Il 28 settembre 2017 il più grande supereroe Marvel di tutti i tempi si ritirerà dalle scene, chiudendo una carriera controversa le cui luci hanno però di gran lunga superato le ombre. Letteralmente.
Noi di uBC Magazine abbiamo intenzione di rendergli omaggio con una rubrica in cui parleremo non di lui, su cui ormai è stato detto tutto e pure troppo, ma di coloro che lo hanno conosciuto e accompagnato e che, in ultima analisi, sono stati responsabili di ciò che è stato almeno tanto quanto lui ha plasmato loro.
Non parleremo quindi di Rat-man – a cui auguriamo il riposo dell’eroe, la serenità che meritano le storie più grandi e più belle – ma degli altri. Per far questo non potremo evitare di entrare nel dettaglio degli eventi, per cui se siete tra quelle persone che hanno accumulato numeri e numeri di Rat-man dicendo “poi me li leggo con calma”… beh, no, niente. Leggete pure questa rubrica: se vi roviniamo la sorpresa, ve lo siete meritati!!!
[Nota della redazione: siamo dispiaciuti! Davvero! Diremo due paroline all’autore dell’articolo, possibilmente in una stanzetta buia.]
E visto che già celebreremo Rat-man senza parlarne, perchè non insistere nel paradosso e procedere al contrario: iniziando dai “minori”? Quei personaggi che magari sono comparsi in una sola storia di Rat-Man ma hanno lasciato una impronta indelebile in quanto esemplari di un’intuizione preziosa, oppure semplicemente perché troppo inaspettati e fuori dagli schemi per non marchiare a fuoco i neuroni dei lettori.
Ovviamente non li affronteremo tutti, che altrimenti finiamo per la prossima profezia Maya, ma cercheremo di prendere il meglio da ogni categoria.
Mr. Hauk, ovvero: questa faccia io l’ho già vista
Come tutti sanno, Rat-man nasce come parodia di Batman, poi Batman comincia ad accorgersene e Leo Ortolani deve fare in fretta a farne un personaggio completo ed autonomo, per non essere picchiato.
Il pericolo corso non impedisce però a Ortolani di continuare a citare altri personaggi ormai diventati icone dell’immaginario collettivo. Sperando che non se ne accorgano e non lo picchino.
Tra questi si staglia, peculiare, il ferocissimo Hauk, direttore della prigione Golgota dove Rat-man, il Rat-man “attore di fumetti”, è stato imprigionato per aver tentato di fuggire al suo destino di pubblicazione eterna (Rat-man 41-44).

Glaciale, inflessibile fino alla crudeltà, Hauk lentamente si farà sempre più coinvolgere dal pusillanime eroe in ritiro, arrivando alla fine a prenderne le parti, affermando:

Succede con l’Hauk/Lee Van Cleef quello che Ortolani farà ancora con Il Vecchio/Clint Eastwood nel ciclo de I Sacrificabili, sovrapponendo le varie facce interpretate da un attore in un’unica sintesi, presentandoci inizialmente il volto feroce del Commissario Hauk di 1997: Fuga da New York e poi mutandolo nel rigoroso, implacabile ma giusto Colonnello Mortimer di Per qualche dollaro in più (per non citare tutta la varia filmografia “minore” in cui Lee Van Cleef interpretò ruoli da giustiziere e non da “Cattivo”).
Un personaggio “dritto come una freccia”, potente e nostalgico, carismatico e caratterizzato da battute fulminanti. Rat-Man di questi personaggi ne incontrerà tanti, ma forse Hauk resta il più variegato nella sua evoluzione e l’omaggio più sentito ad una mitologia “minore” ma non per questo meno capace di lasciare un marchio indelebile.

Non è uno scherzo: Nano e il Dottor Gambanelli
Come tutti sanno, Rat-man nasce… ah, no, ho già usato questo incipit. Come faccio allora a dire che per me esiste una scena, nella lunga carriera di Rat-man, che più di tutte le altre fonde completamente il nonsense della parodia e il “fomento” del supereroismo? Una sequenza che è al tempo stesso culmine di una battuta ricorrente e culmine di uno scontro epico?
La mostro:
Il Dottor Gambanelli nasce come una semplice battuta: dovrebbe essere lo psichiatra che rassicura il supereroe divenuto pazzo Arrampicamuri di non essere pazzo, ma quello che Arrampicamuri mostra non è altro che una sedia vuota. Una battuta, anche facile.
Rat-man sta al gioco, l’Arrampicamuri è un pazzo violento e Rat-man è un codardo che sa che non si contraddice un pazzo violento. La gag prosegue.
Poi però il Dottor Gambanelli non c’è più, Rat-man continua a dire di vederlo, Arrampicamuri pensa che Rat-man voglia ingannarlo e, quale pazzo violento, aggredisce Rat-man. Grande commedia degli equivoci.
Fortunatamente (?) il Dottor Gambanelli torna (??!!)

