Il John Constantine di Garth Ennis

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Come visto nell’articolo precedente, in cui abbiamo parlato dell’esordio di Hellblazer, John Delano in pochi numeri ha avuto l’onere e l’onore di definire il personaggio di John Constantine connotandolo alla perfezione con il memorabile risultato di renderlo icona immortale degli anni ’90.
Terminato il suo ciclo col n.40 “The Magus”, Delano passa il testimone ad un altro semi esordiente: Garth Ennis.

In questo articolo vogliamo sintetizzare e analizzare come il personaggio di Constantine sia cresciuto e cambiato attraverso la penna dell’autore irlandese che ne ha preso il testimone dal n.41 “The Beginning Of The End” e che per tre anni ne ha raccontato dolori e tormenti (e qualche gioia).

Garth Ennis

Irlandese, classe 1970, tra gli anni ’90 e 2000 si afferma come uno dei più talentuosi narratori della sua generazione, capace di scardinare il concetto stesso di supereroe finendo per demolirlo del tutto (The Boys) per poi riscriverlo (The Punisher). 

A soli 19 anni inizia la sua collaborazione con Crisis, rivista britannica sperimentale fondata da Steve MacManus caratterizzata da tematiche adulte e socialmente impegnate. Contemporaneamente pubblica su 2000AD e sul suo spin-off Revolver. Il suo stile provocatorio e diretto, caratterizzato da una prosa attenta ed essenziale, lo fa notare oltre oceano e nel 1991 approda in DC Comics sulle pagine di Hellblazer. A soli 21 anni, quindi, ha l’occasione di proporre al grande pubblico la sua scrittura e le sue tematiche dando il via alla sua carriera e, non da meno, facendo la fortuna della serie che, sotto la sua gestione, si consacrerà definitivamente.

Ennis, prima della sua collaborazione con la DC, era quasi completamente avulso dall’universo supereroistico. Il suo primo approccio al filone avvenne attraverso l’opera di Frank Miller e Alan Moore, che già avevano iniziato a stravolgere il concetto di supereroe: di conseguenza, sarà inevitabile trovare nella sua lirica uno sguardo disincantato e cinico nei confronti di mantelli, maschere e superpoteri. In DC Comics/Vertigo, quindi, prosegue sulla linea tracciata dai due autori inglesi prima con Hellblazer e poi con Preacher, disegnando antieroi che nulla hanno degli aspetti cari al mondo Marvel e DC. La sua visione antitetica rispetto al supereroe classico viene confermata prima dalla serie Hitman e poi da The Boys, in cui sovverte il settore prendendosi gioco costantemente dei topoi classici del genere.

Negli anni questa sua visione grottesca volta a smontare gli stereotipi sui “supertizi” trova consenso e spazio nel panorama culturale dei comics, finendo per attecchire anche nella Casa delle Idee. Il primo lavoro di Ennis per la Marvel è Punisher Kills the Marvel Universe, nel 1995. Seguirà una lunga collaborazione con la Casa delle Idee anche se quasi esclusivamente dedicata a Frank Castle, con brevi incursioni su Spider-Man, Ghost Rider, Hulk, Thor e Nick Fury.

Tre Eisner Award, una ventina di candidature ed altri premi, centinaia di pubblicazioni, plausi di critica e pubblico, adattamenti televisivi e cinematografici. L’enorme successo riscosso negli anni ha permesso al suo lavoro ed al suo stile di imprimersi con forza ed efficacia, rendendolo oggi uno degli autori più celebrati ed apprezzati del panorama fumettistico internazionale. Il successo e lo sfruttamento delle sue opere, che prosegue ancora oggi, è una conferma dell’enorme forza innovativa che già trent’anni fa Ennis aveva proposto nel mondo del fumetto.

