Tex: i miei primi 75 anni

//
8 mins read

Nel 2018, in occasione del settantennale della creazione di Tex, dedicammo alla sua storia editoriale 7 articoli – uno per decennio – focalizzando la nostra attenzione sulle collane e sugli autori che avevano contribuito al raggiungimento di quello storico traguardo.
Dopo cinque anni riprendono giustamente i festeggiamenti della casa editrice, dato che il personaggio è più vivo che mai, nonostante abbia raggiunto le 75 primavere di vita editoriale: un traguardo assolutamente impensabile quando uscì quel primo striminzito albo a striscia nell’autunno del 1948, in cui – grazie ai testi di Gianluigi Bonelli e ai disegni di Galep – un aitante giovane cow-boy si guardava intorno, temendo di essere inseguito da uno sceriffo e dando avvio alla saga a fumetti più longeva della storia del fumetto italiano.

Abbiamo deciso di “riassumere” quella serie di articoli – leggibili per esteso cliccando sui titoli dei singoli paragrafi – indicando inoltre le uscite di questo ultimo lustro e le novità previste dai festeggiamenti in corso: la Tex Week 75, in piazza Duomo a Milano, la collezione degli orologi extralusso, l’uscita del numero celebrativo in edicola (La cavalcata del destino) e soprattutto il ritrovamento e la pubblicazione futura di una storia inedita di G.L. Bonelli, disegnata da Sergio Tarquinio.


LA STORIA DI UNA LEGGENDA (1948-1957)
Nel primo contributo abbiamo esaminato le condizioni storiche e sociali in cui Tex venne creato, a partire dalle peripezie della casa editrice Audace durante il conflitto mondiale, prima acquistata da Gianluigi Bonelli e poi lasciata alla moglie Tea Bertasi al momento della loro separazione, con Bonelli che continuò a collaborare come soggettista. Incredibilmente (a posteriori), in quella prima pionieristica fase la strategia editoriale prevedeva di puntare su un altro personaggio creato dal duo Bonelli-Galep contemporaneamente a Tex, Occhio Cupo, un fumetto di cappa e spada presentato in albi di grande formato che ebbe però poca fortuna. Al contrario, il formato a striscia scelto per Tex fu fondamentale nel successo iniziale della pubblicazione, dato che permetteva alla casa editrice di mantenere basso il prezzo di vendita: la situazione ideale per le tasche vuote dei giovani lettori dell’immediato dopoguerra. Praticamente da subito, visto il buon successo delle varie serie a strisce che si succedettero l’una all’altra, gli albetti vennero ristampati, raccolti e rieditati in vari formati, tra cui quello storico a quaderno del 1958 (Tex Gigante seconda serie) tutt’ora presente in edicola.

A contribuire poi in maniera decisiva al successo del personaggio furono la personalità del suo creatore e il suo background letterario: Gianluigi Bonelli, “un romanziere prestato al fumetto e mai più restituito”, in grado di inserire nelle vicende western del futuro ranger del Texas gli schemi narrativi del grande romanzo d’avventura popolare europeo. Altrettanto decisiva fu, naturalmente, la capacità grafica del disegnatore Aurelio Galleppini di adattare il suo stile all’esuberanza narrativa dello sceneggiatore. Il ritmo settimanale di uscita degli albetti a striscia era infernale, per cui Galep fu presto assistito da altri disegnatori (in maniera anonima) in modo da rispettare le scadenze, come Zamperoni, Uggeri, Jeva e Francesco Gamba. Dal punto di vista narrativo, quando Bonelli delinea le avventure in cui calare il suo personaggio – dal carattere indomito e infallibile, ma anche con un grande senso morale – si cura poco della verosimiglianza storica e della continuity, proiettando Tex nei più differenti scenari (dalla rivoluzione messicana alle foreste del nord canadese) in storie dal ritmo incalzante e dalle trame appassionanti, condendo i testi con dialoghi brillanti e decisamente maturi per quei tempi.

ALLE RADICI DEL MITO (1958-1967)
Nel secondo contributo, il nuovo decennio texiano – che va dal 1958 al 1967 – si apre appunto con l’esordio della seconda serie gigante, che dopo aver ripubblicato al suo interno tutte le serie a strisce prosegue dal 1967 con le storie inedite che appaiono tutt’ora in edicola. Il formato a quaderno si impone in breve per tutta la casa editrice, affermandosi come il formato classico del fumetto italiano. Il succedersi delle differenti ristampe segna con evidenza il crescente successo del ranger, che si impone nelle edicole e nello stesso tempo sempre di più nelle abitudini di lettura di gran parte degli italiani. La casa editrice risponde a questa voglia crescente di Tex aumentando dal 1964 la foliazione degli albi a strisce settimanali e affiancando a Galep nuovi disegnatori – Muzzi, Nicolò, Letteri – lasciandoli però liberi di interpretare le storie utilizzando il loro segno grafico, anche per l’evidente difficoltà di riprodurre l’inimitabile stile galeppiano. Dal punto di vista narrativo, Bonelli decide di mettere da parte la continuity delle prime storie assestandosi su un eterno presente, in cui ad un Tex quarantenne – ranger a riposo e capo bianco degli indiani Navajos – si affiancano i tre classici pards: l’esperto Kit Carson, il figlio Kit e l’indiano Tiger Jack, con l’apparizione – a seconda delle varie ambientazioni – di alcuni comprimari ricorrenti, dal possente Pat Mc Ryan ai canadesi Gros-Jean e Jim Brandon.

