Fullmetall Alchemist (Hakane no Renkinjutsushi, in giapponese) è un film d’avventura fantasy ambientato in una ucronia in cui l’alchimia è considerata una scienza esatta estremamente sviluppata e rispettata. In questa realtà alternativa vi sono delle scuole a livello governativo che consentono di conseguire i titoli massimi per diventare degli alchimisti professionisti.
Il film di produzione giapponese del 2017, diretto da Fumihiko Sori e distribuito in Giappone da Warner Bros, ha già incassato 8 milioni di dollari e da marzo 2018 è possibile visionarlo su Netflix.
La vicenda è tratta da un famoso manga dal titolo omonimo, scritto e disegnato da Hiromu Arakawa, che ha avuto un grande successo sia in Giappone che sul mercato internazionale.
Narra del cammino esistenziale di due fratellini, Edward Elric (interpretato nel film in versione adulta dall’attore Ryōsuke Yamada) e Alphonse Elric (voce di Atomu Mizuishi) che essendo due geni precoci dell’alchimia, in seguito alla morte improvvisa della madre decidono di scavalcare uno dei tabù della loro dottrina: tentare di riportare in vita una persona defunta con un processo di trasmutazione alchemica.
Dal manga possiamo sapere che la morte della madre Trisha è avvenuta in seguito alla peste mentre il padre (Van Hohenheim Elric) è un antico e potente alchimista che grazie alle sue arti alchemiche è ancora vivo da diversi secoli, ma nel film la morte della madre avviene apparentemente per un infarto improvviso, che la fa stramazzare sul prato davanti a casa, mentre stendeva delle lenzuola bianche al sole e subito dopo aver abbracciato i figli che si erano resi meritevoli di aver trasmutato del materiale grezzo in due giocattolini con la forma di animali fantastici, quali un unicorno ed un’altra creatura che ora non ricordo.
In seguito alla sepoltura della madre il maggiore dei due fratelli, Edward, propone di tentare la creazione di un ricettacolo non molto diverso dai due pupazzetti appena creati (la lista degli ingredienti è molto più lunga, ma si può comprare tutta al mercato), allo scopo di richiamare l’anima della madre. Come abbiamo detto la Trasmutazione Umana era un grave tabù per l’Ordine degli Alchimisti, ma Edward e Alphonse, sono sì dei geni precoci, ma sono pur sempre dei bambini. Ed i bambini se ne fregano degli ammonimenti dei vecchi bacucchi adulti, ragion di più se magari sono pure antichi uomini secolari che si atteggiano a saccenti.
Il che potrebbe far vedere sotto nuova luce il fatto che il padre (che nel fumetto scompare per ragioni misteriose poco dopo la nascita dei due figli), nel film non è presente e non viene neppure menzionato, se non dalla madre che poco prima di dipartire li ha abbracciati ed ha detto loro che il padre sarebbe stato molto orgoglioso di loro. Che messa così faceva francamente pensare che il padre fosse deceduto e non che fosse uccel di bosco. Ma forse c’è appunto una spiegazione: se c’è infatti una cosa che amano i potenti alchimisti anziani ultracentenari, sono le mogli giovani e se c’è invece una cosa che detestano, sono i piccoli pargoli che non obbediscono alle regole che loro gli impongono. Quindi meglio darsi alla chetichella poco dopo la loro nascita e lasciare le mogli sgravate a gravarsi del compito di crescere la prole per conto loro.
Sta di fatto che un Edward in stato di grazia con il supporto di un Alphonse molto dubbioso su quello che stanno per fare, rompono il tabù e, tracciato il cerchio alchemico col gesso sul pavimento e disposti tutti gli ingredienti nel modo in cui dovevano disporli e pronunciate le parole segrete che vanno pronunciate allo scopo di richiamare l’anima della madre; ebbene fatto tutto questo con cura, scatenano nientemeno che il finimondo e in un vortice turbinante Alphonse viene trascinato oltre il Cancello della Verità (che disdetta, proprio quello dei due che non voleva rompere il tabù ma non se l’è sentita di contraddire il fratello) mentre Edward si ritrova ancora vivo, ma amputato della gamba sinistra. Questo avviene a causa della Legge del Contrappasso: siccome hanno tentato di riportare un morto in vita, un vivo è dovuto andare al di là del Cancello della Verità, così per il Principio dello Scambio equivalente Edward, con un piede letteralmente nella fossa, decide quindi di offrire il proprio braccio destro in cambio dell’anima del fratello che poi, attraverso un sigillo di sangue riesce a vincolare ad un’armatura antica vuota.
Dopo questo tragico colpo di scena, vediamo i due fratelli dopo molti anni e scopriamo che Edward, ha sostituito il braccio destro e la gamba sinistra con delle “automail“, delle protesi bioniche realizzate appositamente per lui da Winry Rockbell (interpretata dall’attrice giapponese Tsubasa Honda), che era una loro amica di infanzia che sembra avere un’infatuazione costantemente malcelata, per Edward e che lo accompagna alla ricerca nientemeno che della Pietra Filosofale. Edward vuole usare tale Pietra per riottenere il corpo del fratello così da far spostare la sua anima dall’armatura di metallo al corpo fisico originario.