Tematiche e ambientazioni

Le origini irlandesi di Garth Ennis sono forti ed evidenti in tutto il periodo da lui gestito, a iniziare dai luoghi in cui sceglie di far agire il suo personaggio. Il suo Constantine, meno girovago di quello di Delano, si muove infatti quasi esclusivamente fra i sobborghi inglesi ed i pub irlandesi (oppure, in assenza di questi, in pub inglesi).
La dicotomia delle due culture è più netta di quanto sembri in apparenza: se la sua Inghilterra è caratterizzata da corruzione, edonismo, cinismo, violenza ed un frenetico arrivismo borghese, l’Irlanda – con i suoi pub e le vecchie amicizie – viene rappresentata come un luogo più rassicurante, per quanto la mancanza di prospettive e la dimensione più provinciale rendano quasi necessaria una fuga. Una dicotomia che è anche disamina sociale, meno esplicita di altre tematiche più evidenti ma ugualmente presente come substrato in tutto il ciclo narrativo da lui curato.

Più che i luoghi però, la vera rottura con Delano è rappresentata dalla visione che Garth Ennis ha della natura umana. Se per Delano il marcio del mondo che ci circonda corrompe l’animo umano generando mostri, per Ennis sono gli uomini che hanno qualcosa di marcio dentro e proiettandolo nella loro quotidianità finiscono per corrompere e avvelenare il mondo in cui vivono.
Ne è una metafora perfetta la prima run della sua gestione, “Abitudini pericolose”, che sin dal titolo vuole raccontare questo autolesionistico disagio morale che corrompe il mondo che ci circonda. L’intera opera, così come i suoi futuri lavori, conservano questo leitmotiv.

La tematica forse più caratteristica e forte di Garth Ennis rimane quella religiosa.
Sin dai suoi esordi l’autore ha sempre raccontato – con un dissacrante cinismo, ai limiti della blasfemia – la sua visione della religione. Non che Delano fosse stato morbido ma, come per quasi tutti gli aspetti del personaggio, Ennis riesce a enfatizzare l’idiosincrasia e l’arroganza degli atteggiamenti tanto quanto l’irriverenza delle raffigurazioni religiose che, in questa sua gestione, vengono completamente ripulite da qualsiasi aurea salvifica o positiva.

Nuovo valore viene dato anche all’amicizia: Ennis decide che le dinamiche che circondano Constantine debbano essere corroborate da relazioni più forti e da legami più duraturi. Da qui la scelta di caratterizzare meglio sia gli amici (Chas), sia gli amori (Kit), sia i dolori (Astra) e di limitare al minimo le perdite. Eppure, la natura di Constantine rimane quella di un povero diavolo. Quindi, anche se il povero John prova con tutte le sue forze a fare la cosa giusta finisce, comunque e sempre, per mandare tutto (o quasi) in malora.
Ne è la summa perfetta proprio la sua storia d’amore con Kit e quella folle e disperata idea, una volta scampato alla morte, di avere una famiglia ed un luogo sicuro. 

Per concludere, non poteva mancare – nelle pagine di Ennis – un’ attenta, lucida e cinica visione della società e della politica contemporanea.
Anche se meno politicizzata della visione di Delano, la critica di Ennis, forse più irriverente e violenta, non risparmia nessuno: Chiesa Cattolica, famiglia Reale, razzismo ed estremismi di destra, oltre a qualche breve ma scioccante incursione nell’orrore domestico e sociale. Lo stile di Garth Ennis (che poi, come detto, diverrà suo tratto distintivo), per quanto possa sembrare – ad un primo approccio – grottesco e sopra le righe, è invece un intelligente e feroce gioco di sottrazione. È l’effetto Mago di Oz: al netto degli effetti speciali, dei paroloni, dei rituali e degli abiti, i reali, i preti, i politici e gli estremisti restano dei semplici impostori, ciarlatani o poco altro.

I disegni

La caratterizzazione visiva di John Constantine è perfettamente preservata dal tratto leggero ed espressivo di Will Simpson, che si pone come trait d’union tra l’ultimo Hellblazer di Delano e quello successivo di Ennis e Dillon, traghettando il personaggio definitivamente fuori dagli anni ’80 per inserirlo in un contesto contemporaneo con tratti, colori e fisionomie ancora oggi perfettamente godibili. Il lavoro congiunto di Ennis e Simpson su “The Beginning Of The End” (in Italia, “Abitudini pericolose”), pur senza stravolgere quelli che sono gli archetipi del personaggio, rinnova lo stile ed il linguaggio utilizzato fino a quel momento: il suo tratto espressivo, i suoi giochi di colore, i netti contrasti sfondo/figure, le affascinanti splash page ci consegnano un Constantine più pop e immediato, ottimamente calibrato con la struttura narrativa (dinamica e veloce ma che non rinuncia a punte di lirismo) proposta da Ennis.