IL PERIODO D’ORO (1968-1977)
Con la conclusione definitiva della pubblicazione degli albi a striscia e l’inizio – sulla collana Tex Gigante n.96 – delle storie completamente inedite si apre il vero e proprio periodo d’oro di Tex, con gli autori che trovano il formato definitivo per raccontare le avventure del personaggio, con 5-6 vignette per tavola e storie lunghe che occupano più albi mensili. Con più pagine a disposizione, G.L. Bonelli può scatenare la sua immensa fantasia, in storie meno convulse di quelle a striscia, dal ritmo più disteso, che spaziano in varie ambientazioni toccando vari generi narrativi, travalicando il semplice western. Compaiono perfino dei personaggi definibili come horror, provenienti anche dalle tradizioni indiane, con storie misteriose ed esoteriche. Dal punto di vista grafico, si consolida la necessità di affiancare a Galep altri disegnatori, ma come già detto con la libertà di utilizzare il proprio stile, senza che tale condizione disorienti i lettori, che ritrovano una decisa continuità nella rappresentazione del personaggio e delle sue storie nonostante le differenze stilistiche. A suggellare il successo del personaggio e della collana è l’uscita del centesimo numero, realizzato completamente a colori come celebrazione per il raggiungimento del numero chiave e omaggio ai lettori, usanza che diventerà poi una regola per tutte le uscite centenarie dei personaggi della casa editrice. Iniziano anche ad apparire volumi da libreria editi da altre case editrici, che ripropongono le storie migliori del personaggio come ad esempio l’Oscar Mondadori Tex Willer. Sangue Navajo e il volume in grande formato Il Mio Nome è Tex.

L’ETÀ DEL RIFLUSSO (1978-1987)
Il decennio successivo, dal 1978 al 1987, è caratterizzato da un’evidente crisi per l’intero settore fumettistico italiano, crisi che per la casa editrice avvia un periodo di ristrutturazione prima del grande successo di titoli come Dylan Dog e Nathan Never. Tex stesso vede un deciso e inevitabile – considerata l’età – cambio della guardia degli autori coinvolti nella sua realizzazione. Se G.L. Bonelli viene sostituito sempre più spesso – anche se in forma anonima – dal figlio Sergio e poi da Claudio Nizzi, Galep è affiancato da altri giovani autori, tra cui Fabio Civitelli e Claudio Villa (futuro copertinista), che lasceranno il segno a lungo. Tra apparizioni televisive con i fumetti in TV di Super Gulp e addirittura una versione cinematografica – ahinoi, ben poco riuscita – del Signore degli Abissi (diretta da Duccio Tessari, con l’interpretazione di Giuliano Gemma), è evidente che Tex si afferma sempre di più nell’immaginario collettivo, con la commercializzazione di diari, album delle figurine e perfino di una linea di jeans. Dal punto di vista editoriale, più che ricordare il celebrativo e scialbo Tex 300, è epocale il varo di una nuova collana di ristampe, Tutto Tex, che riporta in edicola le prime mitiche avventure.

TEX, IL GRANDE! (1988-1997)
Nel giugno 1988 esordisce una nuova collana di storie inedite di Tex, con l’apparizione in edicola dell’Albo speciale n.1 – intitolato Tex il grande e subito ribattezzato Texone per le dimensioni eccezionali – che contiene una lunga storia scritta da Claudio Nizzi, che per la prima volta vede il suo nome apparire nel tamburino degli autori; i disegni sono invece opera di un artista ospite, Guido Buzzelli. La pubblicazione avrebbe dovuto essere un numero speciale per i festeggiamenti del quarantennale della nascita del personaggio: in realtà diventerà, per quanto con cadenza annuale, una delle serie da edicola più attese da tutti i lettori di fumetti italiani, se non altro per scoprire l’identità del disegnatore ospite coinvolto, in genere al primo incarico su Tex. Dopo Buzzelli, si avvicenderanno Alberto Giolitti, Sergio Zaniboni, Victor de la Fuente, José Ortiz, Magnus – tutti maestri del fumetto mondiale – insieme a Galep e Giovanni Ticci che avranno l’onore di vedere per una volta le loro tavole in grande formato. Mentre sia Bonelli senior che Galep realizzano le loro ultime storie, con il disegnatore che scompare pochi giorni dopo l’uscita del n.400 (aperto da una sua evocativa e malinconica copertina), la casa editrice – diventata finalmente Sergio Bonelli Editore – inizia ad allargare il parco testate dedicato al ranger: prima il MaxiTex, albi annuali di lungo formato scritti inizialmente da autori ospiti, poi l’Almanacco del West, collana anch’essa annuale che oltre ad un racconto a fumetti contiene alcune rubriche relative al mondo del West.

