Apparsa per la prima volta tra le pagine della celeberrima serie Sandman, intenta a portare a termine una delicata cover op per conto del signore dei sogni, Johanna Constantine sale alla ribalta in una storia “a solo” nello speciale Hellblazer del 2003.
Andy Giggle (The Losers) congegna una trama molto dinamica che mette in risalto le qualità dell’antenata del più celebre John: come il suo discendente, infatti, anche Johanna – al di là del suo non indifferente personale – si diletta di occultismo e ha un talento innato per la truffa, che esercita con la medesima malizia tanto verso gli uomini (la corte di Re Giorgio) che verso esseri sovrannaturali (Jack del Verde).
La vicenda ruota intorno ad un misterioso oggetto che racchiude un male antichissimo, per domare il quale Johanna perderà anche sua figlia – in analogia con quanto accaduto ad Astrid nella back story di John. La storia si conclude quindi con la creazione di quegli stessi presupposti con i quali il personaggio di Johanna era stato introdotto a suo tempo da Neil Gaiman, fatta salva la sottotrama relativa a sua figlia, che non ha mai avuto un séguito.
Goran Sudzuka (Y, l’ultimo uomo) fornisce un’ulteriore prova grafica di prim’ordine, che ben si avvantaggia tra l’altro dell’ausilio del colore, soprattutto nell’azzeccata rappresentazione di Johanna – sia come donna che come con artist.