Eppure, nonostante l’ottimo lavoro di Will Simpson, il periodo gestito da Garth Ennis è fortemente identificato col tratto roccioso e pieno di Steve Dillon. L’artista inglese, che ad Ennis legherà i suoi più importanti successi, spinge Constantine su linee più marcate e decise che donano corpo e forza alle derive splatter che Ennis non lesina di regalarci nella seconda parte della sua gestione, ma non solo: la realistica brutalità del suo tratto, quasi un ibrido che fonde la visione di Jean Giraud con le fisionomie di Dave Gibbons, arricchisce il personaggio di una forza visiva di grande impatto che diventerà caratteristica e inconfondibile.

Questa evoluzione del tratto da pulito a deciso, questo passaggio graduale dal Constantine degli esordi ad un Constantine più marcato si avverte anche in copertina. Tom Canty (#41-50), con il suo stile “New Romantic” (pur stravolgendone le atmosfere), riesce ad inserirsi perfettamente in scia con il lavoro svolto fino a quel momento da Dave McKean. Glenn Fabry, invece (#52-83), con la sua forza sfacciata, si distacca bruscamente dalle ambientazioni precedenti allineandosi definitivamente a quanto Steve Dillon sta realizzando con i suoi disegni.

A conti fatti, nel giro di una manciata di mesi il trio composto da Garth Ennis, Steve Dillon e Glenn Fabry darà anima, corpo e vestito al personaggio: un’evoluzione rispettosa delle origini dell’eroe che diviene adesso qualcosa di nuovo e definitivo. Non a caso l’esperimento, perfettamente riuscito, verrà poi riproposto dai medesimi interpreti su Preacher da lì a pochi anni.

Le storie

Hellblazer #41-46
The Beginning Of The End

di Garth Ennis e Will Simpson, con Mark Pennington per i n.41-42 e 46, con Malcolm Jones per il n. 43, Tom Sutton per i n. 44-45 e Mark McKenna, Kim DeMulder, Stan Woch per il n.46, DC comics 1991.
Prima edizione italiana: Hellblazer #1 – Abitudini pericolose, Magic Press 1996.

Con l’arrivo di Garth Ennis come sceneggiatore titolare della serie c’è un totale rinnovamento della collana, con nuovo copertinista – prima Tom Canty e poi Glenn Fabry – e perfino un nuovo logo. L’approccio di Ennis a Constantine è sensazionale: decide semplicemente di farlo morire fra atroci tormenti… Per attuare i suoi loschi piani, per prima cosa lo sceneggiatore irlandese decide di indagare la dimensione umana del personaggio, partendo dal suo vizio del fumo e regalandogli un bel cancro ai polmoni. Ennis rispetta accuratamente il retroterra del personaggio costruito da Delano: le visioni dei fantasmi degli amici morti a causa sua, il rimorso per quello che è successo ad Astra a Newcastle, la condivisione del sangue del demone Nergal, la morte del padre e l’amicizia con Chas. Inserisce in più vari comprimari, azzeccando in questa prima run caratteri e interazioni con il protagonista: dall’amico dei vecchi tempi (l’alcolizzato Brendan Finn) alla sua ex fidanzata (la seducente irlandese Kit) e al vecchio Matt con cui John condivide la degenza in ospedale. Ennis riesce a conciliare il racconto quotidiano della vita di Constantine con gli aspetti fantastici: ecco allora l’apparizione di un nuovo arcinemico – ben più insidioso di Nergal – come il Primo dei Caduti, che deve dividere la sua sovranità dell’inferno con altri due demoni, sulla cui rivalità John riesce a costruire il piano con cui salvare la propria vita all’ultimo momento. Questo primo ciclo di storie di Ennis sarà di ispirazione per il film americano del 2005 “Constantine” (diretto da Francis Lawrence e con Keanu Reeves come protagonista), probabilmente anche grazie ad alcune notevoli splash page di Will Simpson e alle toccanti pagine finali contrassegnate dai testi delle canzoni dei Pogues