Il film, come lo Shōnen manga, fumetto per ragazzi di età scolare, da cui è tratto, tocca tutte le tematiche con cui solitamente gli adolescenti devono confrontarsi. I primi amori o simpatie sentimentali, l’accettazione della morte di un genitore, il sostegno reciproco fra fratelli, la ricerca di un posto nel mondo potendosi sentire al centro della propria esistenza, l’ambizione a poter fare qualcosa che nessun altro ha mai fatto prima e che gli consenta di poter cambiare il mondo con la forza della propria semplice volontà: Edward che congiunge i palmi della mani nel Mudra del Gassho e senza Cerchio Alchemico disegnato a terra, modifica la realtà intorno a lui. L’alchimista di fuoco Roy Mustang (interpretato dall’attore Dean Fujioka) che schiocca le dita e lancia fiammate che carbonizzano i propri nemici. Insomma, tutto quell’arsenale di fantasie che si hanno da adolescenti, riportate prima sulla pagina a fumetti e poi sul grande schermo.
Edward e Alphonse, entrambi, anche se in modo diverso, sono ormai due creature ibride: fatte di carne e metallo il primo e metallo ed anima, il secondo. Ma le protesi di Edward sono spesso celate agli occhi della popolazione, mentre Alphonse che usa l’armatura come corpo fisico, è ben visibile da tutti e quindi viene spesso confuso col fratello. Tutti, al primo incontro, credono che sia infatti Alphonse, il vero Alchimista D’Acciaio anche perchè è di statura molto elevata, mentre Edward (di cui non si vedono gli arti metallici), viene spesso snobbato anche in conseguenza della sua bassa statura, creando i presupposti per delle gag divertenti. Ma in effetti è Edward il vero Fullmetal Alchemist e Alphonse alla fine, oltre che fratello, e visto il prezzo che ha dovuto pagare per riaverlo indietro, non può che esserne il suo … braccio destro.
Mah! E i nemici? Ebbene i nemici che compaiono in questo film sono tre dei sette Homunculis che gli eroi incontrano nei numerosi volumi del manga. Anche se non viene detto esplicitamente gli Homunculis sono i vari vizi capitali descritti dalla tradizione cristiana le cui iniziali in italiano possono essere memorizzate col termine “SALIGIA“: Superbia, Avarizia, Lussuria, Ira, Gola, Ignavia, Accidia. I tre nemici con cui si scontra Edward Alchimista D’Acciaio in questa avventura su grande schermo sono Lust (i nomi sono mantenuti in lingua inglese sia nella versione originale giapponese che in lingua italiana) che è la Lussuria, Gluttony che è la Gola e Envy che è l’Invidia. Gli Homunculis, come verità sulla storia mitologica del nostro universo (e non in quello alternativo del film), sono delle leggendarie forme di vita create dall’alchimia. Sono degli esseri umani in miniatura ma totalmente sviluppati. Nella realtà del film i tre Homunculis sono mostrati della stessa dimensione degli esseri umani al punto che Envy, il cui vero aspetto umano è quello di un giovane androgino, è dotato di capacità mutaforma: può prendere le sembianze di un qualsiasi essere umano e imitarne pure la voce e così sostituirlo per trarre in inganno altri umani. Envy è quindi dotato di capacità camaleontiche molto avanzate e infatti il nucleo primario di questa creatura è proprio un camaleonte.
Da un punto di vista grafico gli effetti speciali del film sono ben fatti, ma tutti già molto noti. Per esempio alcune delle capacità mostrate da Lust e quelle pure specifiche di Envy, furono usate come effetti speciali per la prima volta nel 1991 nel film che ottenne 5 premi Oscar, dal titolo “Terminator 2 – Il giorno del giudizio“. Il robot che viene mandato indietro nel tempo per uccidere John Connor ormai adolescente, era un T-1000 che aveva la caratteristica di essere di metallo liquido mutaforma in grado di assumere le sembianze di qualsiasi essere umano, compresa la sua voce. Queste caratteristiche sono state usate nel personaggio di Envy. Mentre la capacità del T-1000 di creare col proprio corpo delle armi acuminate con cui trafiggere gli esseri umani, sono state usate per caratterizzare il personaggio di Lust le cui dita delle due mani diventano degli aghi acuminati che lei può allungare a dismisura.
Edward sconfiggerà i suoi demoni sia esteriori che interiori e congiunte le mani nel Mudra del Gassho un’ultima volta, si troverà al cospetto del Cancello della Verità e avrà inizio la sua ultima attività Endofasica di questa avventura al cospetto del Guardiano del Cancello che in un momento di sincerità gli confida che forse è Dio, ma forse non è altro che lui stesso. Edward a quel punto compirà una scelta dettata dal cuore e dalla comprensione che le sfide più difficili da vincere sono quelle contro le nostre ambizioni fomentate dalle voci interiori.
Il film vale la pena di essere visto e per chi si vuole togliere lo sfizio, consiglio di vederselo la prima volta in lingua giapponese. Gli attori sono molto bravi ed è sempre divertente vedere dei film con personaggi come Edward o come Winry che si comportano come i personaggi dei cartoni animati giapponesi che giunsero in Italia sulle reti televisive private ormai negli anni 80: ben 40 anni fa. Pensieri che mi fanno sentire invecchiato e quindi alla ricerca della Pietra Filosofale che non è altro, per come è usata metaforicamente in questo film, che la cristallizzazione delle nostre occasioni perdute e l’ingranaggio per attivare il macchinario esistenziale che provvede alla riparazione dei nostri errori o mancanze commesse nel nostro passato.