Zagor al cinema

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Oltre a recuperare alcuni dei nostri storici articoli attingendo al nostro database su ubcfumetti.com, come successo ad esempio per il Venerdì 12 di Leo Ortolani, a partire da oggi la rubrica uBC Story riproporrà alcune serie di articoli apparsi nel Magazine pre-pandemia, dedicati a personaggi Bonelli, tramite guide sintetiche agli articoli originali a cui si potrà accedere – cliccando sui link nei titoli dei paragrafi e all’interno del testo – per leggere tutti i dettagli. Il primo della lista è Zagor, con le sue “incursioni” molto particolari al cinema. Buona lettura.


Il grande successo di Zagor all’inizio degli anni Settanta è attestato dalla decisione del suo editore e creatore, Sergio Bonelli / Guido Nolitta, di interrompere la produzione di albi nel formato a striscia e continuare la pubblicazione di storie originali negli albi mensili in formato “bonelliano”. Di lì a poco, inoltre, Nolitta avrebbe dato alla luce la cosiddetta “Golden Age“, vera e propria sequenza di avventure eccezionali – con il supporto grafico del trio di disegnatori zagoriani storici: Gallieno Ferri, Franco Donatelli e Franco Bignotti – che avrebbe portato a picchi di vendita stratosferici, secondi soltanto all’inarrivabile Tex.
Ma la grande popolarità dello Spirito con la Scure in quel periodo è attestata anche dalla proliferazione di pubblicazioni all’estero, a partire da quelle in Francia e in Jugoslavia… per non parlare della Turchia, dove il successo del personaggio travalicò la carta stampata per finire addirittura sul grande schermo – e, parecchi decenni dopo, su alcuni DVD semi-ufficiali grazie ai quali anche gli appassionati italiani (pur con sottotitoli al limite del grottesco) hanno potuto vedere Zagor in azione.

ZAGOR E IL TESORO DEL PIRATA NERO
Come si dice in questi casi, “correva l’anno 1971…” – anche se non ho mai capito dove vanno gli anni che corrono, a dire il vero.
Questa piccola boutade serve per dare subito la spia della situazione a chi, ancora, non conoscesse l’esistenza di due film turchi dedicati allo Spirito con la Scure e apparsi al cinema, appunto, nel 1971. Gli appassionati zagoriani, che avrebbero fatto carte false per vedere le gesta del loro eroe preferito sul grande schermo (e le farebbero ancora oggi, visti i “referendum” ciclici sui social media per scegliere l’interprete ideale per Zagor – con preferenze consolidate da tempo su Henry Cavill…) sarebbero però rimasti ampiamente delusi: questa produzione turca praticamente clandestina – l’editore e creatore Bonelli/Nolitta non fu mai contattato – venne messa in piedi in fretta e furia dal regista Nisan Hançer per sfruttare il successo del fumetto ma con esiti francamente discutibili, a partire dalla scelta del protagonista principale. Come spiegato in un interessante articolo del blog di Moreno Burattini Freddo cane in questa palude, Levent Çakir fu scelto per le sue doti acrobatiche e non certo per il suo fisico – non particolarmente atletico – o per il suo volto, solo vagamente somigliante a quello di Zagor. Andò meglio con i personaggi di contorno, grazie a Nevzat Açikgöz nei panni di Cico e a Nuri Kirgeç, abbastanza somigliante (movenze comprese) all’iconografia tradizionale di Digging Bill. E, a dire il vero, l’adattamento del classico episodio Le iene del mare era anche accettabile, con alcune scelte che snellivano la trama e coordinavano determinati passaggi… peccato che mancasse TUTTO il resto – la capanna nella palude, i volteggi sulle liane, l’urlo Aahyaaak – e che la scenografia fosse a dir poco low cost, in una sarabanda di scene di lotta mal coreografate. Stendo inoltre un velo sull’inserimento forzato di un personaggio femminile, la prosperosa Ece Cansel, servito soltanto a mettere un po’ di pepe a un paio di scene al limite del voyeurismo… Ma non mi dilungherò oltre: potete leggere tutti i dettagli nell’articolo originale.
(Chi fosse interessato, può trovare il film completo Zagor Kara Korsanın Hazineleri – senza sottotitoli e con qualche piccolo taglio, soprattutto nelle scene in cui Ece Cansel è “poco vestita” – a questo link di Youtube)