Hellblazer #47-51
The Pub Where I Was Born / Love Kills / Lord Of The Dance / Remarkable Lives

di Garth Ennis con Will Simpson e Stan Woch per i n.47-48, con Steve Dillon per il n.49, con Will Simpson per il n.50, e con i testi di John Smith e i disegni di Sean Phillips per il n.51, DC Comics 1991-1992.
Prima edizione italiana: Hellblazer #2 – L’amore uccide, Magic Press 1997.

Ennis esplora la dimensione più quotidiana del nostro eroe, mostrandoci come passa le sue giornate nel suo pub di riferimento, sbevazzando e giocando a poker; non ambienti particolarmente raccomandabili, e la conseguenza è che si ritrova nel mirino di  alcuni gangster del racket, con inevitabili risvolti splatter. Prime prove sulla serie del disegnatore Steve Dillon, che collaborerà poi a lungo con Ennis su Preacher, con la nascita della relazione affettiva tra Constantine e Kit, che sarà probabilmente la donna più importante della sua vita. Il n.50 non è particolarmente riuscito: arriva un nuovo nemico, il Re dei Vampiri, ed è l’occasione per ripercorrere la storia di Constantine.

Il n.51 fu un vero è propio fill-in, realizzato dallo sceneggiatore John Smith che racconta la curiosa infestazione di una lavanderia: un’incursione nell’horror quotidiano che scuote la vita delle metropoli contemporanee.

Hellblazer #52-55
Royal Blood

di Garth Ennis e Will Simpson, DC Comics 1992.
Prima edizione italiana: Hellblazer #3 – Sangue Reale, Magic Press 1998.

Vera e propria indagine alla corte della famiglia Reale inglese: mentre si approfondisce la storia con Kit, John scopre che un membro della casa reale è un serial killer, posseduto dallo stesso demonio che aveva causato i delitti di Jack lo Squartatore. Constantine se la cava bene anche a fronteggiare i poteri dell’aristocrazia britannica, in storie in cui emerge il lato più dissacrante di Ennis nei confronti della società contemporanea e dei suoi più importanti rappresentanti.

Hellblazer #56-61
This Is The Diary Of Danny Drake / Mortal Clay / Body And Soul / Guys & Dolls / She’s Buying A Stairway To Heaven

di Garth Ennis con David Lloyd per il n.56, Steve Dillon per i n. 57-58, Will Simpson e Mike Barreiro per i n.59-61 e Kim DeMulder per il n. 59, DC Comics 1992-1993.
Prima edizione italiana: Hellblazer #3 – Sangue Reale e Hellblazer #4 – Una scala per il paradiso, Magic Press 1998.

Torna il cupo ed elegante disegnatore David Lloyd per illustrare la storia classica di Danny Drake, che decide di vendere la propria anima al diavolo rovinandosi per sempre, un vero e proprio capolavoro di meschineria umana. Anche grazie ai disegni di Dillon, le storie di questa run di Hellblazer sembrano sempre di più l’anticipazione di Preacher (che debutterà nel 1995), con Constantine che aiuta il suo miglior amico/taxista Chas a ritrovare il cadavere del proprio zio Tom, scomparso misteriosamente dopo il funerale. Si percepisce decisamente la presenza di una continuity orizzontale creata da Ennis nella saga, con il ritorno di Ellie, la diavolessa rinnegata Chantinelle e del Primo dei Caduti; inoltre assistiamo al destino di Nergal, torturato all’inferno a causa dei suoi fallimenti.

Hellblazer #62-67
End Of The Line / Forty / Fear And Loathing / End Of The Line
di Garth Ennis e Steve Dillon, Vertigo 1993.