UN CLASSICO DEL FUMETTO (1998-2007)
Nel 2001 scompare anche Gianluigi Bonelli, il patriarca del fumetto italiano, proprio mentre Tex si appresta a diventare un vero e proprio classico del fumetto, con continue edizioni da parte di altre case editrici su licenza Bonelli o con intere collane di sue storie allegate ai principali quotidiani italiani, come la celebre Collezione Storica A Colori di Repubblica. Scomparso il patriarca Bonelli, a raccogliere la sua eredità nella delineazione delle storie sono il già rodato Claudio Nizzi – dallo storytelling classico a sfondo “giallo” – e il giovane Mauro Boselli, già assistente di Bonelli, che rivitalizza le storie del personaggio puntando sulla coralità delle vicende e raccontandole con ritmo e pathos narrativo. Dal punto di vista grafico aumentano le collaborazioni dei vari artisti, che spesso esordiscono sul Texone estivo per poi passare all’albo mensile. Le interpretazioni personali si sprecano, anche se il punto di partenza in comune per tutti i disegnatori è il segno possente e maestoso del maestro Giovanni Ticci.

SEMPRE PIÙ TEX (2008-2018)
5 anni fa, nell’ultimo articolo della nostra rassegna, riflettevamo sulla presenza sempre più massiccia del personaggio nelle edicole. È chiaro che, essendo Tex il personaggio più conosciuto, le sue collane vendono di più e quindi abbastanza naturalmente la casa editrice tende a sfruttarlo maggiormente, soprattutto dopo la scomparsa di Sergio Bonelli cui è succeduto alla direzione il figlio Davide. Cosi, dopo l’esordio nel 2011 del Color Tex, testata annuale con storie in quadricromia, ben presto affiancata da un’ulteriore uscita semestrale con racconti brevi (realizzati anche da autori non texiani), e nel 2015 dei Romanzi a fumetti di Tex, albi cartonati alla francese, salutavamo nel 2018 l’arrivo di Tex Willer, la collana che presenta le avventure giovanili del nostro ranger e che va a colmare gli spazi narrativi non raccontati all’epoca da G.L. Bonelli.

Nell’ultimo lustro che ci porta a questo settantacinquesimo anniversario, la tendenza è rimasta invariata, con l’aumento considerevole degli albi che ogni mese portano il nome del nostro eroe, tra albi bis e speciali. Appaiono anche nuove ristampe, come il Tex Willer Extra estivo e il Super Tex che riedita le storie apparse nei primi Almanacchi e MaxiTex ormai esauriti, mentre il ranger appare sempre più spesso anche in libreria con ristampe ragionate delle sue storie migliori, in volumi cartonati o brossurati. Il rischio di inflazionare il mercato sembra non impensierire la SBE, che ha inoltre autorizzato il Gruppo RCS ad allegare settimanalmente ai suoi quotidiani la ristampa anastatica delle prime serie a striscia, permettendo a tutti i lettori di fare un vero e proprio tuffo nel passato alla scoperta del “vero” Tex.

Uno sforzo produttivo così grande avrebbe dovuto portare anche ad un allargamento dello staff degli autori: dal punto di vista grafico non paiono esserci problemi, dato che tra gli autori reclutati per realizzare il Texone, più gli altri scovati nelle altre serie bonelliane (ben contenti di essere “promossi” sulla testata regina della casa editrice), l’afflusso di nuove matite sempre valide è costante. Rispetto alle sceneggiature, invece, qualche problema pare esserci, dato che i due autori più impiegati – Mauro Boselli e Pasquale Ruju – rischiano l’iperproduzione, mentre si sono defilati – per motivi diversissimi tra loro – Nizzi, Manfredi e Faraci. Ecco comparire allora le nuove leve, tra cui Giorgio Giusfredi, Jacopo Rauch e Antonio Zamberletti e perfino qualche soggettista reclutato tra i lettori più appassionati (come Carlo Monni e Antonello Rizzo) da cui ci aspettiamo altre storie capaci di perpetuare la leggenda di un personaggio sulla cresta dell’onda da ben 75 anni e che ha accompagnato la vita di milioni di lettori italiani.

 

Massimo Cappelli

"Fa quel che può, quel che non può non fa"

Articolo precedente

Le strisce di Tex (Gruppo RCS)

Prossimo Articolo

Speciale Dylan Dog n.37 “Una storia d’orrore”

Ultimi Articoli Blog