ZAGOR E IL PERICOLO NERO
Secondo quanto sostenuto dai tifosi di qualsiasi sport, “squadra che vince non si cambia”: e infatti, probabilmente convinti dagli incassi del primo film, pochi mesi dopo i produttori rimisero in piedi lo stesso cast (cambiando ruolo ai personaggi di contorno) con esiti ancora più discutibili. A tutti i difetti già evidenziati, infatti, si aggiungeva una sceneggiatura molto più zoppicante, probabilmente a causa della poco riuscita fusione tra due avventure classiche – L’avvoltoio e Satko. Risultato? Una trama confusa ai limiti dell’incomprensibile, certo non migliorata da sottotitoli se possibile ancora peggiori del primo film… È un vero peccato che, negli anni, nessun appassionato zagoriano con una buona conoscenza sia del turco, sia dell’italiano (o almeno dell’inglese) si sia cimentato in una revisione di tali sottotitoli, in modo da rendere giustizia a prodotti “poveri ma onesti”, comunque imperdibili per gli appassionati zagoriani: invece, allo stato attuale, questi due film costituiscono – involontariamente – “un monumento al trash degno di visione e commenti caustici in compagnia, magari intorno a una frittatona di cipolle, Peroni ghiacciata e rutto libero” (come scrivevo nell’articolo originale), grazie anche a un nuovo intermezzo “boccaccesco” completamente gratuito, con una ballerina munita di nacchere, impegnata in una danza su un tavolo che termina con una sorta di strip-tease suo malgrado…
(Anche in questo caso, il film completo Zagor Kara Bela è disponibile su YouTube, a questo link)

NOI, ZAGOR
Se i due film turchi degli anni Settanta hanno un valore poco più che affettivo-goliardico per i fan zagoriani più incalliti, di ben altra qualità si parla con il film-documentario Noi, Zagor del regista Riccardo Jacopino, uscito per due giorni in alcuni cinema italiani nel 2013 e poi reso disponibile in DVD: più di 70 minuti di aneddoti, interviste, filmati d’epoca accompagnati dalla colonna sonora di Graziano Romani. Si tratta di un prodotto curato, che rende giustizia alla passione che anima uno zoccolo duro di appassionati, anche se spesso – ahimè – ormai avanti con gli anni come il sottoscritto… Particolarmente interessanti risultano i contributi del filosofo Giulio Giorello, profondo conoscitore del medium fumetto e della psicologia zagoriana; viene inoltre dato il giusto rilievo al ruolo fondamentale ricoperto da Cico, non solo spalla comica dell’eroe ma suo vero e proprio “contraltare”. Certo, come spiegavo nell’articolo originale, si poteva forse “osare” un po’ di più: lo zoccolo duro di cui parlavo in precedenza conosce già a menadito un sacco di aneddoti e di particolari mostrati in questo docu-film… ma è giusto ricordare che, così facendo, si sarebbe rischiato di scontentare il pubblico generalista o i lettori che hanno smesso di leggere Zagor tanti anni fa. I due capitoli riservati ai creatori del personaggio – Nolitta & Ferri – bastano comunque a giustificare questa operazione solo parzialmente nostalgica.


Come dite? Anche il “fratello maggiore” di Zagor, Tex, è approdato al cinema negli anni Ottanta e per giunta interpretato da Giuliano Gemma? Sì, me lo ricordo benissimo – anche se preferirei dimenticarlo, come spiegavo in questo articolo della rubrica Bonelli forever… Un’occasione malamente sprecata (eufemismo), per il personaggio più longevo del fumetto italiano.
Molto meglio, parlando del ranger, segnalare il film-documentario Come Tex nessuno mai, sotto certi aspetti simile a Noi, Zagor (e uscito anche nello stesso anno, il 2013), in cui il regista Giancarlo Soldi analizza l’eroe di G.L. Bonelli & Galep con passione e competenza.

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