Prima edizione italiana: Hellblazer #5 – Paura e odio, Magic Press 1999.

Arrivo di Dillon in pianta stabile sulla serie, di cui diventa il disegnatore titolare. John ritorna a Liverpool per presentare Kit alla propria famiglia, alla sorella Cheryl e alla nipote Gemma che sta facendo i suoi primi esperimenti con la magia, grazie ai quali Constantine può conoscere il suo più grande fan. John approfondisce anche la conoscenza del suo progenitore Harry Constantine, che nonostante sia nato sotto Cromwell, è ancora vivo a causa di una maledizione che il pronipote riesce a debellare. John va in crisi perché compie 40 anni e alla sua festa arrivano perfino lo Straniero Fantasma e Swamp Thing,  storici personaggi DC. Immancabile la presenza di Chantinelle che riesce a sedurre, causandone la rovina, lo Snob visto nel primo ciclo di Ennis: l’Arcangelo Gabriele. Kit, spaventata e esausta per gli intrighi in cui è immerso Constantine, lo lascia; la delusione amorosa e lo scoramento spingono John sulla strada dell’alcoolismo e della vita di strada. 

Il n.63 rappresenta un vero e proprio nuovo inizio per la serie, dato che iniziano le pubblicazioni dell’etichetta Vertigo, marchio sotto il quale la DC pubblica i propri fumetti più sofisticati, dedicati ad un pubblico adulto.

Hellblazer #68-71
Down All The Days / Rough Trade / Heartland / Finest Hour
di Garth Ennis e Steve Dillon, Vertigo 1993.

Prima edizione italiana: Hellblazer #6 – Amore corrotto, Magic Press 1999.

Le vicissitudini da barbone alcolizzato di Constantine vengono interrotte dal ritorno del Re dei Vampiri, con il nostro che si salva per il rotto della cuffia grazie al sangue di demone di Nergal che gli scorre nelle vene. In Heartland seguiamo le vicissitudini di Kit che torna in Irlanda e della sua strampalata famiglia. Solo l’incontro con lo scheletro di un aviatore morto a vent’anni durante la seconda guerra mondiale fa rinsavire John.

Hellblazer #72-77
Damnations Flame / Acts of Union/ Confessions Of An Irish Rebel / And The Crowd Goes Wild
di Garth Ennis con Steve Dillon per i n.72-76 e con Peter Snejbjerg per il n.77, Vertigo 1993-1994.

Prima edizione italiana: Hellblazer #7 – La fiamma della dannazione, Magic Press 2000.

In questo ciclo c’è il ritorno di Papa Midnite, il primo avversario di Constantine delineato da Delano (Hellblazer #1-9, 1988), che riesce ad incastrare John, ormai guarito dall’alcolismo e in trasferta a New York, in un sogno bizzarro che si trasforma in un incubo grottesco.
John si trova proiettato in un’America corrotta insieme a nientepopodimeno che John Fitzgerald Kennedy, mentre nel mondo reale il suo corpo finisce in un manicomio criminale. Solo l’intervento dello spirito di Cedella – la sorella defunta di Papa Midnite decisa a rivoltarsi contro il fratello per vendicarsi – salva Constantine dall’incubo. Il viaggio appena vissuto con JFK porta Constantine a ripensare alla sua vita: così, rientrato a Londra, si ritrova a pensare alle sue scorribande giovanili insieme a Finn e agli scherzi con cui torturava il povero Chase.

Hellblazer #78-83
Rake At The Gates Of Hell / The End Of Rake At The Gates Of Hell
di Garth Ennis e Steve Dillon, Vertigo 1994.

Prima edizione italiana: Hellblazer #8 – Il sentiero ai cancelli dell’inferno, Magic Press 2000.

Ennis chiude la sua collaborazione sul personaggio facendo confluire tutte le linee narrative nello scontro finale con il Primo dei Caduti che, in una Londra devastata dalle tensioni razziali, spezza la triarchia che domina l’inferno e uccide perfino Gabriel pur di potersi dedicare alla sua personale vendetta nei confronti di Constantine. John, inizialmente spacciato, riesce a prevalere nello scontro in maniera inaspettata grazie alla collaborazione di Chantinelle che si finge Astra.
Come intermezzo ancora una parentesi personale: questa volta si tratta dell’apparizione di una vecchia fidanzata di Constantine, la tossicodipendente Helen, dal futuro incerto. 

