soltanto per la cura e l’investimento con cui viene realizzato dalla casa editrice e da tutti i suoi autori, ma soprattutto per la passione con cui viene seguito dai lettori, che si precipitano in edicola per divorare mensilmente le sue avventure.
La serie di articoli dedicati alla storia editoriale di Tex continua con Tex: la Storia di una Leggenda (1948-1957)
Tex: Alle Radici del Mito (1958-1967)
Tex: il Periodo d’Oro (1968-1977)
Tex: l’Età del Riflusso (1978-1987)
Tex: un Classico del Fumetto (1998-2007)