La gag diventa personaggio, anzi un valido alleato di Rat-man nella sua avventura tra i Supereroi di New York (Rat-man 76-81), un alleato fedele che supporta le decisioni di Rat-man, laddove il suo altro alleato, il Senso di Nano, il superpotere acquistato per corrispondenza, è invece più realistico e critico.

In un solo arco narrativo sono ben due le “recurring gag” che vengono promosse a rango di personaggi, diventando motore della narrazione e protagonisti di momenti epici, divertenti (gli scambi da sit-com acida tra Nano e Rat-man) e commoventi.
Non fosse da ricordare in quanto arco narrativo con cui Ortolani chiarisce al di là di ogni possibile dubbio il suo pensiero sulla “continuity”, già solo questo gioco di equilibrio sul filo di una sottilissima sospensione di incredulità basterebbe a consegnare questa avventura agli annali.
Il Pericolo Giallo: Rumiko Yotta
Ortolani non ha simpatia per i manga e gli anime. Li ha sicuramente letti e visti, ed alcuni li ha quasi sicuramente apprezzati, ma il suo cuore è con i Supereroi e verso gli invasori del Giappone nutre una neanche tanto celata diffidenza. Questo non è che sia un male, intendiamoci: è proprio in tempi recenti che ho umilmente accettato l’incarico di Direttore di una struttura in cui quelli come lui possano essere accolti e curati…

Vacua, appariscente, arrivista ed infida al punto di arrivare a derubare Rat-man della sua testata e dei suoi lettori sfruttando facili seduzioni: Rumiko Yotta (Rat-man 72-74) è la personificazione di ciò che accadeva nel ciclo “Dell’Arena” e nella parodia “Il Grande Ratzinga”. Nel primo (Rat-man 17-20) era stato mostrato un momento storico in cui “Gli uomini in calzamaglia” erano stati buttati fuori persino dall’Arena, l’unico posto dove la loro presenza avesse ancora senso, e solo come gladiatori per un pubblico superficiale e disumanizzato, dai “Manga”: più forti, più violenti, più appariscenti. Ideali per i nuovi gusti del pubblico. Ne “Il Grande Ratzinga” (Rat-man 12) invece era Rat-man ad essere continuamente spinto a forza nei panni di un personaggio da manga, ma solo per essere sfruttato beceramente.

Con il personaggio di Rumiko, tutto viene sintetizzato, ma diviene anche evidente (nel caso non lo fosse già) che se è così facile per una “manga” prendere per il naso un Supereroe e prenderne il posto è perché il senso profondo del personaggio è stato completamente dimenticato dal personaggio stesso. Un Supereroe nasce per narrare una storia ben precisa: se smarrisce il senso di quella storia, allora è solo un “uomo in calzamaglia”, un personaggio intercambiabile completamente privo di interesse.
Il Grande Nascondini: su Rieducational Channel
Ultimo, ma non ultimo in ordine di importanza, Aron Strüdelberg in arte “Il Grande Nascondini”, uno dei personaggi più illustri a cui Città Senza Nome ha dato i natali. Illusionista senza pari, star di fama mondiale e pilastro di un mondo narrato che ha regole e cerimoniali identici alle nostre, con tanto di pseudo-documentari su icone pop e pseudo-trasmissioni pseudo-scientifiche (ma una doppia “pseudità” farà una “realtà”?) come “Misterius”.

Il Grande Nascondini è probabilmente la chiusura del cerchio: il personaggio che serve solo a raccontare se stesso, senza influenza alcuna sulla trama, senza significato tranne quello che gli si vuole dare, senza seguito tranne quello che si vuole immaginare. Come nella vita reale, come nello scorrere del tempo.
Verisimile al punto da superare il vero.