Buon senso insegna che non bisognerebbe mai creare precedenti: pubblichiamo la recensione fatta da un cugino pluriripetente abbellendola un po’, e manco passa un numero che l’altro cugino (anzi: “cuggggino”) esperto di arti marziali e spia internazionale mi fa recapitare un pacchetto anonimo contenente un manga, una recensione cifrata e poche parole: “carino, mi ricorda i miei inizi”.
Il manga è Murcielago di yoshimurakana (Kana Yoshimura) pubblicato da Planet Manga e, dopo qualche notte insonne passata a decifrare il codice, questa è la recensione. Di mio cuggino, ok?!

Pluriomicida fin dall’infanzia con 715 vite sulla coscienza.
Capacità di giudizio e abilità di combattimento con armi o senza a livelli quasi sovrumani.
“Tombeur de femmes” impenitente con un vero e proprio harem disseminato per il Giappone.
Pena di morte comminata e sospesa a tempo indeterminato fino a che il governo potrà farne uso per “cancellare” criminali impossibili da redimere o anche solo fermare.
Kuroko Komori, sesso femminile, tra 20 e 30 anni di età.
Per portare a termine missioni difficili anche persino da concepire, altro che definire “impossibili”, è affiancata da Hinako Tozakura, pilota dalle capacità eccezionali, capace di far fare ad un veicolo qualsiasi cosa, da infilare vicoli in cui passa a malapena una persona a salire le scale di un palazzo, ma carente del minimo senso comune fin quasi a livelli autistici.
Sesso femminile, liceale… o forse pluriripetente, vista l’inesistente capacità di concentrazione in qualsiasi cosa che non sia la guida.
Intorno a loro figure di contorno: obiettivi da eliminare, comparse con il ruolo di vittime ed altre comparse con il ruolo di salvati. Forse, alla fine di questo primo volume, qualche personaggio con un nome e cognome che potrebbe, oppure no, entrare nel cast.
L’alternativa sarà probabilmente uscire di scena a gambe avanti.

Si capisce abbastanza velocemente che questo primo numero di Murcielago si regge quasi totalmente sulla protagonista, una sorta di moderna fusione dei coniugi Morticia e Gomez Addams, una Mercoledì cresciuta con i sani principi di famiglia ed i gusti del padre e catapultata in un mondo in cui tutto è carne e lei è il coltello. Ironica, compassata fino all’apatia, estremamente pratica e diretta nel gestire i suoi affari.
Quello che il manga propone al suo target, direi al 99% maschile, non sono null’altro che le sue acrobazie e le sue battute fulminanti. Dentro e fuori dal letto.

A conferma di ciò il trattamento che le viene riservato nel disegnarla. Il tratto di yoshimurakana rientra nei classici canoni del manga d’azione sexy e quindi presta molta attenzione a dare agli uomini corpi muscolosi e tratti “duri” e alle donne slanciate e formose silhouette su cui campeggiano i classici bei visi decorati dagli altrettanto classici occhioni luminosi.
Il corpo di Kuroko non fa eccezione (il paragone con Morticia Addams non è assolutamente casuale) ma al suo viso l’autrice applica pochi tratti e due occhi piccolissimi contornati da ben marcate occhiaie, punti neri sarcastici e inespressivi racchiusi tra parallele linee scure a cui è dato il gravoso compito di sottolineare ogni altra emozione: dall’apatia (spesso), alla lussuria (abbastanza spesso) fino ad ironia e crudeltà. Sottolinea ulteriormente lo stacco di Kuroko dal resto della “carne” la sua lunghissima, quasi camaleontica, lingua.
Il resto della propria competenza grafica yoshimurakana lo dedica a costruire scene d’azione che a volte sono un po’ confuse, perdendo di efficacia ed indicando, forse, una professionalità ancora acerba ma comunque apprezzabile.
Mentre stiamo parlando del disegno, merita menzionare la consuetudine che si sta diffondendo tra le case editrici di manga italiane di fare uscire i primi numeri in edizione “variant” con copertina disegnata da un artista italiano. Certo, chi scrive è abbastanza vecchio da collegare il termine “variant” ad uno dei momenti più bui dell’editoria fumettistica mondiale

ma bisogna anche ammettere che la reinterpretazione di Andrea Sorrentino rende giustizia al fumetto.
Il tempo stringe e al momento Murcielago non merita tante parole di più: si tratta di un’opera scorrevole ma certamente non rivoluzionaria. La commistione proposta di sesso e violenza è abbastanza “innocua”, non dando al lettori molti motivi per scandalizzarsi o disgustarsi. Siamo lontani dalla carica eversiva di manga come Violence Jack di Go Nagai e più vicini agli “exploitation” action degli anni ’70.
Il primo numero diverte e non fa pentire della spesa, ma dovrà essere in grado di rilanciare verso l’alto se non vuole essere dimenticato dopo pochi numeri.
Almeno, questo è quello che pensa mio cuggino.