Le altre storie: miniserie e graphic novel 

Ennis ha scritto anche degli speciali e delle storie brevi dedicate a Hellblazer e al suo mondo, perfettamente in continuity, con riferimenti e precisazioni delle storie narrate sulla serie regolare. La prima escursione avviene in Vertigo Jam, uno speciale antologico dell’agosto 1993 con storie brevi dedicate ai personaggi della casa editrice. Nelle 13 tavole di Tainted Love (prima edizione italiana Enigma 1, Comic Art, 1994), Ennis e Dillon riprendono il John barbone per fargli raccontare una sua storia giovanile con protagonista Seth, un suo conoscente in bilico tra la passione e la magia nera.

Decisamente più interessante Hellblazer Special n.1, dell’ottobre 1993: nella storia Confessional (prima edizione italiana Il Corvo presenta n.9, 1996) Ennis e Dillon presentano John nel 1969, quando era praticamente un ragazzino, in fuga da Liverpool in piena epoca hippy, per essere quasi circuito da Philipp Tolly – un prete serial killer e pedofilo, corrotto dal Primo dei Caduti – che lo fa impazzire rivelandogli il segreto dietro la creazione.

Nel marzo 1997, con Heartland One Shot (traduzione italiana in Hellblazer: Madrepatria, RW Lion, 2015), Ennis e Dillon compiono una raffinata operazione, riprendendo tematiche ed ambientazioni del n.70 della serie regolare dal titolo omonimo – dove John brillava per la sua assenza – raccontanfo nuovamente il ritorno di Kit in Irlanda, albo speciale Heartland del marzo 1997, con rappresentazione della vita quotidiana a Belfast negli anni ’90. 

Infine, affiancato questa volta da Glyn Dillon, nel gennaio 1999, in All Those Little Boys and Girls (traduzione italiana in Hellblazer: Madrepatria, RW Lion, 2015) – contenuto nell’antologico natalizio Vertigo: Winter’s Edge n.2 – Ennis racconta di Constantine che ripensa alla sua infanzia e a tutti gli amici perduti, molti a causa sua.

Hellblazer #129-133
Son of Man
di Garth Ennis e John Higgins, Vertigo 1998-1999.

Prima edizione italiana: Hellblazer #17 – Figlio dell’Uomo, Magic Press 2004.

Al di là di storie brevi e speciali vari, il gran ritorno di Ennis sul personaggio avviene nel 1998 in 5 albi della serie regolare, realizzando una vera e propria miniserie – Figlio dell’Uomo – che l’autore scrive dopo aver raggiunto il successo con Preacher. Ennis ritorna sul personaggio proponendo una storia dissacrante, molto violenta, con un plot classico, in cui i disegni distorti di John Higgins aumentano il senso smitizzante. A causa di un’imprudenza del suo amico Chas, John deve pagare un errore di gioventù (quando faceva fuori e dentro dal manicomio) riaffrontando l’implacabile gangster Harry Cooper, impegnato in una guerra intestina a South London. Una storia estremamente horror e splatter, con al centro feti di aborti e un demone inseminatore che possiede il corpo di un bambino, per partorire l’anticristo.

A noi, personalmente – prima di darvi appuntamento al prossimo capitolo dedicato al John Constantine di Paul Jenkins – non rimane che sperare e chiedere a gran voce a Garth Ennis di tornare sulle pagine di Hellblazer, ancora una volta, perché il piacere di leggere il suo Constantine, ancora oggi, rimane immutato.

 

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Il John Constantine di Jamie Delano

Massimo Cappelli

"Fa quel che può, quel che non può non fa"

Pasquale Laricchia

Cominciai a correre. Finché i muscoli non mi bruciarono e le vene non pomparono acido da batteria. Poi continuai a correre.

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